Ha fatto arrivare in Italia una ragazza nigeriana promettendole un posto di lavoro in un bar, poi l’ha costretta a prostituirsi per ripagare il debito. Quindi l’ha sequestrata in un appartamento a Bari, l’ha violentata, messa incinta e poi l’ha cacciata di casa impendendole di portare con sé i documenti e pure il figlio nato dallo stupro che ha subito dal suo aguzzino.
L’uomo, detto “Fred” o “Friday”, di 43 anni, ritenuto tra i capi della mafia nigeriana, è stato arrestato dalla Squadra mobile di Reggio Calabria. Con l’accusa di riduzione in schiavitù, tratta di esseri umani, sequestro e violenza sessuale.
L’arresto del boss nigeriano
L’arresto dell’uomo, che è indagato anche per associazione a delinquere, è stato disposto dal gip Vincenza Bellini. Assieme al fratello detto “Felix” di 32 anni, e ad altri soggetti che si trovano in Libia e in Nigeria, avrebbe reclutato in patria ragazze da condurre con l’inganno in Italia. Nell’inchiesta sono indagati altri tre nigeriani, due donne di 30 e 22 anni, e un uomo di 25.
La ragazza nigeriana e i riti voodoo
Le vittime venivano legate mediante rito voodoo e tenute in uno stato di completa prostrazione psicologica per poi avviarle alla prostituzione. Una di loro lo ha denunciato e ha raccontato agli investigatori di essere stata “sottoposta in Nigeria – riassume il giudice – ad un rito di magia nera per vincolarla al rispetto dell’impegno di pagare la somma di 25mila euro”.
Stando alle indagini del pm Amerio, ci sarebbe stata una vera e propria cerimonia in cui la ragazza, all’epoca ventunenne, e la sua famiglia sono state minacciate di morte nel caso in cui avessero infranto il giuramento.