1- I POTERI FORTI BOCCIANO BARACK OBAMA: “DOWNGRADE”! (ADDIO SOGNI DI RIELEZIONE) - 2- IL TAGLIO DEL RATING BY STANDARD & POOR’S, DECLASSAMENTO MAI SUCCESSO, AVRÀ UN IMPATTO SULL’APPETITO DEGLI INVESTITORI ESTERI PER IL DEBITO DEGLI STATI UNITI? - 3- NEL 1945 I CREDITORI ESTERI DETENEVANO SOLO L’1% DEL DEBITO AMERICANO, ORA NE CONTROLLANO IL 46%. FRA I MAGGIORI CREDITORI LA CINA CHE HA DIFFUSO UNA DURA NOTA IN CUI AFFERMA IL PROPRIO DIRITTO DI “CHIEDERE AGLI STATI UNITI DI RISOLVERE I SUOI PROBLEMI STRUTTURALI DI DEBITO” E DI “RISTABILIRE IL PRINCIPIO DI BUON SENSO PER CUI SI DOVREBBE VIVERE ALL’ALTEZZA DEI PROPRI MEZZI, PER CURARE LA SUA DIPENDENZA DAL DEBITO”. NON DISSIMILE IL COMMENTO DELL’AGENZIA UFFICIALE DI PECHINO XINHUA “I GIORNI IN CUI UNO ZIO SAM CARICO DI DEBITI POTEVA TRANQUILLAMENTE SPERPERARE PRESTITI ILLIMITATI OTTENUTI ALL’ESTERO SEMBRANO ESSERE FINITI” -

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La Stampa.it

OBAMA DOWNGRADEOBAMA DOWNGRADE

A non considerare più i titoli di stato americani fra i più sicuri investimenti al mondo è Standard & Poor's con una mossa senza precedenti arrivata dopo ore di braccio di ferro con il Tesoro. Il Tesoro Usa ha discusso per tutto il pomeriggio di venerdì con gli uomini di S&P, tentando di convincerli che le prospettive del debito sovrano siano migliori di quanto appaiano a prima vista, ma non sono riusciti nell'intento.

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Per la prima volta in 70 anni, l'agenzia ha annunciato di aver tagliato di un livello ad "Aa+" il rating sul debito del governo americano, motivando la decisione con il giudizio sulle misure decise nei giorni scorsi a Washington, definite «inferiori» a quanto necessario per riportare il deficit federale sotto controllo.

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Il «downgrade riflette la nostra opinione» sul piano di risanamento che non è adeguato a quanto «sarebbe necessario per stabilizzare nel medio-termine il debito» afferma Standard & Poor's, sottolineando che «l'efficacia, la stabilità e la prevedibilità della politica americana si è indebolita in un momento» in cui le sfide fiscali ed economiche aumentano. Il tetto del debito - evidenza il presidente del comitato di valutazione di S&P, John Chambers - doveva essere alzato prima per evitare il downgrade. Dopo la decisione di S&P di declassare il giudizio sul debito sovrano Usa, l'amministrazione Obama ha attaccato gli analisti dell'agenzia, sostenendo di aver trovato un errore da 2mila miliardi di dollari nei calcoli.

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La decisione di Standard & Poor's potrebbe avere - secondo gli osservatori - un effetto più psicologico che pratico. Moody's e Fitch hanno mantenuto il rating di tripla A per gli Stati Uniti e il downgrade di una sola agenzia è più gestibile. I titoli del Tesoro sono rimasti stabili negli ultimi giorni e considerati dagli investitori un investimento sicuro anche in seguito alla crisi del debito europea.

Ma il taglio del rating delle ripercussioni potrebbe averle aumentando la mancanza di fiducia nel sistema politico e causando il downgrade di aziende e stati, per i quali i costi di finanziamento potrebbero salire. La maggiore preoccupazione è verificare se la decisione avrà un impatto sull'appetito degli investitori esteri per il debito americano.

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Nel 1945 i creditori esteri detenevano solo l'1% del debito americano, ora ne controllano il 46%. 
Fra i maggiori creditori la Cina che ha diffuso una nota in cui afferma il proprio diritto di «chiedere agli Stati Uniti di risolvere i suoi problemi strutturali di debito» e di «ristabilire il principio di buon senso per cui si dovrebbe vivere all'altezza dei propri mezzi, per curare la sua dipendenza dal debito».

Obama si inchina a Hu JintaoObama si inchina a Hu Jintao

Non dissimile il commento dell'agenzia ufficiale di Pechino Xinhua «I giorni in cui uno Zio Sam carico di debiti poteva tranquillamente sperperare prestiti illimitati ottenuti all'estero sembrano essere finiti».

 

 

 

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