Giorgio Gandola per "la Verità"
Venghino, è tempo di sconti. Chi prenota entro il Black friday pagherà il 3% in meno. E chi ancora non ce la fa può sempre aggiungere la tredicesima e sperare nei saldi di gennaio. L'oggetto del desiderio non è una smart tv da 60 pollici o il nuovo frigorifero a due porte con il dispenser del ghiaccio tritato, ma un neonato dagli occhi azzurri, senza difetti e in garanzia. L'ultima, aberrante trovata di marketing arriva dall'Ucraina, luna park mondiale della Gpa, acronimo che sta per «gravidanza per altri».
Di fatto l'utero in affitto, dove donne in difficoltà economiche vengono schierate in batteria a produrre figli per coppie occidentali. È il mercato bellezza, stressato da un'imprenditoria con i canini affilati che ha trovato nel progressismo globalista dei desideri (scambiati per diritti) terreno fertile per mercificare il sacro.
Il volantino degli sconti arriva da Biotexcom, il centro specializzato in procreazione assistita e maternità surrogata più grande dell'Ucraina, organizzato come una multinazionale e con alle spalle una formidabile macchina pubblicitaria. Lo sconto riguarda le coppie eterosessuali perché in Ucraina non sono permesse le adozioni per coppie gay o lesbiche. Ma gli affari vanno a gonfie vele e l'allargamento della platea dovrebbe essere prossimo.
Il 3% di sconto sui pacchetti sembra un'inezia, ma come sottolinea il quotidiano cattolico Avvenire «equivale a 2.000 euro di risparmio sui 64.900 euro di listino» dell'All inclusive Vip, proposta di alta gamma che prevede tentativi illimitati per la selezione del sesso del bimbo e un'attesa di soli quattro mesi. C'è da essere rassicurati; arriva prima il neonato della nuova Tesla. Optional inclusi. L'offerta scade il 26 novembre, giorno del Black friday, e come si può notare non pone alcuna barriera etica: basta pagare.
In Ucraina si contano una cinquantina di cliniche che offrono questi servizi a prezzi molto convenienti rispetto agli Stati Uniti, dai 40.000 ai 65.000 euro contro i 150.000 dollari degli Usa. Per le mamme-fattrici il compenso si aggira attorno ai 30.000 euro. C'è chi non si stupisce e non s' indigna, anzi frequenta le numerose fiere specializzate. Quella più nota è a Parigi (dolce nome «Désir d'enfant») ma anche a Bruxelles non scherzano con la più prosaica «Uomini che hanno figli». A Bilbao, allargata alle coppie Lgbtq, si è appena conclusa; a Milano dovrebbe arrivare nel maggio prossimo. Nel giudicare una pratica da pelle d'oca, l'ipocrisia si nasconde dietro la complessità.
A sinistra si tende a distinguere «pratica» da «sfruttamento». Un ragionamento simile a quello della droga libera o del traffico degli organi: liberalizzate e non ci sarà più il business. È vero il contrario, semplicemente il business diventerebbe globale perché ci hanno insegnato che il mercato non si ferma e le sue leggi sono porose, permeabili, riassumibili in quella millenaria: gli affari sono affari. Tornando con amarezza a Kiev, tutti ricordano l'anno scorso le fotografie dei bimbi nella hall dell'hotel Venezia.
Nati grazie ai servizi dell'agenzia Biotexcom, erano parcheggiati in attesa che cadessero i divieti determinati dalla pandemia per consentire il trasferimento nei Paesi di destinazione: Stati Uniti, Cina, Inghilterra, Germania, Austria, Bulgaria, Romania. Pacchi Amazon con la cuffietta rossa. Allora ci fu una complicazione per l'Italia e la Francia: poiché la maternità surrogata è vietata, i due Paesi si rifiutarono di fornire alle coppie una dichiarazione d'urgenza per viaggiare nonostante il lockdown.
L'ambasciatore italiano a Kiev, Davide La Cecilia commentò: «Ho guardato con grande disagio e preoccupazione le immagini del video diffuso in rete dei neonati radunati in una stanza in attesa dello sblocco della situazione». Disagio e preoccupazione, due segnali di sensibilità che evaporano nella cloaca globale. Dove l'uomo non è più un uomo ma solo un bulimico consumatore di ideali.
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