Tommaso Di Giannantonio per "www.corriere.it"
Dopo la ex vice primario, Liliana Mereu, anche l’ex direttore del reparto di ginecologia dell’ospedale Santa Chiara di Trento, Saverio Tateo, potrebbe lasciare il Trentino. Nelle scorse settimane il dirigente medico, al centro del terremoto scoppiato dopo la scomparsa della dottoressa forlivese Sara Pedri, ha risposto al bando dell’Ulss 6 del Veneto per ricoprire il ruolo di direttore dell’unità operativa di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Cittadella (Padova). Il 19 ottobre è atteso insieme ad altri quattro candidati per il colloquio con la commissione esaminatrice. Attualmente Tateo sta prestando servizio in un ufficio delle Cure palliative di Trento.
Il trasferimento
Il primo trasferimento dal reparto risale a metà luglio dopo il primo rapporto della commissione d’inchiesta dell’Azienda sanitaria trentina, dal quale erano emersi «fatti oggettivi e una situazione di reparto critica». L’indagine interna era stata ripresa per la seconda volta a seguito dell’appello su «Chi l’ha visto?» della famiglia di Sara Pedri, la ginecologa di 31 anni scomparsa il 4 marzo scorso dopo essersi dimessa dal Santa Chiara.
I familiari, che ormai temono che la giovane dottoressa si sia suicidata, hanno sempre denunciato un clima di presunte intimidazioni e vessazioni all’interno del reparto. «Fatti oggettivi gravissimi» che alla fine, dopo oltre cento audizioni di sanitari del reparto, avrebbe accertato anche la commissione disciplinare, che a inizio settembre ha chiesto il licenziamento per Tateo. Il parere vincolante del Comitato dei garanti – chiamato ad esprimersi sulla richiesta di licenziamento – potrebbe arrivare entro fine ottobre.
La difesa di Tateo
I legali di Tateo non hanno ancora tutti i verbali relativi alla testimonianza dei 110 professionisti e neppure la relazione degli ispettori ministeriali, ma «abbiamo avuto accesso ai registri operatori e l’analisi di questi dati conferma il fatto che nessuno è stato bandito, allontanato e non c’è stata alcuna vendetta», ha spiegato nei giorni scorsi l’avvocato Vincenzo Ferrante.
Intanto il prossimo 19 ottobre l’ex primario è atteso a Padova per il colloquio con la commissione esaminatrice nominata dall’Ulss 6 del Veneto per il conferimento dell’incarico di direttore del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Cittadella. Il bando è stato indetto il 25 giugno ed è scaduto un paio di settimane fa, il 16 settembre. Alla chiamata – come viene reso noto da una delibera dell’Ulss 6 del 30 settembre - hanno risposto sei medici, ma solo cinque sono risultati in possesso dei requisiti generali e specifici previsti dal bando e, pertanto, sono stati ammessi alla procedura selettiva. Tra questi c’è, appunto, anche Saverio Tateo. Il quale, a fronte di una situazione poco serena al Santa Chiara, potrebbe aver deciso di lasciare il Trentino.
Gli altri candidati
In Veneto, tra l’altro, tornerebbe a lavorare alle dipendenze di un’azienda sanitaria diretta da Luciano Flor, che è stato dal 2010 al 2016 (cioè nei primi sei anni di Tateo al Santa Chiara) direttore generale dell’Azienda sanitaria trentina. Oltre all’ex primario, comunque, la commissione sarà chiamata a valutare i profili di altri quattro medici: Sara Fantinato, Giuseppe Sacco, Fabio Gianpaolo Tandurella, Giuliano Carlo Zanni.
L’ex vice primario
Ha già lasciato il Trentino, invece, la ex vice primario di Tateo, la dirigente medico Liliana Mereu, travolta anche lei dalla bufera scoppiata nel reparto di ginecologia del Santa Chiara. È andata a lavorare all’ospedale Canizzaro di Catania, un centro specializzato negli interventi oncologici ginecologici. Da quanto è trapelato sarebbe stato lo stesso ospedale siciliano a contattare la dottoressa Mereu, poi le due aziende sanitarie sembrano aver trovato un accordo per un trasferimento «in comando». Si tratta di una specie di distacco, di fatto Mereu resterà alle dipendenze dell’azienda sanitaria trentina, ma lavorerà a Catania.
Una soluzione che evidentemente soddisfa entrambe le Aziende, ma per quanto riguarda il Trentino è una scelta che non può non essere collegata al procedimento disciplinare a carico della professionista, accusata di aver insultato e vessato alcune colleghe. La commissione disciplinare, a metà settembre, ha infatti chiuso il procedimento con una sanzione disciplinare conservativa che di fatto salva il posto di lavoro della ginecologa, che nel frattempo era stata trasferita al reparto di ginecologia di Rovereto.
sara pedri 2 liliana mereu col primario saverio tateo sara pedri 3 sara pedri 2 sara pedri 7 sara pedri 5 sara pedri 1 sara pedri 4