Estratto dell'articolo di Virginia Piccolillo per “Corriere della Sera”
Il cognome più votato in Umbria? Meloni. Non Giorgia: la premier non era in lista. E neppure un’altra parente. Ma Simona: capogruppo dell’opposizione uscente in giunta. «Secondo me qualcuno s’è pure sbagliato. Perché, con il voto disgiunto, ci siamo ritrovati in ticket assieme a un ragazzo di Fratelli d’Italia», ammette, ridendo.
A lei sono andati 8.196 voti. Ne aveva incassati 4.052 alle scorse elezioni regionali. «Una vittoria sperata e negli ultimi giorni, devo dire, anche prevista» spiega lei stanca ma felice.
Nata nel 1974 a Castiglion Fosco, frazione di Piegaro sul Lago Trasimeno. Laureata in lettere e filosofia: «Formazione umanistica come Bersani», dice orgogliosa. E ammette di non aver votato, alle primarie, Elly Schlein: «Ho votato Bonaccini, ho coordinato la sua campagna e sono referente in Umbria di Energia Popolare».
Ritiene che sia stato un valore aggiunto la formazione e i valori cattolici di Stefania Proietti. Non solo a vantaggio della neogovernatrice che avuto 21 mila voti in più della sua coalizione (+11,6%). Ma per l’intera proposta: «Abbiamo bisogno di persone che diano segnali di accoglienza, inclusione. E Proietti da sindaca ha saputo sempre guardare a tutte le anime della comunità». Facendo da collante al «patto avanti»: il campo largo dell’Umbria, spiega Meloni. [...]
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