Val. Err. per “il Messaggero”
Nessuno si era accorto della sua scomparsa, nessuno lo aveva cercato. Giovanni Salmeri, 73 anni, era solo. Viveva con una pensione di 650 euro e quella misera cifra gli è costata la vita: 11 coltellate. Per identificare quel cadavere bruciato, trovato in una discarica a Milazzo, i carabinieri di Messina, coordinati dalla procura di Barcellona Pozzo di Gotto, hanno impiegato mesi.
Poi sono arrivati a Ettore Rossitto, 56 anni, un disoccupato, con un vecchio precedente per rapina, che viveva di espedienti. Lo scorso 28 luglio è stato lui ad accoltellare il pensionato per impossessarsi della misera cifra. Ne sono convinti gli investigatori e la procura.
Poi avrebbe bruciato il corpo per cancellare ogni traccia. E c'era quasi riuscito: le condizioni del cadavere hanno reso le indagini molto complicate. I carabinieri hanno visionato diecimila ore di registrazione, estrapolati da 40 telecamere, prima di dargli un nome. Ieri l'uomo è stato arrestato con l'accusa di omicidio premeditato. Il procuratore di Barcellona Pozzo di Gotto, Emanuele Crescenti, che non ha nascosto «un forte impegno emotivo» per risolvere il caso, ha commentato: «È incredibile che non ci sia stata nemmeno una denuncia di scomparsa, nonostante siano trascorsi diversi mesi. Sembra assurdo che una persona possa essere uccisa e bruciata in una discarica, e nel frattempo nessuno la cerchi. Tutti si erano dimenticati di Salmeri».
Al momento del ritrovamento del corpo, il 29 luglio scorso, i militari avevano solo un cadavere carbonizzato, che presentava varie ferite d'arma da taglio. Vicino al corpo, un cappellino parzialmente bruciato, un portafoglio con un euro, tre mazzi di chiavi e un coltellaccio da cucina. Nessun documento, né effetti personali utili a dare un nome alla vittima.
milazzo anziano bruciato rossitto
«Durante le indagini - ha spiegato Lorenzo Sabatino, comandante dei carabinieri di Messina - abbiamo visionato e analizzato più di 10mila ore di registrazione di filmati estrapolati da oltre 40 telecamere di numerosi sistemi di videosorveglianza pubblici e privati. E attraverso quei fotogrammi siamo riusciti a risalire all'identità del cadavere e del suo assassino».
È grazie a quelle immagini che i militari hanno risolto il caso. Tra i fotogrammi ne hanno trovato uno della mattina del 28 luglio: un ciclomotore con due uomini a bordo. Uno dei due, il passeggero, aveva un cappello con la visiera di colore verde, simile a quello trovato sul luogo del delitto, e un abbigliamento compatibile con i frammenti di vestiti rimasti addosso al cadavere bruciato. In un'altra immagine, si vedeva una densa colonna di fumo proveniente dal luogo del delitto, compatibile con l'incendio del corpo e, poco dopo, il passaggio dello stesso ciclomotore, questa volta con a bordo il solo conducente. La targa del ciclomotore è stata immortalata in un altro scatto. E i militari sono arrivati a Rossitto.
milazzo anziano bruciato rossitto
La certezza sull'identità della vittima, ripresa insieme a Rossitto vicino all'ufficio postale dove l'anziano aveva appena ritirato la pensione, è arrivata solo con l'ingresso, nella sua abitazione. Gli investigatori hanno usato uno dei mazzi di chiavi trovati sulla scena del crimine. L'uomo viveva da solo e in pessime condizioni igienico sanitarie. I vicini hanno confermato di non averlo più visto dal mese di luglio. «Pensiamo che l'omicidio - conclude il procuratore Crescenti - sia stato premeditato, perché qualche giorno prima Rossitto, come si vede in un altro fotogramma, aveva fatto dei sopralluoghi e il 28 luglio aveva con sé tutto l'occorrente per bruciare un cadavere».