Paolo Ferrari per “Libero quotidiano”
L'errore più grande di Matteo Renzi sulla giustizia? Scegliere le persone sbagliate nei posti di responsabilità. Ad esempio, gli ultimi due componenti laici del Consiglio superiore della magistratura in quota Pd, nell'ordine Giovanni Legnini e David Ermini.
L'ex rottamatore, che ieri ha però incassato l'assoluzione di sua madre dall'accusa di bancarotta nel processo in corso a Cuneo, ha parole molto dure per entrambi, attribuendogli di fatto molte delle vicissitudini giudiziarie che lo vedono coinvolto da tempo.
Legnini, esponente di primo piano dei dem in Abruzzo dove si candidò anche a governatore, avrebbe «concorso a decidere ogni singola nomina attraverso il meccanismo della lottizzazione delle correnti».
Ermini, invece, sarebbe stato preferito a concorrenti più blasonati, come il costituzionalista Massimo Luciani, ultimamente incaricato dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia di scrivere la riforma del Csm.
SCELTA SORPRENDENTE
Renzi ricorda poi, senza entrare nello specifico, la scelta della Banca popolare di Bari da parte di Legnini come banca per gestire la cassa milionaria del Csm. Una scelta che aveva sorpreso un po' tutti gli addetti ai lavori del mondo della finanza e che merita di essere raccontata. Il Csm aveva pubblicato il bando per l'affidamento del suo servizio di tesoreria il 7 agosto del 2015 con scadenza per la presentazione delle domande il successivo 16 agosto.
maria elena boschi giovanni legnini (2)
L'unico requisito richiesto era l'offerta «più vantaggiosa». Bpb, con solo cinque sedi in tutto il centro Italia, offrendo anche ai magistrati del Csm mutui scontatissimi e prestiti a tassi irrisori, vinse a mani basse, superando colossi come Intesa o Unicredit. Se fossero stati richiesti, invece dei mutui scontatissimi, altri indicatori, tipo la solidità finanziaria, si sarebbe scoperto che nel 2010 la Banca d'Italia aveva evidenziato a carico di Bpb «carenze nell'organizzazione e nei controlli interni sul credito».
Pur a fronte di tali carenze Bpb nel 2014 aveva acquisito la Cassa di risparmio di Teramo (Tercas), con la partecipazione per 330 milioni del Fondo interbancario di tutela dei depositi, al quale si era opposta la Commissione europea ritenendolo un aiuto di Stato. Nel 2015, anno in cui iniziò a gestire le risorse dei magistrati, le azioni di Bpb divennero carta straccia.
david ermini sergio mattarella al csm
E nel 2016 un'altra ispezione della Banca d'Italia rilevò «significativi ritardi rispetto agli obiettivi prefissati» e, nuovamente, «l'esigenza di rafforzamento nel sistema dei controlli sui crediti». Nel 2017 partì, allora, l'ultimatum da via Nazionale per un aumento di capitale al fine di impedire il fallimento della banca.
ROSSO RECORD
Il 2018 si chiuse con un rosso record, oltre 430 milioni, per il sistema bancario italiano. Nel 2019 ci fu, infine, l'ennesima visita degli ispettori della Banca d'Italia con la sentenza di "morte". «Si segnala scrissero gli ispettori - l'incapacità della governance di adottare le misure correttive per riequilibrare la situazione patrimoniale.
Le gravi perdite portano i requisiti prudenziali di Vigilanza al di sotto dei limiti regolamentari». Il commissariamento chiuse così l'avventura di Bpb e il governo Conte dovette stanziare 900 milioni per il suo salvataggio. Nel 2016 a carico di Bpb, per non farsi mancare nulla, venne aperto dalla Procura di Bari un fascicolo per associazione a delinquere, truffa, ostacolo alla vigilanza, false dichiarazioni in prospetto.
Fra gli indagati il presidente Marco Jacobini, poi arrestato, e l'amministratore delegato Vincenzo De Bustis. Questo quadro giudiziario poco idilliaco, però, non impedì a Bpb di continuare a gestire i soldi del Csm e di sponsorizzare i convegni dei magistrati.
Nel settembre del 2017, a Pescara, Bpb sponsorizzò infatti un maxi incontro organizzato dalle toghe di sinistra dal titolo «Dialoghi sulle Procure». In prima fila, oltre a Legnini, tutto il gotha di Magistratura democratica, dall'attuale procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi al procuratore di Milano Francesco Greco, magistrato quest' ultimo molto esperto proprio di reati finanziari.
Ieri sera, intanto, Renzi ha dato la notizia dell'assoluzione della madre Laura Bovoli su Facebook: «Mia mamma oggi assolta dopo anni di indagini e processi dall'accusa di bancarotta a Cuneo. Perché? Perché il fatto non sussiste. La verità arriva, prima o poi. Tante sofferenze ma poi arriva. Continuino ad attaccarmi, non mollo. E soprattutto: ti voglio bene, mamma. Scusami se hai dovuto subire tutto questo per colpa mia».