Massimiliano Rambaldi per www.lastampa.it
«Sono stata violentata dai pusher, dopo aver assunto droghe per una notte intera». È il racconto che una donna di Carmagnola, trentenne, ha fatto pochi giorni fa ai carabinieri. Il tutto sarebbe accaduto in un palazzo di Barriera di Milano, nei pressi della stazione Dora.
Una storia ancora con diversi punti oscuri: gli investigatori dell’Arma stanno indagando con estrema cautela, verificando i pochi dettagli denunciati dalla donna. «Scappando non ricordo esattamente dove fossi. Ho i ricordi annebbiati» ha detto.
La procura ha aperto un fascicolo per violenza sessuale: un uomo è indagato. Sarebbe uno degli spacciatori a cui la 30enne si è rivolta quella sera per acquistare delle dosi. Lei ha fatto il suo nome ai carabinieri, lo conoscerebbe da tempo. Ma non ha saputo indicare il luogo esatto dove si è sarebbe consumata la violenza. I ricordi della donna sono confusi. Per questo la procura ha disposto ulteriori accertamenti.
La vicenda risalirebbe alla scorsa settimana. La donna, che vive con i genitori, ha raccontato di aver preso un treno per Torino. «So che per comprare la droga bisogna andare dalle parti di Barriera di Milano». Così, stando sempre al suo racconto, ha contattato un pusher ed ha seguito le sue istruzioni.
Dopo avrebbe incontrato altri spacciatori: non è escluso che conoscesse alcuni di loro. Persone probabilmente di sui si fidava. Quella sera ha fumato molto crack. Ha esagerato con le dosi, perdendo il controllo di sé. Stordita dalla droga, potrebbe essere rimasta vittima di ripetuti abusi da parte degli spacciatori. Per un giorno intero i familiari hanno perso i contatti con lei. Non riuscendo a rintracciarla, ne hanno denunciano la scomparsa.
La donna ha fa ritorno a Carmagnola alcune ore dopo la segnalazione di scomparsa. Prima, però, ha fatto tappa all'ospedale Santa Croce di Moncalieri, chiedendo di farsi visitare. «Ho subito una violenza» ha detto presentandosi all’ingresso del pronto soccorso. Sull’esito dei referti clinici c’è riserbo. Mancano ancora delle analisi.
Una volta tornata a casa, ha deciso di rivolgersi ai carabinieri e raccontare la storia di cui sarebbe stata vittima. Le sue condizioni di salute sono apparse comunque buone, sebbene i suoi ricordi fossero annebbiati e pieni di incertezze. «Non so con chi ho parlato, né dove mi hanno portato. So che era da qualche parte a Nord del centro».
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C’è un sospettato ma gli inizi forniti dalla donna non corrisponderebbero alle caratteristiche fisiche dell’uomo. E soprattutto non è stata in grado di spiegare dove si sia rifugiata dopo aver subito i presunti abusi. Difficile pensare che abbia vagato per la città, dopo aver assunto tutte quelle dosi di crack. È più probabile che sia rimasta in qualche edificio di Barriera di Milano. Aveva con sé il telefono ma per ore non ha risposto alle chiamate dei genitori, in ansia da un giorno.
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