Andrea Pasqualetto per il Corriere della Sera
Cinque passi veloci sulla pedana dei deltaplani, lo stacco a 850 metri di quota, lui che finisce in posizione innaturale tenendosi alla sbarra con la sola forza delle braccia, pochi secondi, un urlo disperato e la caduta nel vuoto del monte Grappa. Agganciata al deltaplano rimane solo lei, l' amica passeggera, che però non sa pilotarlo.
E così il mezzo si sbilancia, le ali si impennano, disegnano una piroetta, invertono la rotta e finiscono sulla montagna, dove si impigliano a un albero del precipizio.
Il bilancio è tragico e miracoloso al tempo stesso: lui, Federico Baratto, padovano di 51 anni, istruttore e campione nazionale nel 2018, verrà trovato senza vita cento metri più sotto, in mezzo agli arbusti di Borso del Grappa, nel Trevigiano. Lei, Eva, ventottenne triestina, si salverà appesa a una pianta della parete.
Un film. «La vela che le ha fatto da protezione, era praticamente illesa, un miracolo», racconta Mario Brunello del Soccorso alpino che è stato il primo ad arrivare sul posto con la sua squadra. Sotto choc, Eva è stata portata all' ospedale di Bassano per una caviglia slogata. Agli investigatori ha sospirato poche cose: «Non ho capito cosa sia successo, ho visto solo il deltaplano che si alzava all' improvviso e mi sono ritrovata sull' albero. È stato tutto molto brutto».
Era partita sabato da Trieste con gli amici che le avevano regalato il volo. Prima di lei l' aveva fatto un amico raccontando poi qualcosa di strepitoso. Nel primo pomeriggio toccava a lei. «Federico mi aveva agganciato e pensavo che anche lui lo fosse. Stava sotto di me, ho sentito che prendeva la corsa ma non ho capito cosa sia successo».
Su quel che è successo stanno indagando i carabinieri di Castelfranco Veneto che hanno già riferito al pm di Treviso. «Si è trattato con ogni probabilità di un errore umano, l' istruttore non si era messo in sicurezza - spiega un ufficiale dell' Arma che indaga sul caso -. In ogni caso, al momento, non risultano responsabilità di terzi».
Ma com' è possibile che un esperto di volo come Baratto, istruttore dal 1994, abilitato ai voli biposto da 22 anni, si sia dimenticato di agganciarsi al deltaplano, cioè la regola numero uno?
«Ce lo stiamo chiedendo tutti, anche perché siamo molto fiscali su verifiche e controlli prima del decollo - dice il collega e amico di Baratto, Daniele Matteazzi, 36 anni di voli alle spalle -. Federico peraltro era una persona scrupolosa. La sola risposta che riesco a darmi è che sia successo qualcosa di anomalo e l' anomalia che vedo è una soltanto: la telecamera. Mi spiego: lui avrà assicurato la passeggera e se stesso, poi si è accorto che la telecamera era spenta, si è sganciato per riaccenderla e si è dimenticato di rimettere il gancio».
Matteazzi è affranto e arrabbiato. «Perché se ci fosse stato qualcuno ad assisterlo non sarebbe successo. L' assistenza prima del decollo non è un obbligo ma dovrebbe diventarlo. Non è la prima volta che succede sul Col del Puppolo».
Lo scorso 10 aprile era costato la vita a un appassionato di 83 anni. Sabato si è schiantato Baratto, campione di volo. Un maledetto volo che Eva non dimenticherà mai più