1 – VATICANO, UN SECONDO INFETTO A SANTA MARTA IL PAPA: IO NON TRASLOCO
Franca Giansoldati per “il Messaggero”
PAPA FRANCESCO MESSA CASA SANTA MARTA
Il contagio in Vaticano si sposta sottotraccia, invisibile, senza farsi annunciare. E all'interno delle Mura Leonine ha trovato un ambiente favorevole seminando, di conseguenza, tanta paura tra i 400 residenti, per la maggior parte vescovi di età piuttosto avanzata.
LA FUGA
I cardinali che potevano se ne sono andati fuori Roma, altri vivono barricati nei loro appartamenti anche se qualche raro prelato ostenta una invidiabile sicurezza sostenendo che tutto questo caos passerà presto, come il prefetto dei Vescovi, il canadese Marc Ouellet che anche ieri ha fatto una riunione di carattere ordinario, come se niente fosse. Anzi, fu proprio lui a insistere, affinché il Papa ricevesse quel gruppo di vescovi francesi risultati poi contagiati.
PAPA FRANCESCO A PIEDI IN VIA DEL CORSO
Difficile dire da dove sia partito il virus. Se dai Musei Vaticani o dal via vai di gente continuo che entra ed esce dal piccolo Stato, oppure dagli ospiti o dai tanti religiosi che vengono ricevuti. Il fatto è che ora il contagio ormai è evidente.
FOCOLAI
Dopo il primo funzionario della Segreteria di Stato trovato positivo al tampone e ora ricoverato al Gemelli, è emerso un secondo caso. Stavolta il frate in questione si chiama padre Angelo Tognoni, è un altro funzionario della Segreteria di Stato anche se non risiede a Santa Marta ma in un monastero sulla Aurelia, l'Istituto Servi Del Cuore Immacolato di Maria. Anche in questa comunità ora potrebbero esserci in corso focolai di contagio ma i frati interpellati rifiutano di fare ogni commento, ritenendo l'informazione superflua.
In ogni caso un ulteriore segnale che indica quanto la diffusione dell'infezione all'interno del mondo religioso sia andata avanti in queste settimane. A questo punto in Vaticano è stato fatto a tappeto un test per valutare se tra i dipendenti della Segreteria di Stato e di Casa Santa Marta ci sono casi asintomatici. Anche il Papa si è sottoposto al tampone per la seconda volta, e fortunatamente ha dato ancora esito negativo.
INCOLUMITÀ A RISCHIO
Tuttavia in queste ore si fa largo il grande quesito sulla sua incolumità. Un tema enorme che resta aperto nonostante lui sia il primo a sdrammatizzare e a scartare sistematicamente l'idea di trasferirsi per qualche mese nell'appartamento pontificio dove un tempo avevano abitato i suoi predecessori. Una dimora che a Bergoglio non è mai piaciuta, troppo ampia e spaziosa ma soprattutto troppo isolata. Si racconta che a un suo amico abbia confidato che non se la sente di cambiare le sue abitudini e che in quell'appartamento sarebbero troppi i disagi per il suo carattere aperto, abituato ad avere sempre persone accanto a lui.
PAPA FRANCESCO CON KRISTIAN PAOLONI IL SALUTATORE
Eppure da quando il coronavirus ha varcato la soglia di Santa Marta la vita anche per lui è cambiata. Tanto per cominciare è costretto a consumare i pasti da solo in camera e a limitare la distanza tra sé e gli ospiti anche se continua a dare loro la mano (precedentemente disinfettata) al termine delle udienze mattutine. Ieri mattina ha incontrato nel palazzo apostolico (non a Santa Marta dove era in corso una sanificazione) Marco Impagliazzo della Comunità di Sant'Egidio: «Mi è parso molto sereno. Non abbiamo parlato di coronavirus.
