Massimo Gramellini per il "Corriere della Sera"
CONTE DI MAIO E DI BATTISTA SUI TALEBANI
A Kabul l'ultimo Consiglio dei ministri è stato piuttosto movimentato, con i talebani che si sparavano addosso tra di loro e il capo dei cosiddetti moderati, Baradar, dato per disperso. Al momento nessuno sa dire dove sia: se in ospedale o sottoterra. Si tende a sopravvalutare il Male: ogni tanto sembrerebbe una farsa, se non fosse sempre una tragedia.
Tornano alla mente le lucide analisi di certi pensatori italiani che per puro odio verso l'America e i valori occidentali sono arrivati a dipingere i talebani come valorosi guerrieri tutti d'un pezzo. Ruvidi, magari, e un tantino retrò sul concetto di uguaglianza tra i sessi, ma nobili e cavallereschi. In realtà si tratta di clan tribali che litigano per le poltrone peggio di un manipolo di sottosegretari nostrani, ma con metodi decisamente più spicci e guidati da capimafia che, appena si trovano intorno allo stesso tavolo per spartirsi il bottino, cercano di eliminarsi a vicenda come in una scena-madre del «Padrino».
IL DIALOGO DI CONTE CON I TALEBANI - BY OSHO
Quell'anima bella di Giushappy Conte, immediatamente imitato dai trombettieri della sua corte, aveva colto nei primi atti del nuovo regime «un atteggiamento abbastanza distensivo». Dopo la sparatoria dell'altro ieri osiamo sperare che abbia cambiato avverbio e soprattutto aggettivo. Forse con i talebani bisogna trattare. Ma come si tratta con un bandito che ti ha rapito la nonna e le tiene un coltello sotto la gola. Senza concedere loro neanche per un attimo lo status di legittimi rappresentanti di una nazione.
GIUSEPPE CONTE E I TALEBANI - MEME BY SARX88