Fabio Belli per ilsussidiario.net
Arriva una vera e propria scoperta bomba da Israele sul coronavirus: mentre il mondo si interroga sulle possibilità di lanciare in tempi brevissimi un vaccino, da Israele il professor Isaac Ben Israel, ex generale israeliano, capo del programma di studi sulla sicurezza dell’Università di Tel Aviv e presidente del Consiglio nazionale per le ricerche e lo sviluppo, avanza una teoria rivoluzionaria.
Secondo Ben Israel il coronavirus sarebbe di fatto un virus “a tempo“. La sua diffusione si bloccherebbe nel giro di 70 giorni, e in tutto il mondo le evidenze sono queste, come spiegato dallo scienziato all’emittente “Channel 12“. Le critiche non sono mancate ma Ben Israel ha portato evidenze statistiche a supporto della sua teoria: il numero di nuovi casi del covid-19, secondo lo studio, raggiunge il picco dopo circa 40 giorni e raggiunge lo zero dopo 70 giorni. E questa evoluzione, con il picco raggiunto tra la quarta e la sesta settimana, ovvero tra il ventottesimo e il quarantaduesimo giorno, sarebbe la medesima sia nei paesi che hanno messo in atto un severo lockdown, sia in altri che hanno adottato una quarantena molto più morbida, come ad esempio Singapore, Taiwan e Svezia.
La teoria arrivata da Israele rischia dunque di aumentare ulteriormente i dubbi e rendere ancor più misteriosa l’evoluzione del covid-19, un virus che finora è riuscito a dribblare le certezze degli scienziati di tutto il mondo. Mentre ci si interroga sulle precauzioni da prendere per l’inizio della fase 2, Ben Israel sembra avere invece le idee chiare sullo strano comportamento del coronavirus, che sembra “spegnere” la sua diffusione sempre dopo 70 giorni dopo l’inizio:
“L’incidenza dei pazienti è stata maggiore di giorno in giorno. Questo è avvenuto nelle prime quattro settimane, dopo la scoperta dell’epidemia in Israele. A partire dalla sesta settimana, l’aumento del numero di pazienti è diminuito, raggiungendo un picco nella sesta settimana con 700 pazienti al giorno. Da allora è in calo e oggi ci sono solo 300 nuovi pazienti. In due settimane raggiungerà lo zero e non ci saranno più nuovi pazienti“.
Secondo Ben Israel la quarantena è comunque utile e necessaria per ridurre i picchi di diffusione e l’impatto sui sistemi sanitari nazionali che in molti Paesi è stato insostenibile e lo sarebbe stato ancor di più senza distanziamento sociale. Ma sul comportamento di covid-19 dopo il settantesimo giorno dall’inizio di un focolaio non sembra avere dubbi: “È così in tutto il mondo. Sia nei paesi in cui hanno adottato misure di chiusura come l’Italia sia nei paesi che non hanno avuto chiusure come Taiwan o Singapore. In tali paesi c’è un aumento fino alla quarta-sesta settimana e subito dopo una diminuzione, fino a quando scompare durante l’ottava settimana“.
L'INFETTIVOLOGO GALLI
ALESSANDRO MALPELO per www.quotidiano.net
Professor Galli, ha senso affermare che il Coronavirus col passare dei giorni sembra meno aggressivo?
"Detto così sarebbe improprio», risponde Massimo Galli, past-president della Simit, la Società italiana malattie infettive e tropicali. «La forza del virus quella era, quella è rimasta. Ma possiamo dire che l'epidemia in senso lato ha perso vigore, continua a indebolirsi in seguito alle misure di distanziamento sociale".
Dal punto di vista dei numeri?
"L'andamento della curva dei contagi dipende dal volume di tamponi che si fanno. I numeri reali saranno cinque-sei volte superiori a quelli che vengono misurati".
Ma un trend in lieve calo da quando si avverte?
"Un certo ridimensionamento c'è, da una settimana a questa parte. Qui all'Ospedale Sacco vedo pazienti che entrano con meno complicanze. I protocolli sono ottimizzati, sia pure in mancanza di farmaci specifici.
Tanti malati, penso agli anziani, arrivano però ancora oggi in condizioni compromesse. Per questo stiamo lanciando una iniziativa congiunta che coinvolge l'Università Statale di Milano, il CNR, la Simit e i geriatri, approvata dal comitato etico dello Spallanzani. Metteremo online un questionario al quale tutti potranno accedere".
I sacrifici imposti alla nazione sembrano non finire mai.
"Finora sono serviti a scongiurare una diffusione a cerchi concentrici, come abbiamo visto in assenza di univoche misure di contenimento. L'epidemia perde vigore adesso perché siamo asserragliati nelle case. Tuttavia, verosimilmente, la catena dei contagi si estende ancora all'interno della famiglia".
Lei allude anche ai portatori asintomatici che covano il SARS-Cov2 e magari lo trasmettono ai familiari conviventi. Ma cosa succede tra le pareti domestiche?
"Ci sono ancora tantissimi casi di persone che sospettano di essere positivi al tampone, impossibilitati a ottenere conferme, con sintomi che presto o tardi vengono fuori, tanto da rendere necessario per alcuni il ricovero in ospedale. Questo ha un suo peso nel provocare le oscillazioni che vediamo nelle statistiche di questi giorni".
La Pasqua ormai è acqua passata. Possiamo sperare almeno di tornare al mare d'estate, con ombrelloni distanziati e mascherine?
massimo galli ospite di peter gomez a sono le venti 1
"Io mi auguro che non sia nemmeno necessario indossarle le mascherine, a luglio. Anticipare ora l'allentamento delle misure sarebbe però un grosso errore. Adesso è il momento di organizzare la ripartenza, e credo che in luglio e agosto di occasioni per andare in vacanza ne avremo poche, se si tratta di rimettere in moto la produzione.
Ad esempio negli ospedali, dovremo recuperare tutti quei pazienti che hanno dovuto aspettare gli interventi oncologici o di alta specialità, avviare le campagne vaccinali che andranno anzi potenziate. Insomma, almeno per quanto ci riguarda, di tempo libero a Ferragosto ne avremo davvero poco".