Estratto dell’articolo di Elisa Manisco per “il Venerdì di Repubblica”
copertina della rivista confidential
In principio fu il Verbo, e subito dopo arrivò il gossip. La prima lingua biforcuta, letteralmente, della storia dell'umanità la troviamo nella Genesi: è il serpente, la "più astuta delle bestie" che nel Paradiso Terrestre pensa bene di sparlare del Capo Supremo con Eva. Quel che succede dopo lo sappiamo tutti: fuga frettolosa dal Giardino dell'Eden, condanna all'eterna sofferenza, vergogna e dannazione nei secoli dei secoli. Eppure, una scintilla di divino nel pettegolezzo c'è, almeno nella parola.
Gossip infatti deriva dai termini inglesi god (dio) e sibb, che nella forma più antica della lingua significa "parente". Godsibb sarebbe dunque una versione arcaica di godfather, il "padrino", a designare un legame di parentela come quello con compari e comari.
[…] E d'altronde il rettile diabolico faceva comunella con la prima donna del Creato, mica con il tontolone Adamo. Le malelingue, non giriamoci intorno, sono quasi sempre declinate al femminile, e preferibilmente in posizioni ancillari: portinaie, cameriere, lavandaie, per arrivare alla nota Radio Serva. Gli uomini non piangono e non parlano alle spalle, afferma il sentire comune e patriarcale.
In realtà lo fanno tutti ed è un bene, lo dice la scienza. Spettegolare cementa i legami, riduce lo stress e stimola i centri del piacere (in chi "sparla", non in chi è "sparlato" beninteso) ma, soprattutto, permette di esercitare un controllo sociale del cheating, ovvero di quei comportamenti che trasgrediscono le regole condivise e possono minare la fiducia in una società. Soprattutto quando messi in atto da chi comanda.
Basti guardare ai celebri graffiti di Pompei (arieccola). Non solo antenati delle scritte licenziose nei bagni degli autogrill e dell'outing violento, ma anche del whistleblowing, spazio di espressione e critica per le classi subalterne, come le donne e gli schiavi, che l'artista afroamericana Kandis Williams in una recente e celebre performance ha accostato alle proteste di Black Lives Matter.
arbore e dago il peggio di novella 2000
Dunque il gossip come cane da guardia del potere, alla stregua del giornalismo. E che con il giornalismo e la stampa di massa trova la sua perfetta espressione e la massima potenza di fuoco.
Lo racconta bene la serie tv Bridgerton, ambientata in Gran Bretagna ai tempi della Reggenza (1811-1820), quando nascono le prime gossip column, le rubriche di pettegolezzi vere e proprie, antenate della celeberrima Page Six del New York Post. […]
Nella finzione tv creata da Shonda Rhimes è Lady Whistledown a svelare in un pamphlet i segreti dell'aristocrazia londinese, dietro un rigoroso anonimato. E anonimi, in principio, erano anche i protagonisti delle critiche al vetriolo. Tutt'al più, per rendere più godibile il giochino del riconoscimento, venivano celati dietro la foglia di fico delle iniziali. Bisognerà aspettare i pragmatici Usa e la nascita dello show business per rompere il tabù.
Il primo settimanale americano di gossip nasce nel 1916 e si chiama Broadway Brevities, lo pubblica un canadese di nome Stephen Clow. All'inizio, è un innocuo almanacco che testimonia le imprese dell'alta società e del mondo teatrale, ma ben presto si focalizza sulla distruzione sistematica e chirurgica della reputazione degli esponenti del bel mondo, inaugurando quel protocollo di rivelazioni obtorto collo, dossieraggi e ricatti che troviamo ancora oggi in ogni scandalaccio a mezzo gossip.
Clow finisce in galera e la penna (intinta nel curaro) passa negli anni Trenta al newyorchese Walter Winchell, considerato l'inventore del gossip moderno anche se nessuno se lo ricorda più perché venne tosto oscurato dalle due vipere di Hollywood, Louella Parsons e Hedda Hopper. Insieme, tra giornali e programmi radio, hanno tenuto in pugno per decenni un'audience di 75 milioni di americani.
