LE ULTIME ORE DI FLAVIO E GIANLUCA, I DUE RAGAZZI MORTI A TERNI DOPO AVER ASSUNTO METADONE: ALDO MARIA ROMBOLI LI HA CONVINTI CHE FOSSE "PURPLE DRANK", LA DROGA DEI TRAPPER – HANNO PROVATO A GIOCARE A CALCETTO, POI HANNO INIZIATO A VOMITARE – LA CONFESSIONE DELLO SPACCIATORE: “L’HANNO PAGATA 15 EURO E NON ERA LA PRIMA VOLTA” – IL NEUROPSICHIATRA MASSIMO AMMANITI: “DURANTE IL LOCKDOWN I RAGAZZI HANNO ACCETTATO REGOLE E SOPPORTATO L’ISOLAMENTO. E ORA…”

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1 - AI DUE ADOLESCENTI IL METADONE PER 15 EURO «MA IO GLI HO DETTO CHE ERA UN'ALTRA DROGA»

aldo maria romboli 2 aldo maria romboli 2

Nicoletta Gigli e Corso Viola di Campalto per “il Messaggero”

 

«Gli ho venduto io la bottiglietta di metadone diluito con l'acqua. L'hanno pagata 15 euro». Di fronte al gip, Barbara Di Giovannantonio, Aldo Maria Romboli, 40 anni, in cella con l'accusa di aver ceduto la sostanza che ha provocato il decesso di Flavio e Gianluca, non fa altro che confermare le dichiarazioni rese martedì ai carabinieri.

 

Quella bottiglietta al veleno è in mano agli investigatori. L'hanno recuperata nella microcar di Flavio ed ora sui resti del suo contenuto sono in corso accurate analisi. Aldo Maria, tra un pianto e l'altro, rende quella che il suo legale, Massimo Carignani, definisce «un'ampia confessione» fornita al giudice che decide la convalida dell'arresto.

flavio e gianluca i due ragazzi morti a terni 2 flavio e gianluca i due ragazzi morti a terni 2

 

«Lunedì non era la prima volta - aggiunge il quarantenne, una vita nel tunnel della tossicodipendenza- era già successo i primi di giugno, anche quella volta avevano comprato metadone».

 

LA RICOSTRUZIONE

Flavio Presuttari, 16 anni, e l'amico del cuore Gianluca Alonzi, 15enne, erano convinti che in quella bottiglietta ci fosse la droga dei trapper, un mix chiamato purple drank, ed è stato Aldo a farceli credere, per racimolare una manciata di euro.

 

ragazzi morti a terni dopo aver assunto metadone 2 ragazzi morti a terni dopo aver assunto metadone 2

«Dagli atti generici a noi risulta solo il metadone - dice il procuratore, Alberto Liguori - se in precedenza ci sia stata l'assunzione di altre sostanze è la scienza che ce lo dirà, all'esito delle autopsie e delle analisi tossicologiche».

 

Liguori, fa capire che l'indagine sulla morte di Gianluca Alonzi e Flavio Presuttari, amici da una vita, scivolati dal sonno alla morte ognuno nel proprio letto, è tutt' altro che chiusa. Al vaglio degli investigatori, che negli appartamenti delle vittime hanno recuperato ogni oggetto utile alle indagini, gli smartphone delle due vittime. Con un'attenzione particolare alle chat scambiate con gli amici nelle ore che hanno preceduto la tragedia.

 

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Ed è drammatico il racconto fatto da questi ultimi, che hanno ripercorso le ultime ore dei due ragazzi. Flavio e Gianluca avevano in programma la solita partitella del lunedì sera alle 22 nel campetto del quartiere, per questo non sono tornati a casa per cena.

 

Verso le 21 l'incontro con il pusher vicino al parchetto e l'assunzione della droga: «Eravamo lì vicino alla fontanella del campetto - hanno raccontato i componenti della comitiva- e quel tipo si è presentato con in mano una lattina di Fanta e una boccetta piccola di color bianco, poi hanno provato a giocare ma non stavano bene, non ce la facevano a correre, a reggersi in piedi, e si sono fermati».

aldo maria romboli aldo maria romboli

 

A quel punto la situazione è precipitata. «Verso le 23 Flavio, dopo aver rigettato, ha preso la sua microcar e se ne è andato a casa tanto che appena giunto alla sua abitazione ci ha telefonato dicendoci che era arrivato. Insomma, ci ha tranquillizzato, mentre Gianluca è rimasto con noi fino alle 1 di notte.

 

Ha iniziato a vomitare roba bianca e il suo viso si è come spento, diventando violaceo. Noi abbiamo provato a dirgli che avremmo chiamato il 118 ma lui non voleva, diceva che si sarebbe ripreso. Non voleva allarmare la sua famiglia, così lo abbiamo accompagnato a casa». Poi, la tragedia e la drammatica scoperta dei corpi senza vita fatta dalle rispettive madri.

 

2 - MASSIMO AMMANITI: “DOPO IL LOCKDOWN GIOVANI PIU’ DEBOLI E PUSHER PIU’ SPIEGATI”

Tpa per “il Giornale”

metadone metadone

 

Il gruppo, che amplifica il bisogno di vivere situazioni eccitanti tipiche dell'adolescenza, i social e perfino il lockdown. Tutto ha contribuito a portare Flavio e Gianluca, due perle di ragazzi, sulla strada pericolosa dello sballo con la droga.

 

Il professor Massimo Ammaniti, neuropsichiatra infantile e professore onorario presso La Sapienza, autore del saggio uscito in questi giorni «E poi, i bambini», che parla dei nostri figli in tempo di coronavirus, cerca di dare una spiegazione a una morte inspiegabile, almeno per le famiglie dei due ragazzi.

massimo ammaniti massimo ammaniti

 

Professore come è possibile che due «bravi ragazzi» si siano lasciati attrarre dalla droga?

«Credo abbiano contribuito varie cose. Entrambi erano nell'età della media adolescenza, la cui caratteristica è quella di cercare sempre esperienze nuove e sensazioni forti.

 

La dopamina, che genera piacere, soddisfazione, negli adolescenti viene metabolizzata velocemente, per questo hanno bisogno di creare sempre situazioni eccitanti, cercano il rischio e passano a volte per il vandalismo e la droga».

gianluca alonzi gianluca alonzi

 

Chat e i social hanno responsabilità?

«Diciamo che nell'adolescenza il noi prevale sull'io. È tipico di quell'età esplorare, uscire dal proprio spazio, cercare il pericolo e questo è amplificato se si vive in condivisione, con il gruppo o con un amico».

 

E il lockdown?

«Ha influito pesantemente. I ragazzi hanno accettato regole, sopportato l'isolamento. Quando è finito sono usciti fuori in modo frenetico. Il traffico della droga, poi, dopo mesi di fermo si è fatto più aggressivo. Le forze dell'ordine ora devono vigilare ancora di più nei luoghi di aggregazione. Ma tremende sono anche le droghe sintetiche, costano poco e sono pericolose.

 

Se si scopre che un ragazzo fa uso di stupefacenti si deve avvertire i genitori?

flavio presuttari flavio presuttari

«Si. I genitori tra loro devono sostenersi ma a volte è difficile dire tuo figlio si droga. Meglio usare espressioni come ho l'impressione che i ragazzi stiano facendo...tu che impressione hai? è un modo giusto di mettere in guardia l'altro senza incorrere in una reazione sgradita». 

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