TUTTI NO VAX FINO A QUANDO NON SI AMMALANO – GLI OSPEDALI SONO PIENI DI EX NO VAX PENTITI "DOPO AVER VISTO LA MORTE CON GLI OCCHI": "NON ASPETTATE. SONO STATA TRA LA VITA E LA MORTE. PORTO I SEGNI DELLA MALATTIA, SONO INVECCHIATA DI COLPO" – "SONO STATO 33 GIORNI IN TERAPIA INTENSIVA. I VACCINI SERVONO" – UN’OSTETRICA PENTITA: "OGGI I NO VAX MI DANNO FASTIDIO, C'È UN MISTO DI INCOSCIENZA E DI IGNORANZA, NON IMMAGINANO L'INFERNO CHE SI VIVE NEI REPARTI DI RIANIMAZIONE…"

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Flavia Amabile e Niccolò Carratelli per “La Stampa”

 

CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA CORONAVIRUS - TERAPIA INTENSIVA

Si può essere convinti sostenitori No Vax e trasformarsi in fieri paladini delle vaccinazioni? In questa Italia divisa tra favorevoli e contrari, mentre le piazze si riempiono di persone che denunciano complotti e trame oscure dietro la campagna di vaccinazione, c'è anche chi da quel drappello decide di uscire e passare dalla parte opposta della barricata. Paolo Viviano vive a Barletta, lavora all'Asl, trasporta farmaci e frequenta i reparti degli ospedali ogni giorno.

 

centro vaccini centro vaccini

Fino a sette mesi fa sul suo profilo rilanciava link e post di chiara matrice No Vax. A marzo, invece, qualcosa è cambiato. «Ho visto i morti, le persone intubate. Giovani che stavano male. Ho capito che quello che si diceva del Covid non erano chiacchiere. Mi sono informato, ho parlato con i medici, ho ascoltato e mi sono deciso». Il 27 marzo è andato a fare la vaccinazione, Pfizer come tutti gli operatori sanitari.

la no vax pentita 1 la no vax pentita 1

 

 Effetti collaterali? «Mal di testa, un po' di stanchezza, cose così per due giorni, nient' altro», assicura. Nelle settimane successive qualcosa però è accaduto. «Intorno a me c'erano persone di famiglia che erano titubanti. Ho parlato con loro così come i medici avevano parlato con me. Non ho imposto nulla, non è quello il modo giusto. Ho usato gli argomenti, ho raccontato quello che avevo visto e alla fine li ho convinti a vaccinarsi».

 

Parole simili arrivano da Fiesole, in Toscana. Catia Elena Dell'Orso lavora come ostetrica all'ospedale Careggi di Firenze. «Non si rendono conto», pensa ogni volta che vede in tv le immagini delle manifestazioni No Vax: «Mi danno fastidio, c'è un misto di incoscienza e di ignoranza, non immaginano l'inferno che si vive nei reparti di rianimazione» dice. Nell'ospedale Careggi è stata ricoverata per quasi due mesi, di cui uno passato in terapia intensiva.

Terapia intensiva 2 Terapia intensiva 2

 

E alla fine ammette: «Anche io ero come loro, non mi fidavo, non ascoltavo i consigli, non mi sono voluta vaccinare e ho sbagliato». Il racconto è simile a molti altri: «Pensavo che adottando tutte le precauzioni, senza andare nei locali o frequentare posti affollati non sarebbe successo niente - racconta -. Invece, una notte di fine marzo, mi sono svegliata e non respiravo più, così sono andata in pronto soccorso». Il casco per la ventilazione, la maschera per l'ossigeno, giorni interminabili: «Sono stata tra la vita e la morte, uscirne è stato un percorso lungo e doloroso - spiega Catia - oggi porto i segni della malattia, sono invecchiata di colpo».

 

no vax no vax

Sono tante le storie simili che arrivano da tutt' Italia. Giuseppe Marcianò, 61, anni, di professione meccanico a Palermo ha confessato a Repubblica la sua diffidenza nei confronti del vaccino. «Poi ho avuto il Covid. Ho chiamato il medico e gli ho detto "Dottore ho sbagliato, ora che faccio?"». E ha fatto vaccinare moglie e figlia a cui prima consigliava di aspettare. Anche agli altri indecisi ora lancia un appello a vaccinarsi perché «è importante».

Terapia intensiva 3 Terapia intensiva 3

 

Oppure Pietro Marino, torinese, fino all'inizio dell'estate in piazza contro il Green Pass obbligatorio. Poi il fratello ha avuto il Covid, è finito in terapia intensiva e si è reso conto che i vaccini sono necessari. Ha prenotato la sua dose e ha iniziato a convincere altri a farlo. Giuseppe Silano di Palermo, invece, ha ammesso di «aver visto la morte con gli occhi» dopo 33 giorni in terapia intensiva e di aver deciso che, quando sarà il momento, anche lui si vaccinerà

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