GLI APPLAUSI PER MATTARELLA ALL'INGRESSO ALLA TEATRO LA SCALA
Virginia Piccolillo per www.corriere.it
«Auspico che lo spirito del Teatro alla Scala ispiri tutte le forze politiche ad impegnarsi per evitare di arrivare, malgrado i tempi brevissimi, all’esercizio provvisorio di Bilancio». L’appello lo lancia, sul Corriere, il presidente del Senato, Ignazio La Russa: «Non entro nel merito del provvedimento. Ma credo sia quello lo spirito giusto da ritrovare, non per il bene del governo ma per evitare una brutta figura all’Italia».
Cosa intende?
«Il presidente Mattarella ha ricevuto una meritatissima ovazione. E Giorgia Meloni ha fatto di tutto per lasciarlo unico protagonista di questo giusto riconoscimento. Ha ceduto il suo posto a Ursula Von der Leyen, che inizialmente non era prevista dal cerimoniale e non ha accettato neanche che le cedessi il mio, più centrale, accanto alla figlia di Mattarella. Ma credo che, senza nulla togliere al capo dello Stato, una parte di quegli applausi fosse anche per lei».
BEPPE SALA - URSULA VON DER LEYEN - IGNAZIO LA RUSSA - GIORGIA MELONI - PALCO REALE DELLA SCALA 2022
Cosa glielo fa pensare?
«Ero lì. Lo stesso presidente si è voltato più volte verso Giorgia in segno di condivisione. E dalla platea e dai palchi non sol o non c’è stata alcuna contestazione, come forse da sinistra qualcuno si aspettava, ma, anzi, si sentivano incoraggiamenti per lei. E questo in un luogo tradizionalmente appannaggio prevalente della sinistra, nel centro storico di Milano dove il Pd vince sempre. È stato un bel segnale di quello spirito unitario che serve all’Italia».
Crede sia uno spirito condiviso nel Paese?
«Più di quanto appaia da tv e certi giornali. Alcuni retroscena interessati, ancorché minoritari, hanno cercato di attribuire a Giorgia inesistenti gaffe. C’è chi l’ha addirittura paragonata a Cenerentola dimenticando peraltro il finale di quella favola. Io alla Scala ho visto solo simpatia e applausi per lei. E credo che nel Paese ci sia la volontà comune di vederci tutti insieme al lavoro per superare le difficoltà. Ciascuno nel proprio ruolo. E comunque è quello che pur nelle differenze e nel confronto, auspico».
ignazio la russa giorgia meloni alla scala
Alla manovra sono stati presentati tanti emendamenti, anche dalla maggioranza. L’ha sorpresa?
«È sempre stato così. È quello il momento in cui le forze politiche e i singoli parlamentari sperano che possano essere accolte le loro istanze. Ma, visti i tempi, mi auguro che prima dell’aula ci sia un ragionevole accorpamento, magari figlio del confronto. E poi le regole del Senato aiuteranno la celerità».
A costo di strozzare il dibattito parlamentare?
«No. Nel rispetto assoluto del regolamento, votato all’unanimità nella scorsa legislatura, si cercherà di procedere celermente».
beppe sala ursula von der leyen sergio mattarella ignazio la russa giorgia meloni palco reale scala 2022
Questa manovra toglie ai poveri per dare ai ricchi?
«Le valutazioni spettano alle forze politiche. Io non ho questa impressione. Si aiutano le imprese, chi è in difficoltà, le famiglie a basso reddito. Poi tutto può essere migliorato. Ha fatto bene una parte dell’opposizione a interloquire col governo. Spero che lo facciano anche altri e auspico che alla fine si convenga sulla linea di dare di più a chi ha più bisogno».
Non c’è stata ansia di includere provvedimenti spot?
«Da sempre nella manovra la necessità anche di inviare segnali c’è sia nella maggioranza che nell’opposizione».
Sarà una manovra di breve prospettiva?
beppe sala ursula von der leyen sergio mattarella ignazio la russa giorgia meloni palco reale scala 2022
«Questo lo dice una parte dell’opposizione. Io non lo so. Nella dialettica parlamentare il grido di allarme dell’opposizione è inevitabile e ci sta».
Vede più insidie nel rapporto con l’Europa o nella dialettica parlamentare?
«Il rapporto con l’Europa, al di là di qualche frizione con la Francia, sta dando molte soddisfazioni all’Italia. Vedo grande attenzione per noi da parte di Paesi europei ed extraeuropei. Lo spread e le borse non sono andate male diversamente da quanto qualcuno preconizzasse. E credo che, come italiani, tutti ce ne dobbiamo rallegrare. Guai a non farlo per motivi di parte».
giorgia meloni alla prima della scala 2022 5
Le frizioni con la Francia in realtà continuano.
«È ormai un’annosa questione che riguarda il tema dell’accoglienza. Auspico che entrambe le nazioni abbiano un comportamento identico su come accogliere i migranti. Una intesa su questa linea mi sembra opportuna».
Dopo la manovra ci saranno guai con la maggioranza?
«Inutile immaginare cose che oggi non ci sono. Io penso che un corretto rapporto tra le forze di maggioranza e anche tra le diverse forze di opposizione sia auspicabile perché fa bene all’Italia. Io stesso, per quanto possa fare, cercherò di facilitare il ruolo che il Parlamento può avere nel dare risposte agli italiani. Sarò neutrale ma non assente».
L’invio delle armi all’Ucraina è passato senza incidenti. Il prossimo?
«Do per scontata la prosecuzione della linea filo occidentale e atlantica».
Putin dice che la trattativa deve partire dai risultati in campo. La violenza vincerà?
«Non commento le parole di Putin che ciascuno può giudicare».
giorgia meloni dominique meyer andrea giambruno prima della scala
Il Cremlino loda la scelta per la prima alla Scala di un’opera russa. Lei?
«La cultura non va mai censurata. L’ho sempre detto. Vale per Boris Godunov — che peraltro ha poco a che fare con Putin — ma anche per qualcosa di più vicino a noi che ogni tanto emerge. La cancel culture di qualunque colore non mi è mai piaciuta».
Un’inchiesta per corruzione internazionale getterebbe un’ombra sui mondiali in Qatar. Che fare?
«Sono stato invitato in Qatar. Ero tentato ma per evitare fraintendimenti ho detto no. Credo che lo sport, come la cultura, non vada mai boicottato. Bisogna trarre insegnamento dalle olimpiadi antiche che prevedevano l’obbligo di pace anche in tempo di guerra per consentire a tutti di partecipare. E aggiungo che la comunità internazionale dovrebbe mobilitarsi a tutela dei calciatori dell’Iran che non hanno cantato l’inno».
giorgia meloni prima della scala