Mi ha però fatto tante domande sulla vita degli anziani, come reagiscono, come vengono aiutati a Roma, che bisogni hanno in questo periodo». Oggi pomeriggio il Papa pregherà per la fine dell'epidemia con una preghiera, una benedizione straordinaria urbi et orbi e la possibilità di avere l'indulgenza plenaria a chi parteciperà spiritualmente. La piazza sarà completamente vuota. Nemmeno la creatività sorprendente dei film di Sorrentino avrebbe mai potuto immaginare uno scenario simile. Accanto al Papa ci saranno alcuni canonici e il crocifisso miracoloso che nel 1500 ha fermato la peste.
2 – PAURA IN VATICANO ORDINATI 700 TAMPONI PER CERCARE I POSITIVI
Domenico Agasso Jr. E Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Da Oltretevere è partito l' ordine, con destinazione Stati Uniti, di 700 kit di tamponi per la diagnosi del Covid-19. Sono stati richiesti dalla Farmacia Vaticana e spediti il 19 marzo.
Dunque tra le procedure avviate dalla Santa Sede per fronteggiare la pandemia c' è anche questo «magazzino» di test per verificare rapidamente la positività al virus.
PAPA FRANCESCO A SAN MARCELLO AL CORSO
Chi ha facilitato la spedizione è Paolo Zampolli, ambasciatore all' Onu dell' Isola Dominica. Il 12 marzo è stato inviato un campione alla Farmacia. Il 18 è arrivata la risposta: approvata la qualità del test, con il beneplacito di Andrea Arcangeli, vice direttore della direzione di sanità e igiene del Governatorato, scelto dall' entourage papale come punto di riferimento nell' emergenza Covid-19. La richiesta è di 70 scatole con dieci kit ciascuna. Totale 700 confezioni di «Coronavirus Covid Rapid Test» dell' azienda Biozek, spedite dall' Olanda.
In Vaticano risiedono 605 persone, quindi c' è più di un tampone per abitante. Per qualcuno è segno che i presunti positivi possano essere molti più dei cinque emersi finora.
papa francesco a S. Maria Maggiore
Ma va considerato che in tempi normali ogni giorno dentro le Sacre Mura transitavano migliaia di lavoratori o ospiti, e che lo Stato è concentrato in 44 ettari. Perciò appare anche probabile che l' accaparramento di test sia una scelta di precauzione. Risposte non se ne ricevono dal direttore della Farmacia, fra Binish Thomas Mulackal, che mantiene il riserbo assoluto. «No comment» anche da Arcangeli. L' incubo coronavirus ha messo in stato di massima allerta le Sacre Stanze, e quasi in lockdown l' intero Vaticano. Molti uffici lavorano in modalità smart working.
papa francesco a S. Maria Maggiore
Dove c' è la possibilità i dipendenti si alternano per essere presenti in sede il meno possibile, ed è stato chiesto loro di smaltire le ferie. Basilica di San Pietro e Musei Vaticani sono chiusi al pubblico. L' Osservatore Romano ha smesso di stampare le copie cartacee, mantenendo la versione online. È stato rinviato il viaggio di Bergoglio a Malta, che era in programma il 31 maggio. E la Pasqua, culmine dell' anno cristiano, sarà «a porte chiuse».
La preoccupazione è particolarmente elevata attorno a Casa Santa Marta, la residenza del Papa, dove il virus si è infiltrato: un alto prelato italiano che lavora in Segreteria di Stato è risultato positivo ed è ricoverato.
emergenza coronavirus papa francesco in video
Francescoè circondato da un cordone anti-contagio. I suoi spostamenti sono organizzati in modo che incroci meno gente possibile. Da tempo consuma i pasti non più nel salone comune, ma da solo nella sua stanza: il cibo glielo portano i segretari. Al mattino celebra la Messa nella Cappella senza fedeli. Però, sebbene abbia annullato gli appuntamenti pubblici, continua a lavorare e a incontrare persone in privato, con i suoi stretti collaboratori sempre muniti di prodotti disinfettanti. Chi ha appuntamento con lui, ci spiega una persona ricevuta in questi giorni nel Palazzo apostolico, prima di avvicinarsi deve «lavarsi le mani con il gel». Lo staff dell' anticamera è ridotto al minimo: «Solo due persone, ognuno in una stanza, accompagnano gli ospiti».
