Virginia Raggi canta "Roma nun fa' la stupida stasera" a Radio Rock: "Sembra Loredana Bertè"
La sindaca di Roma Virginia Raggi si improvvisa cantante e reinterpreta "Roma nun fa' la stupida stasera", a Radio Rock. "Sembra un po' Loredana Bertè", scherza il cronista Dejan Cetnikovic. "Ma lei ha una voce pazzesca!", ribatte sorridendo la sindaca. La scelta del brano è ricaduta sul classico di Rugantino, usato dalla prima cittadina per esortare i romani a rivotarla alle comunali del 2021.
LA STORIA DELLA FONTANA
La fontana delle Rane, cosi’ denominata per le dodici rane che la ornano, e’ posta al centro di piazza Mincio, cuore del piccolo quartiere sorto tra il 1917 e il 1926 nelle adiacenze di via Po e noto come quartiere Coppede’, dal nome dell’architetto.
Progettata da Gino Coppede’ nel 1920, la fontana fu realizzata nel 1924 con alcune significative varianti: al posto dell’aiuola verde circolare con ciglio lapideo fu posizionata la vasca chiamata comunemente ‘il laghetto’. Completavano il progetto due lampioni a candelabro alternati a due panchine, che furono poi rimossi.
Alimentata dall’Acqua Marcia e realizzata in malta cementizia e travertino, la fontana ha una vasca del diametro di circa 10 metri, il corpo scultoreo si eleva di 2,70 metri con un diametro di 7,50 metri, mentre il bacino superiore ha un diametro di 3,50 metri; l’altezza complessiva dal piano stradale e’ di 4,50 metri. All’interno del cosiddetto ‘laghetto’ si erge il corpo della fontana.
Un possente pilastro circolare sorregge il catino superiore, ornato alla base da quattro mascheroni e sul bordo superiore da otto rane nell’atto di spiccare un salto ciascuna delle quali lancia uno zampillo d’acqua nel catino, al centro del quale sgorga lo zampillo saliente.
Intorno al pilastro, in corrispondenza dei quattro accessi stradali alla piazza, sono disposti quattro gruppi scultorei composti da coppie di figure maschili inginocchiate che sorreggono una monumentale valva di conchiglia, sul cui umbone (la parte apicale della valva, ndr) e’ posta una rana che sprizza acqua dalle narici; le figure, con i capelli mossi dal vento e reti da pescatore fra le mani, soffiano acqua nelle vaschette semicircolari poste ai loro piedi.
I gruppi scultorei sono intervallati da quattro massi sormontati da una valva di conchiglia e da un’ape. Intorno al bacino corre un marciapiede con ciglio in travertino suddiviso da fasce ortogonali in travertino ornate da losanghe. All’articolata macchina scultorea fa da contrappunto il gioco delle acque: quelle stagnanti del laghetto, gli spruzzi e i getti incrociati delle figure maschili e delle rane, le cascatelle delle valve di conchiglia, il velo del catino e il getto superiore. (Agenzia Dire)