Francesco Salvatore per “la Repubblica - Edizione Roma”
La obbligava a comportarsi come le donne della sua famiglia, a mettere le gonne lunghe e i capelli acconciati in un certo modo. Niente trucco o pantaloni. Doveva rispettare le usanze rom dei Casamonica in una condizione di totale asservimento a lui e ai suoi genitori. È questo il cuore delle accuse contestate dalla procura a uno dei componenti della famiglia Casamonica, accusato di maltrattamenti prolungati e violenze sessuali nei confronti della moglie.
E gli abusi e il clima di violenza ingiustificata e minacce sarebbe proseguito per lungo tempo, fino a che la donna non ha capito che solo denunciando sarebbe riuscita a liberare lei e i suoi figli. L'uomo era stato arrestato ed è in carcere, accusato anche di associazione mafiosa in uno dei rivoli dell'inchiesta Gramigna. Ieri per lui il pm Eugenio Albamonte ha chiesto 8 anni di pena per entrambi i reati. I fatti contestati vanno dal 2006 al 2016. Per il pm i maltrattamenti sono avvenuti anche di fronte ai figli.
Offese ripetute, gli schiaffi, l'obbligo di ubbidire a lui e ai suoi genitori, il divieto di far vedere i nipotini ai nonni materni. E poi le violenze sessuali: «La logica era quella di una persona che permetteva un tenore di vita benestante alla moglie - ha spiegato in aula il pm nella requisitoria - ma poi pretendeva con la violenza: " Io pago cene, gioielli e borse e tu non fai quello che ti chiedo io?", l'atteggiamento usato da Casamonica ».
Tre gli episodi di violenza sessuale contestati all'uomo. Abusi prepotenti a cui la vittima non è riuscita a ribellarsi. Uno anche poco dopo che la donna aveva partorito, con il taglio cesareo. «L'imputato non voleva aspettare e ha preso quello che voleva con la forza - ha ricostruito il pm - la donna è dovuta ricorrere alle cure mediche e lui le ha detto di riferire di essere caduta in casa».
La vittima per anni ha sopportato fino a che si è resa conto, e ha denunciato: « È stata una frase riferita dal padre dell'imputato - ha spiegato il pm - a convincerla: " Ricorda che i tuoi figli sono Casamonica"». La vittima, infatti, costretta a vivere con i suoceri sebbene il marito fosse in carcere, si è rivolta alle forze dell'ordine. «Avevo provato a dire che volevo andare via - la denuncia della donna - ma mi ha minacciata di fare del male a me e alla mia famiglia. Mi avrebbe ammazzato».