Salvatore Giuffrida Andrea Ossino per “la Repubblica”
Ordinano nelle chat interne una Fanta se arriva la guardia di finanza, chiedono una Coca Cola se spuntano i carabinieri, una Pepsi se avvistano le volanti della polizia di stato. Sono i goodfellas di San Basilio, le vedette appoggiate sui tetti delle case popolari dell'Ater tra via Corinaldo e via Mechelli o agli angoli della strade vicino ai bar: avvisano i pusher e rispondono alle storiche famiglie che controllano il territorio come i Bevilacqua e i Cordaro o i big come i Marando collegati alla ndragheta di Platì o gli Esposito e i Primavera collegati alla camorra romana di Michele Senese: sono loro i nomi più ricorrenti nelle inchieste della procura.
Le famiglie che contano a San Basilio sono tante e spesso sono state azzoppate dalle indagini dell'Antimafia dando spazio a nuovi equilibri. Anche gli albanesi si sono affacciati nella zona, racconta la vicenda di Elvis Demce, il boss albanese condannato a 18 anni che nella periferia Est ogni tanto interveniva: «A San Basilio per qualsiasi cosa rispetto solo a uno devi portare, a lui: il resto non conta», dice Elvis Demce mentre presenta Diego Felli a Tommaso Iannelli per organizzare una spedizione punitiva contro i fratelli Bevilacqua, debitori di 100mila euro per una partita di droga non pagata.
Sono proprio gli albanesi, rivali dei Bevilacqua, a usare le maniere forti nel quartiere e nell'ultimo anno sono sempre loro, guidati da Elvis Demce, ad aver sparigliato le carte nel giro dello spaccio romano influenzando anche le dinamiche che ruotano a San Basilio. Oltre a quella in via Corinaldo nei pressi del bar della Coltellata, ormai chiuso da anni, la piazza di spaccio più forte sta nel quadrilatero intorno a via Mechelli. È chiamata l'area della Lupa, per sottolinearne la supremazia nella Capitale anche rispetto a Tor Bella Monaca: a San Basilio lo spaccio vale milioni di euro al mese e finanzia anche usura e attività imprenditoriali e commerciali.
Gli albanesi sono fondamentali perché usano le maniere forti per recuperare i debiti delle partite di droga o delle vittime di usura.
Ma la violenza è l'ultima soluzione. Tutto è organizzato come un orologio svizzero, oliato dai fiumi di soldi. Una semplice vedetta appostata agli angoli della strada arriva a guadagnare fino a 200 euro al giorno mentre i basisti, che conservano le partite di droga o le armi e sono spesso disabili e residenti nelle case Ater occupate, oscillano fra i mille e i 1500 euro, uno stipendio. Infine gli appartamenti, spesso occupati abusivamente, dove si vende di tutto: cocaina, crack, hashish, a ognuno il suo. Il rifornimento arriva dalle piazze di spaccio di Tor Bella Monaca ed è garantito dalle 'ndrine.
Fondamentale anche il controllo delle case popolari: in base alle segnalazioni del Comitato collaboratori di giustizia, Valeri il "sorcio" avrebbe affacciato il muso nelle piazze del quartiere. « La lotta allo spaccio a San Basilio inizia con un censimento capillare in tutte le abitazioni spiega Maricetta Tirrito portavoce del Cogi - sarebbe il primo vero passo per capire e individuare chi occupa abusivamente gli alloggi Ater».
spaccio san basilio 5 spaccio san basilio 1 spaccio san basilio 2 spaccio san basilio 4