Miriam Romano per "Libero quotidiano"
Il trucco è sempre lo stesso. Come esche fotografie di cuccioli dalle zampe tozze e musi dolci. Cagnolini spacciati per esemplari rarissimi in modo da spillare più quattrini possibile a facoltosi proprietari. Su siti costruiti ad hoc spiccano soprattutto le immagini dello Spitz nano di Pomerania, razza ricercatissima, quattro zampe molto di moda tra i vip in cerca dei cani più singolari. Quello con le ciglia bianche o con il contorno delle zampe più pronunciato.
Dettagli che renderebbero i cani in questione ambiti tra gli amatori. Ma è tutta una truffa. Dietro siti internet ben costruiti con tanto di descrizioni minuziose e fotografie realistiche, ci sono trafficanti di cuccioli dell'Est che hanno negli anni ingannato centinaia di persone. I truffatori hanno la stessa trafila: importano animali da compagnia che vengono venduti come esemplari di razza.
In realtà hanno i pedigree falsi e le certificazioni veterinarie fatte da medici senza scrupoli che attestano falsamente la buona salute del cucciolotto. Dietro le immagini patinate divulgate sul web, si nascondono storie intricate di cani maltrattati. Cuccioli svezzati troppo presto dalle madri per essere venduti il prima possibile. Quattro zampe costretti a vivere in luoghi angusti, con porzioni risicate di acqua e di cibo. Ma soprattutto cani "creati" appositamente, attraverso incroci di razze illegali. I bersagli dei truffatori sono vip, calciatori e profani della cinofilia.
Il cliente acquista attraverso il web un cucciolo di razza, sborsando fino a quattromila euro, per poi ricevere un meticcio creato da incroci fuorilegge, destinato ad avere vita breve. A "cascarci" negli anni scorsi calciatori come Totti, Nainggolan, Zaza, Sorensen e Pussetto. Ma dopo centinaia di truffe segnalate, i trafficanti sono stati acciuffati. Sui tavoli della giustizia pendevano denunce di persone che avevano acquistato "Chihuahua", "Bulldog francesi" ed esemplari di volpino nano.
Così tre procure italiane hanno aperto un'inchiesta internazionale sul traffico di cuccioli gestito dalle zoomafie che operano tra Slovacchia, Ungheria e Italia. Le indagini dei carabinieri della forestale sono partite da più di un anno dalla procura di Ravenna e a macchia d'olio sono arrivate anche alle procure di Roma e Milano. Gli indagati, per ora, sono due: un romano di 41 anni e una ungherese di 38. Maltrattamenti di animali, truffa, frode in commercio, traffico internazionale e violazione della normativa sulla tracciabilità animale le accuse nei loro confronti.
Spacciandosi per allevatori sui social e su siti, sono riusciti a convincere i clienti che il cucciolo che stavano comprando era una variante molto rara della razza, ottenuta attraverso manipolazioni genetiche quindi dal costo elevato. In realtà si trattava di un cane con gravi malformazioni, malattie genetiche e nella maggior parte dei casi con un'aspettativa di vita di pochi mesi.
All'arrivo dell'animale i "truffati" si sono trovati un cane che non solo non assomigliava a quello indicato e che avevano scelto, ma che a pochi giorni di distanza dall'acquisto l'animale era morto, davanti ai loro occhi. «Purtroppo, è una realtà che c'è da molti anni», spiega il veterinario Gino Conzo, «ci capita di imbatterci in cani affetti da malattie congenite con i proprietari convinti di aver acquistato invece una razza forte e non soggetta a patologie. Il mio consiglio? Non andare alla ricerca dell'esemplare raro, ma di un cane di cui prendersi cura».
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