Ivana Gherbaz per "il Fatto Quotidiano"
È il giardino pubblico caro a Italo Svevo meta preferita delle passeggiate del protagonista della Coscienza di Zeno, oggi uno dei pochi polmoni verdi in centro città a Trieste, molto frequentato da chi vuole trascorrere alcune ore all'ombra dei platani o al parco giochi.
Il giardino Muzio de Tommasini racconta la storia della Trieste austroungarica e della Trieste di oggi, prima città al nord per numero di persone inattive: il 52% della popolazione che non produce. Ma racconta anche storie di quotidianità, di uomini che si danno appuntamento nei bagni pubblici del giardino per scambiarsi atti sessuali.
Non è la prima volta che il più grande giardino pubblico di Trieste si rivela luogo di incontro per appuntamenti tra uomini, anni fa c' erano perfino annunci su Internet per incontrarsi su quelle panchine. Solo che questa volta sono 50 le persone che sono state denunciate per atti osceni in luogo pubblico a seguito di un' indagine durata un mese. Una notizia che ha fatto il giro d' Italia e risvegliato la curiosità degli italiani in questi giorni di grande caldo.
Il primo episodio risale a luglio, quando arriva alla polizia locale, che ha sede proprio nel giardino, la segnalazione di comportamenti sospetti nei bagni pubblici del giardino stesso.
Scattano così le prime due denunce con l' ipotesi di reato di atti osceni in luogo pubblico frequentato da minori.
La Procura della Repubblica di Trieste, a seguito di questo episodio, delega alla polizia locale ulteriori indagini per verificare l' eventualità di altri casi simili. Così dopo venti giorni di appostamenti in borghese, gli a genti della polizia locale scoprono che i bagni pubblici sono la meta di incontri a sfondo sessuale per numerosi uomini. La lista si allunga passando da 2 a 50 persone, che sono state tutte denunciate per atti osceni in luogo pubblico.
Sono per lo più pensionati, qualche giovane e persino un sacerdote gesuita, tutti residenti a Trieste e ora rischiano di scontare una pena che va dai tre mesi ai tre anni di reclusione.
"In discussione non sono i gusti sessuali delle persone - spiega il sindaco di Trieste Roberto Cosolini - ma semmai il luogo scelto per gli incontri. Un luogo pubblico accessibile a tutti, anche ai minori, e a persone che possono essere fragili e per questo vanno tutelate di fronte a quello che si configura come un reato serio.
Dispiace per l'episodio - continua il sindaco - ma dall' altro lato rassicura che il territorio è costantemente monitorato visto il tempestivo intervento della polizia locale. Andare in quel luogo è stata una scelta personale e chi lo ha fatto deve per questo rispondere dei propri atti". Dello stesso avviso anche i rappresentanti di Arcigay e Arcilesbica che sottolineano come "chi ha commesso un reato è giusto che venga punito".