La macchina organizzativa è pronta. «Abbiamo effettuato un sopralluogo nella zona di stoccaggio - conferma l'assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D'Amato - e tutto funziona perfettamente». Per l'inizio della campagna vaccinale ci vorranno però ancora 24 ore: le dosi che saranno somministrate a Roma resteranno allo Spallanzani; tutte le altre transiteranno nell'hub dell'aeroporto militare di Pratica di Mare dove con 5 aerei, 60 veicoli e circa 250 militari saranno trasferiti nelle altre regioni in modo che il 27 mattina possa scattare il Vaccine Day in tutto il paese.
Una giornata simbolica che vedrà le donne protagoniste: la prima ad essere vaccinata a Roma sarà l'infermiera Claudia Alivernini, 29enne che lavora proprio allo Spallanzani; in Lombardia toccherà invece a due lavoratrici del Niguarda di Milano - l'operatrice socio-sanitaria Adele Gelfo e l'addetta alle pulizie Grazia Presta - e a Annalisa Malara, l'anestesista che ha scoperto il paziente uno, Mattia, all'ospedale di Codogno. Anche a Napoli il primo vaccinato sarà una donna, Filomena Ricciardi, medico del pronto soccorso del Cardarelli. In attesa che partano le prime somministrazioni è già partito il dibattito politico attorno al vaccino.
Dopo il Vaccine Day, le successive dosi arriveranno direttamente dalla fabbrica della Pfizer nei 300 luoghi di somministrazione indicati dal Commissario per l'emergenza Domenico Arcuri e a quel punto partirà davvero la campagna vaccinale vera e propria per operatori sanitari e personale e ospiti delle Rsa. Con un occhio costante all'andamento dei numeri dell'epidemia poiché una risalita della curva rallenterebbe le vaccinazioni.
«Avevamo detto che prima della fine dell'anno avremmo iniziato le vaccinazioni e così sarà - dice il ministro degli Esteri, Luigi di Maio - Ci riprenderemo le nostre libertà e torneremo ad abbracciarci». Dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, arriva l'invito ai politici a dare l'esempio. «Chi oggi abbia responsabilità politica - sottolinea - deve sentirsi la responsabilità di dire, senza se e senza ma, che si vaccinerà». E se per Matteo Salvini «è importante spiegare, accompagnare, educare ma mai obbligare» più ambiguo è Beppe Grillo. «Sto aspettando i vaccini - dice il fondatore del M5s - li sto aspettando tutti, li vorrò fare tutti insieme in un'unica siringata».
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