Ogni mattina «gli ambienti vengono sanificati. Eravamo seduti a distanza di più di un metro. Ma niente mascherine». Nonostante la cappa di paura che aleggia, «il clima nell' entourage del Papa è disteso».
Ieri il Pontefice ha donato trenta respiratori agli ospedali delle zone più colpite dalla pandemia. I nosocomi sono ancora da individuare, il compito lo ha affidato al cardinale elemosiniere Konrad Krajewski. E stasera, sul sagrato della Basilica in una San Pietro deserta, il Papa presiederà da solo in mondovisione un momento di preghiera per «rispondere alla pandemia», e darà la benedizione Urbi et Orbi (quella di Natale e Pasqua). Un' immagine destinata a entrare nella storia.
3 – IL PAPA CHIEDE LA GUARIGIONE SOTTO LA CROCE DEI MIRACOLI
papa francesco a S. Maria Maggiore
Estratto dell’articolo di Serena Sartini per “il Giornale”
(…) Francesco intanto continua la sua vita, quasi in totale isolamento: alle 7 la celebrazione della messa nella cappella Santa Marta (trasmessa in diretta su Rai1 per volere del direttore Stefano Coletta), a seguire gli appuntamenti strettamente necessari. Ieri, ad esempio, pochissime udienze e incontri privati.
Niente strette di mano e distanza di almeno un metro; nessuna udienza di gruppo. «In questi giorni di sofferenza ha detto alla messa - c' è tanta paura, paura degli anziani che sono soli nelle case di riposo o in ospedale o a casa loro e non sanno cosa possa accadere.
papa francesco alla messa del mercoledi' delle ceneri
La paura dei lavoratori senza lavoro fisso che pensano a come dare da mangiare ai loro figli e vedono arrivare la fame. La paura di tanti servitori sociali che in questo momento aiutano ad andare avanti la società e possono contrarre il coronavirus, anche le paure di ognuno di noi. Ognuno sa quale sia la propria».
Oggi pomeriggio, alle 18, l' appuntamento con la preghiera in una piazza San Pietro vuota e la benedizione «Urbi et Orbi». Un evento straordinario, una prima assoluta. Una preghiera di supplica per chiedere la fine della pandemia. Il Papa ha voluto sul sagrato il Crocifisso di San Marcello al Corso, il Crocifisso miracoloso che fece fermare la peste di Roma nel XVI secolo.
Proprio davanti a quella croce-simbolo dei Giubilei, Francesco si era inginocchiato dieci giorni fa, in un gesto straordinario che aveva fatto il giro del mondo: il Papa, da solo, che cammina per una Roma deserta, e poi in ginocchio in preghiera.
Ora Francesco ha voluto che quel pezzo di legno fosse al suo fianco in occasione della preghiera mondiale di oggi. Una semplice croce oggetto di profonda devozione da parte dei romani fin dal 1519, quando rimase intatta nel grande incendio che colpì la chiesa. Tre anni dopo, nel 1522, la croce viene portato in processione per le vie di Roma verso la Basilica di San Pietro.
papa francesco alla messa del mercoledi' delle ceneri 1
La processione dura 16 giorni, durante i quali la peste regredisce. Al termine, quando rientra in Chiesa, la peste è del tutto cessata. Ieri, il crocifisso sul cui retro sono incisi i nomi dei vari pontefici e gli anni di indizione dei Giubilei - non è stato portato in processione (ma con un furgoncino) ma il significato della sua presenza in una piazza san Pietro deserta è piuttosto chiaro: chiedere la fine di una pandemia che sta mietendo vittime in tutto il mondo.
Al termine della preghiera mondiale, il Papa impartirà la benedizione «Urbi et Orbi» (alla città di Roma e al mondo) cosa eccezionale e concederà l' indulgenza plenaria, ovvero la cancellazione delle pene temporali, secondo quanto previsto da un recente decreto della Penitenzieria Apostolica. Altro gesto significativo da parte della chiesa italiana è l' invito ai vescovi a recarsi da soli in un cimitero per commemorare i defunti. Sarà questo il Venerdì della Misericordia della Chiesa italiana.