Cesare Giuzzi e Rinaldo Frignani per "il Corriere della Sera"
Alek stava seduto sul treno per Brescia come un passeggero qualsiasi. Aspettava con pazienza l’avvio del convoglio dalla stazione Centrale di Milano, pronto a far perdere le tracce ancora una volta, usando il mezzo di trasporto a lui più congeniale, con il quale negli ultimi otto mesi si è spostato da Venezia a Livigno, da Torino a Roma. Viaggiando gratis e in certi casi dormendoci anche sopra, nei depositi ferroviari.
Una vita da sbandato, da lupo solitario, tradito questa volta dal tam-tam mediatico che gli ha fatto terra bruciata attorno, dalle decine di video delle telecamere di sicurezza che lo hanno ripreso da tutte le angolazioni, diramati dalla polizia a tutte le altre forze dell’ordine, dagli stessi clochard e dai pusher che gravitano alla stazione Termini: temevano che l’aumento della vigilanza da Capodanno in poi, dopo il ferimento della giovane turista israeliana nel maggiore scalo ferroviario romano, potesse intralciare i loro affari sporchi.
il senzatetto polacco che avrebbe accoltellato la turista israeliana
Quando ieri pomeriggio marito e moglie carabinieri, entrambi fuori servizio, lui vice brigadiere del Nucleo radiomobile, lei infermiera nel centro medico della caserma Montebello (Milano) dello stesso reparto dell’Arma, lo hanno riconosciuto sul vagone, soprattutto dal berretto, Aleksander Mateusz Chomiak, 24 anni, era ancora vestito di nero, proprio come nelle immagini dell’accoltellamento di Abigail G., davanti alle biglietterie automatiche di Termini la sera di San Silvestro.
Aveva perfino la stessa busta di plastica azzurra piena di cibo e sigarette, e un coltello da cucina confezionato. Il suo bagaglio per la fuga. Altre due lame, una sempre da cucina e un taglierino, le nascondeva nelle tasche del giubbotto. Alek ha capito che qualcuno si era accorto di lui e quando il capotreno ha dato l’ordine di non far partire il convoglio, ha provato a scendere di corsa, ma è stato immobilizzato dai carabinieri e dalla Polfer.
L’epilogo di tre drammatiche giornate, con la caccia senza quartiere al ragazzo nato a Grudziadz, città universitaria nella regione della Cuiavia-Pomerania, e conosciuto dalla polizia polacca perché in passato accusato di furto, forse di un’auto. Un giovane non facile, per il quale la madre Malgorzata si è subito mossa quando, otto mesi fa, il figlio si è allontanato da casa arrivando in Italia. Una fuga forse collegata proprio a quel reato commesso vicino casa. Appelli su appelli insieme con il marito Edward, per ritrovare il giovane, rivolgendosi anche in tv al «Chi l’ha visto?» polacco - Zaginieni veermisst - che il 14 dicembre scorso ha chiuso il caso: Alek era a Roma e stava bene.
Almeno in quel momento un sospiro di sollievo per i genitori del 24enne, tuttavia all’oscuro della vita randagia di Alek, abituato a girare con una lama sempre pronta all’uso. Per difendersi ma anche per aggredire. Dopo l’accoltellamento della turista a Roma sono scattati accertamenti per capire se nel corso delle settimane scorse il giovane sia stato coinvolto anche in altri reati. Esclusa l’ipotesi che possa trattarsi di un estremista, resta il mistero sul movente del ferimento di Abigail.
Prima di arrivare nella Capitale il 24enne si è spostato da Venezia a Livigno, in provincia di Sondrio, quindi ha passato un periodo a Torino. Ha dormito per strada, anche fuori dai fast food per poter connettersi alle reti wi-fi e ricaricare il telefonino, ha trovato in qualche caso ospitalità in strutture di accoglienza, a casa di amici e connazionali. Di lui comunque tracce a singhiozzo: il 23 ottobre scorso una delle ultime telefonate alla madre, prima di sparire di nuovo. «Sto bene, ora mi trovo a Roma, ti richiamo».
Poi più niente, per quasi due mesi. Trascorsi a Roma, quasi sempre alla stazione Termini, che il giovane polacco come tanti ragazzi senza tetto ha eletto come punto di riferimento, da raggiungere ogni giorno dalla periferia est o dall’Eur, non si esclude anche da rifugi oltre il Raccordo anulare, proprio come ha fatto nel pomeriggio del 31 dicembre, prima di ferire la turista.
A Roma, dove la comunità polacca si era mobilitata per rintracciarlo dopo l’allarme lanciato dalla polizia, è stato anche ricoverato in ospedale dopo essere stato soccorso in strada per un malore. Anche in quel caso, dopo le dimissioni, è finito in un centro d’accoglienza dal quale però si è allontanato qualche giorno dopo. Attirato ancora una volta dalla casbah fuori Termini, dove il 27 dicembre scorso Alek è stato fermato per un controllo dei documenti proprio nei pressi della stazione e poi, come spesso succede con i senza tetto, rilasciato.
il senzatetto polacco che avrebbe accoltellato la turista israeliana 3
TURISTA ISRAELIANA ACCOLTELLATA ALLA STAZIONE TERMINI TURISTA ISRAELIANA ACCOLTELLATA ALLA STAZIONE TERMINI