Estratto dell'articolo di Ernesto Assante per “la Repubblica”
(...) Il mondo, dopo quell'estate, cambiò in maniera radicale, ma nessuno davvero ne aveva la percezione in quei caldi mesi del 2001.
Era l'ultima estate con la lira in tasca, quella del G8 di Genova, e a settembre il crollo delle Torri Gemelle avrebbe portato via con sé anche molti sogni e speranze.
Eravamo talmente ignari che da giugno cantavamo una canzone che all'improvviso era arrivata in classifica, recitando un mantra imbattibile, fatto di sole Tre parole , come diceva il titolo: "sole, cuore, amore".
A farcela cantare era stata Valeria Rossi, che con disarmante semplicità aveva messo in fila le rime più ovvie della canzone italiana e le aveva trasformate in un tormentone al quale era impossibile sfuggire.
(...) «Ero un'autrice, non una performer, non avevo alcuna esperienza di show business, era tutto nuovo per me. Ero contenta all'inizio, molto sorpresa ma anche molto divertita da quello che stava accadendo».
Solo all'inizio?
«Sì, perché capii abbastanza presto che tutto stava prendendo dimensioni anomale e se non stavo attenta avrei perso il controllo su me stessa e sulla mia vita. Tutto durò due anni, piuttosto rocamboleschi dal punto di vista professionale».
(...)
"Tre parole", comunque, parlava a tutti, piaceva dai bambini ai nonni.
«Una delle spiegazioni è che nella canzone c'è un mix di elementi, un elenco di immagini che è simile al linguaggio dell'anima, per cui ha bypassato la mente razionale ed è andata diretta nella sfera delle emozioni. In realtà è un testo taoista: io ho fatto la stessa scuola che ha fatto Battiato, che ha abbinato l'ascesi alla materia. Nel testo di Tre parole in realtà c'è tutto».
(...)
«la canzone conteneva una specie di mappa del nostro territorio interiore, un invito ad andare in una determinata direzione al posto di un'altra. (...)
Dopo ha cambiato vita.
«Ho ripreso i libri della prima laurea, in diritto, ho fatto un concorso e sono stata assunta come ufficiale dello stato civile, redigo gli atti che afferiscono ai mutamenti di status delle persone. Ogni giorno ho a che fare con le vite delle persone, avevo voglia di andare nella pratica, nel concreto. E ora sto facendo una formazione specifica, in counseling a mediazione corporea».
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