GENNARO SANGIULIANO E MARIA ROSARIA BOCCIA A NAPOLI - FOTO DI OGGI
Rivali allo sfinimento, erano unite solo dall'amore per i cappelli assurdi e per la ricchezza, ottenuta seminando il terrore nella Città degli Angeli. Leggenda vuole che l'ex attrice Hopper, mostrando la sua magione principesca di Beverly Hills agli ospiti dicesse: «Ecco la casa che la paura ha costruito».
Dopo le turpitudini dell'era del muto raccontate con dovizia di particolari nell'immortale capolavoro di Kenneth Anger, Hollywood Babilonia (Adelphi), (e anche nel film Babylon di Damien Chazelle), gli Studios erano infatti corsi ai ripari inserendo la famigerata "clausola di moralità" nei contratti dei divi: chi sgarrava e non rispettava il comune e assai puritano senso del pudore dell'epoca, veniva licenziato in tronco. Così Hedda e Louella diventarono presto le kapò dello star system, custodi di oscuri segreti ma pronte anche a tenere la bocca chiusa quando era il caso.
Maria Rosaria Boccia GENNARO SANGIULIANO GIUSEPPE CRUCIANI
Niente a che vedere con la spregiudicatezza della rivista Confidential che esplose come una bomba negli anni 50 facendo a pezzi vite e carriere. Come quella di Tab Hunter, belloccio idolo delle ragazzine la cui omosessualità venne data in pasto alle rotative per proteggere quella di star più celebri e potenti come Rock Hudson.
E poi dipendenze, precedenti penali, corna: ogni scheletro nell'armadio veniva portato alla luce grazie a una capillare rete di informatori senza scrupoli (tra cui molte prostitute del Sunset Strip) diretta con pugno di ferro dall'ex poliziotto corrotto e drogato Freddy Otash.
[…] Dalle triangolazioni tra Marylin e la famiglia Kennedy allo Scandalo Profumo nell'Inghilterra anni 60, dal pasticciaccio brutto del murdochiano News of the World che spiava chiunque, compresa la famiglia reale inglese ai party sibaritici di P. Diddy.
Da noi non si è mai arrivati a tanto, anche perché i nostri sexgate sono sempre stati materia più per il giornalismo d'inchiesta che per le riviste di settore. Dove, fin dai tempi dei paparazzi e della Hollywood sul Tevere, ha prevalso un gossip cattivello e pruriginoso, ma tutto sommato gentile. Allusivo sì, ma anche ossequioso.
Arbore e Dago, presentazione de "Il peggio di Novella 2000" - 1986
Leggere per credere il fondamentale libro di Renzo Arbore e Roberto D'Agostino Il peggio di Novella 2000: allo stesso tempo catalogo e riflessione filosofica che si apre con un Glossario di eufemismi, dalla A di affettuosa amicizia alla U di Unione burrascosa, indispensabile per comprendere i codici dorotei del pettegolezzo nostrano.
Tra nudi rubati ai politici e l'immancabile Lollo in pizzi technicolor, il pezzo forte è una rielaborazione stile fiaba per bambini della storia d'amore tra Al Bano e Romina, la più amata e gossipata dagli italiani. E che ora potrebbe essere riadattata a Fedez e Chiara, con aggiunta di dissing e social.
Perché gli archetipi sono archetipi e le favole piacciono sempre a tutti, soprattutto se finiscono male. Si inizia con la Bibbia e si finisce con i dissing. Passando per la reggenza inglese e ovviamente hollywood, dove la formula del pettegolezzo viene perfezionata. Breve storia del gossip e di chi lo ha fatto grande da non credere.
FEDEZ - BRANO CONTRO TONY EFFE l.a. confidential hedda hopper e louella parsons 2