Mirella Serri per “la Stampa”
Chissà se Beppe Grillo ha mai letto le annotazioni del professor Ruata. Il medico No vax sosteneva che la «vaccinazione antivaiolosa non dà il minimo vantaggio, mentre produce danni assai maggiori . Moltissimi sono i casi di bambini sani che dopo la vaccinazione diventano macilenti, sparuti e che deperiscono fino alla morte».
Parole stranamente simili le ha pronunciate anche il noto comico, guru e fondatore del Movimento 5 Stelle, nello spettacolo Apocalisse morbida con cui ha innescato in Italia una virulenta campagna contro i vaccini e i loro effetti sul sistema immunitario: «Prendi un bambino sano e inoculagli un virus per abituarlo e si abbassano le difese immunitarie siamo tutti raffreddati, tosse, bronchiti».
beppe grillo apocalisse morbida 1
A separare il professor Ruata e Grillo c'è un secolo di battaglie condotte dagli antivaccinisti italiani: il primo No vax scriveva nel 1898 e il secondo nel 1998 ma le motivazioni per dar contro alle terapie immunologiche sono sempre le stesse. Già, proprio così: in Europa e nel mondo occidentale, a partire dalla scoperta del primo vaccino di massa, del ritrovato per ostacolare la diffusione del vaiolo, consistenti correnti della pubblica opinione si sono scagliate lancia in resta contro queste nuove frontiere della medicina.
Adesso, a raccontarci la lunga guerra politico-culturale, dove non mancano i colpi bassi e le fake news, tra i sostenitori dei benefìci e i detrattori dei vaccini, è la bella carrellata di Eugenia Tognotti, docente di Storia della medicina e della sanità, in Vaccinare i bambini tra obbligo e persuasione: tre secoli di controversie. Il caso dell'Italia (prefazione di Walter Ricciardi, Franco Angeli editore, pp. 251, 28).
Il primo a fare le spese delle proprie rivoluzionarie scoperte per fermare il flagello del vaiolo fu l'inglese Edward Jenner, un medico di campagna che con il suo metodo sperimentale aprì la strada agli studi immunologici. Ma questa svolta del 1796, che bloccava l'escalation di pustole e miasmi, fu subito bersagliata.
In prima linea in Inghilterra c'erano i medici che praticavano altri inefficaci sistemi di cura e videro diminuire le loro entrate. L'Italia fu invece all'avanguardia nell'adottare il metodo Jenner. Il primo Stato al mondo a imporre la vaccinazione obbligatoria fu quello lucchese, la repubblica democratica nata nel 1801 sotto la tutela della Francia.
eugenia tognotti le vaccinazioni in italia
Monaldo Leopardi, padre di Giacomo, scrisse un'orazione dal singolare titolo In lode del Vajolo contro i fedifraghi che volevano arrestare il salvataggio delle vite umane. Il dottor Luigi Sacco, primario dell'Ospedale Maggiore di Milano, in quanto direttore generale della vaccinazione nella Repubblica Cisalpina diffuse l'innesto del vaccino in tutto il territorio.
Da Piombino al Regno di Napoli furono mobilitate parrocchie e sacerdoti per vincere le resistenze. Con la diffusione delle terapie aumentarono però i gruppi ostili alla «vaccinica inoculazione» e non ebbero ritegno «di farsi maestri di falsissime dottrine». Dottori italiani e francesi e ciarlatani vari affermavano che la vaccinazione favoriva la diffusione di scarlattina, febbre tifoide, scrofola, tisi, sifilide, cancro e difterite.
Questi appelli trovavano un supporto anche in chi si opponeva alla «costrizione del vaccino» da un punto di vista etico: sacerdotessa della medicina alternativa fu Annie Riley Hale che nel 1935 nel libro di gran successo The Medical Voodoo, propagandò omeopatia e naturopatia come efficaci contro le pandemie e come simboli di libertà e di democrazia.
In Italia, negli anni Venti del secolo passato, gli antivaccinisti furono messi a tacere con metodi dittatoriali da Mussolini. Il regime aveva posto la protezione dell'infanzia al centro delle politiche sociali e sanitarie ed era determinato a sconfiggere la difterite che mieteva circa tremila vittime all'anno. Purtroppo un tragico incidente, la cosiddetta «strage di Gruaro», portò acqua al mulino degli antivaccinisti. Nel 1933 morirono nel paesino in provincia di Venezia ben 28 bambini dopo che fu loro somministrata l'antidifterica (vi fu un errore del laboratorio di Napoli che l'aveva prodotta).
Fu una delle tante «fallenze», così nell'800 chiamavano i danni collaterali dei vaccini. In America nel 1955, proprio mentre si pubblicizzava la vaccinazione contro la poliomielite o paralisi infantile, ne morirono dieci bambini e altri si ammalarono. Il geometra veronese Giorgio Tremante divenne un'icona della lotta degli antagonisti poiché, per via dell'antipolio, perse i suoi due ragazzi e il terzo divenne paraplegico (il vaccino Sabin aveva un forte margine di sicurezza ma poteva anche causare, in una ridottissima percentuale, eventi avversi come una vera poliomielite. Quella terapia fu uno scudo protettivo per milioni di bambini: nel decennio 1969-1978 si verificarono una ventina di casi all'anno che si azzerarono nel 1980).
Al termine del secolo scorso il tam-tam dei social media ha dato voce potente e sostenuto la nascita di associazioni come Free vax, Libera scelta, Genitori lds (liberi di scegliere) e No obbligo. Gli antivaccinisti sul web hanno sfruttato la scarsa alfabetizzazione scientifica, le credenze pseudoscientifiche sui vaccini, la profonda diffidenza degli italiani verso le élite politiche e mediche e le teorie cospirative sullo strapotere delle case farmaceutiche.
Ripercorrere le varie fasi della contrastata affermazione dei vaccini, afferma Eugenia Tognotti, può insegnare però molto anche ai medici vaccinatori. Spesso hanno ignorato con supponenza la richiesta di attenzioni e di spiegazioni da parte della gente comune. Insomma, un incremento della comprensione e l'attesa generalizzata del vaccino contro l'attuale pandemia possono por fine alla lunga guerra dei No vax. Con buona pace di Beppe Grillo.
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