EMMANUEL MACRON CHRISTINE LAGARDE
Riccardo Sorrentino per www.ilsole24ore.com
La Banca centrale europea vuole, e deve, fare molto di più. Le condizioni finanziarie di Eurolandia si sono paradossalmente irrigidite, dopo l’esplosione della pandemia, soprattutto a causa delle tensioni sui rendimenti sui titoli di Stato dei Paesi privi di un rating AAA (l’enorme mercato italiano è sicuramente responsabile di questa reazione avversa). La base monetaria - la liquidità immessa - è aumentata; ma meno, per esempio che negli Stati Uniti.
La riunione di aprile è stata allora l’occasione per abbassare ulteriormente i tassi sulle aste di liquidità di lunga durata, e finalizzate ai prestiti alle imprese, le Tltro, che ora saranno pari a 50 punti base (0,50 punti percentuali) in meno del tasso di riferimento medio per il periodo dell’operazione (oggi è a quota zero, quindi le aste offrono liquidità a tassi negativi).
La Bce - che si aspetta per il 2020 un pil in calo tra il 5 e il 12% (-15% il secondo trimestre), in dipendenza dalla durata e dal successo delle misure di contenimento e una ripresa la cui velocità ed entità restano «altamente incerte» - ha inoltre introdotto le Peltro, le Pandemic emergency long term refinancing operations, a un tasso un po’ più alto, o,25 punti in meno rispetto al tasso di riferimento medio. Da maggio saranno realizzate sette aste che saranno un backstop per la liquidità e avranno lo scopo di garantire il buon funzionamento del mercato monetario.
È stato inoltre confermato tutto il pacchetto di misure per sostenere e riparare il meccanismo di trasmissione della politica monetaria. In particolare, la Bce ha spiegato di essere «pienamente preparata ad aumentare le dimensioni del Pepp», il quantitative easing pandemico da 750 miliardi, «e adattarne la composizione, per quanto necessario e per il tempo necessario».
È inoltre pronta a «rivedere tutti i suoi strumenti, se appropriato, per assicurare che l’inflazione si muova verso l’obiettivo in modo sostenuto, in linea con il suo impegno alla simmestria». Divergenze dall’obiettivo, verso il basso e verso l’alto saranno quindi considerate ugualmente inaccettabili.
christine lagarde jens weidmann
La Bce, ha riassunto Lagarde, è pronta a tutto per sostenere i cittadini durante una recessione la cui durata è difficile da prevedere. Il probabile andamento dell’inflazione - prevista in ulteriore declino, sia pure con grandi incertezze legate all’interruzione della catene delle forniture - dovrebbe darle lo spazio sufficiente per intervenire con aggressività.
Molto dovrà essere fatto anche dalla politica fiscale e per questo motivo la Bce - ha spiegato Lagarde - e sostiene per questo la creazione di un Recovery fund, come è stato proposto dal presidente francese Emmanuel Macron per sostenere la ripresa (mentre l’Omt, disegnato nel 2012, non è più adatto, soprattutto rispetto al Pepp per sostenere i paesi in difficoltà sul piano fiscale).
È sufficiente quanto ha fatto finora la Bce? Le aste di liquidità sono lo strumento preferito dalla Banca centrale e possono essere molto utili. La quantità di liquidità che viene immessa sul mercato è però dipendente dalle richieste delle banche (anche se i tassi negativi sono un buon incentivo) e, in questo senso, la Bce resta un po’ passiva. Lo strumento garantisce quindi un ammontare di liquidità coerente con le necessità del sistema economico con tutte le sue imperfezioni, temporanee e strutturali.
Non a caso i primissimi Tltro del 2014 furono presto accompagnati dal quantitative easing, che rendeva la Bce decisamente proattiva. Nella fase attuale in cui - come ha ripetuto la Banca centrale (ma anche la Fed) - occorre mantenere funzionante il meccanismo di trasmissione della politica monetaria («in tutte le parti dell’economia e in tutte le giurisdizioni», ha detto la presidente Christine Lagarde), forse non sono la misura più appropriata.
Sugli spread, ha assicurato Lagarde, la Bce è intervenuta, «e continueremo a farlo, credetemi», ha aggiunto. Ha ricordato che la Banca centrale non accetterà né una frammentazione finanziaria di Eurolandia né un irrigidimento delle condizioni finanziarie, ma i dati sembrano dire altrimenti. Acquisti di titoli più intensi, e un Pepp senza limiti di ammontare come quello varato in Usa sarebbero però stati probabilmente più utili: per ora la Bce sembra in ritardo.