Francesco Malfetano per "il Messaggero"
È l' ora della chiarezza anche per Johnson&Johnson. Per oggi pomeriggio infatti, l' agenzia europea dei medicinali (Ema) ha convocato una conferenza stampa in cui presenterà le sue «conclusioni» rispetto al vaccino antiCovid monodose Janssen e all' ancora ipotetica correlazione di questo con alcuni rari casi di tromboembolie riscontrati negli Stati Uniti (6 casi su 6,85 milioni di somministrazioni).
Si tratta degli stessi eventi avversi che già la scorsa settimana spinsero prima l' Fda americana a chiedere la sospensione immediata delle inoculazioni con J&J, e poi l' azienda stessa a bloccare la commercializzazione del prodotto in Europa.
Al punto che le prime 184mila dosi consegnate in Italia sono ancora conservate all' aeroporto militare di Pratica di Mare. In ogni caso il parere di Ema, o meglio del Prac (il comitato di farmaco vigilanza interno all' Agenzia), dovrebbe ricalcare quanto già accaduto con AstraZeneca, vaccino di cui condivide la tecnologia. Ovvero, dopo aver rimarcato l' assoluta positività del rapporto tra benefici e rischi per il farmaco, gli esperti Ue - qualora fosse confermata la correlazione tra Janssen e i rarissimi eventi avversi - chiederanno che venga aggiornato il bugiardino del vaccino.
Ma, soprattutto, non ne limiteranno l' uso né per età, né per genere. In altre parole la decisione di porre eventuali limitazioni, proprio come accaduto con il vaccino di Oxford, spetterà alle autorità dei singoli Paesi. Vale a dire che in Italia, il monodose del colosso americano, sarà con grandissima probabilità riservato agli over60 (mentre in Francia ad esempio riservato agli over55).
LE AGENZIE «Auspichiamo già domani sera (oggi ndr) un semaforo verde dopo la riunione dell' Ema per il vaccino J&J - ha spigato Nicola Magrini, direttore generale dell' Aifa, l' agenzia italiana del farmaco - E speriamo da mercoledì di ripartire con le vaccinazioni». Se non fosse così «perché l' Fda non darà un responso definitivo e vi fosse un rallentamento» ha aggiunto l' esperto, «siamo pronti come Cts Aifa a seguire il Prac dell' Ema e riunirci alle 17 per dare ulteriormente corso ad una ripresa se venisse confermato che il rischio dei casi avversi è raro».La pratica potrebbe quindi subire qualche altro ritardo dovuto al fatto che il vaccino in questione non viene consegnato in Europa perché l' azienda stessa ha deciso di sospenderne la commercializzazione in attesa del parere degli esperti della Fda (Food and drug administration). Un parere che, come anticipato dal capo della task force antiCovid a stelle e strisce Anthony Fauci, arriverà «entro questa settimana» e porterà con sé «qualche forma di avvertimento o di restrizione».
«Noi vorremmo potere disporre di tutti i vaccini che l' Europa ha acquistato - ha aggiunto Magrini - abbiamo bisogno di questo quarto vaccino e di usarlo come AstraZeneca per dare una ulteriore possibilità» e «completare la campagna vaccinale» con rapidità. Il grande vantaggio di J&J infatti, è quello di non aver bisogno di un richiamo, e considerando che nel secondo trimestre se ne attendono 7,3 milioni di dosi, sarebbe un guadagno non da poco perla campagna vaccinale che già sta accelerando. Anzi, secondo l' immunologo della Statale di Milano e componente del Cts Sergio Abrignani, a fine maggio i 20 milioni di over60 italiani avranno tutti ricevuto almeno la prima dose.
«Considerando che un 10% non si vaccinerà, a 18 milioni va somministrata almeno una dose. 5 l' hanno già ricevuta, ne restano 13 e anche con il ritmo attuale finiremo prima della fine di maggio».
LE CONSEGNE In più le consegne ora sembrano procedere regolarmente e senza intoppi: ieri ad esempio sono arrivate 430mila dosi Vaxzevria, il vaccino AstraZeneca. Ma le buone notizie ieri sono arrivate soprattutto da Pfizer che ha annunciato di essere pronta a rifornire la Ue con altre 100 milioni di dosi di vaccino nel 2021 (un' opzione del contratto stipulato originariamente, già esercitata il 17 febbraio scorso).