TIRA UNA BRUTTA ARIA PER GLI EBREI – I SOCI COOP DICONO NO AI PRODOTTI ISRAELIANI NEI PUNTI VENDITA E SI SCHIERANO AL FIANCO DELLA PALESTINA: “CI IMPEGNIAMO A NON ACQUISTARE TUTTO CIÒ CHE PROVIENE DA AZIENDE ISRAELIANE E STIAMO INVITANDO I CONSUMATORI A FARE LO STESSO” – È UN MODO PER FAR PRESSIONE SULLA COOP AFFINCHÉ BOICOTTI I PRODOTTI DELLO STATO EBRAICO. E NON È IL PRIMO CASO VISTO CHE…

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Dal “Foglio”

 

COOP SUPERMERCATO COOP SUPERMERCATO

[…] “Sociocoop per la Palestina. No ai prodotti israeliani nei punti vendita di Coop”. Così recita un manifesto che gira in questi giorni. “Come socie/soci/clienti Coop ci impegniamo a non acquistare prodotti provenienti da aziende israeliane, a informare altri e incoraggiare consumatori e consumatrici a non acquistare prodotti israeliani”.

 

stella di david stella di david

C’è anche il qr code. Un invito a fare pressione sulla Coop perché smetta di vendere prodotti dallo stato ebraico. Un mezzo di pressione per non comprarle.  

 

Il Wall Street Journal scriveva tempo fa che si è passati “dallo Jüdenfrei (nazista) allo Zionistfrei (antisionista”. Quando il boicottaggio ha iniziato a prendere forza in Europa, l’azienda vinicola Bazelet sul Golan ha deciso di spedire le sue bottiglie in Europa avvolte da una bandiera israeliana, in segno di sfida. Chissà se non si arriverà a mettere una stella gialla sui prodotti israeliani. Abbiamo visto città come Leicester mettere al bando i prodotti “made in Israel”.

 

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George Galloway ha promesso che anche la sua città, Bradford, sarebbe diventata “Israel free”. Nella città irlandese di Kinvara i ristoranti e persino le farmacie per un periodo non hanno venduto più prodotti israeliani. Ci sono caffè di Londra che hanno esposto la scritta “No Israeli products here”. La città spagnola di Villanueva de Duero non distribuisce più l’acqua israeliana Eden Springs nei suoi edifici pubblici. 

benjamin netanyahu benjamin netanyahu

COOP SUPERMERCATO COOP SUPERMERCATO

In tedesco era “Kauf nicht bei Juden”. […]

 

 

 

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