1. USA 2020: OCASIO-CORTEZ, NON FATTO ABBASTANZA FRA ISPANICI
(ANSA) - "Non commenterò i risultati elettorali perché il conteggio è ancora in corso. Ma posso dire che avevamo lanciato l'allarme sulle debolezze dei democratici fra gli ispanici da molto tempo. C'è una strategia e una strada, ma non c'è stato lo sforzo necessario". Lo twitta la deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez postando un articolo sulla debole performance di Joe Biden in Florida fra gli ispanici.
2. GLI ISPANICI SI SPOSTANO A DESTRA GLI OPERAI BIANCHI MOLLANO TRUMP
Francesco Olivo per “la Stampa”
OCASIO CORTEZ E BERNIE SANDERS
Il motivetto a ritmo di salsa è allegro: «Ahiaahiaia por dios! Voy a votar por Donald Trump». Nel video il presidente balla e le famiglie di latinos sono felici. Niente di molto sofisticato, né nella grafica né tanto meno nel testo, eppure qualche effetto c' è stato: il presidente uscente ha preso molti più voti ispanici di quelli previsti, specie in Florida (il 60 per cento) e Texas (il 40 per cento contro il 30 di quattro anni fa). Con una mobilitazione cresciuta negli ultimi giorni nelle contee intorno a Miami: mezzo milioni di elettori registrati in più rispetto al 2016.
In generale i flussi di queste elezioni riservano sorprese, se è vero che più di un quarto, il 26%, dell' elettorato "non bianco" ha scelto il presidente uscente, come ha ricostruito l' ex consulente di George W. Bush Adrian Gray. E tutto ciò in una campagna dominata, almeno nella prima parte dal tema del conflitto razziale, che, secondo molti, avrebbe dovuto portare a una polarizzazione estrema fomentata da Trump stesso, sullo schema «minoranze arrabbiate e bianchi impauriti». Ma, come spesso capita negli Stati Uniti la realtà è più complessa degli schemi e le urne (e la posta...) lo dimostrano.
La Florida è un esempio interessante: in alcune contee a maggioranza ispanica il presidente uscente ha fatto registrare risultati migliori anche rispetto a quelli ottenuti in zone teoricamente più favorevoli a lui, con abitanti di classe alta bianca. In Florida, è noto, la comunità ha al suo interno una forte componente conservatrice, con punte reazionarie, specie tra gli esuli cubani e più recentemente venezuelani, sensibili alla definizione di "socialista", che il presidente ha affibbiato al rivale.
Ma, stando ai primi dati, anche molti elettori di origine centroamericana hanno scelto Trump, nonostante, o forse proprio per le sue posizioni sprezzanti (nel migliore dei casi) verso gli stranieri al di là del Rio Bravo, a cominciare dalla battaglia per il muro e più in generale quella contro l' immigrazione. Ma c' è un dato sociale da considerare: in Nevada e Arizona, dove l' immigrazione ispanica è mediamente più indigente, questa tendenza a favore dei repubblicani non si è vista.
I dubbi sull' elettorato afroamericano riguardavano più l' affluenza che la fedeltà al partito democratico, che non è venuta meno: a livello nazionale solo l' 11% ha scelto Trump, contro il 31% degli ispanici e il 30% degli asiatici.
I flussi raccontano che qualcosa, in queste presidenziali, si è mosso anche a livello sociale: secondo uno studio di Edison Research, Trump pur avendo allargato il consenso tra le minoranze, ha in parte perso quello dei lavoratori bianchi, ovvero il blocco sociale che quattro anni fa risultò decisivo per la sua vittoria.
Le prime analisi sul voto mostrano un calo nei consensi rispetto al 2016 nella categoria "white men" in Georgia, Pennsylvania e Wisconsin, consensi importanti, forse decisivi al netto di riconteggi e ricorsi delle prossime ore.
I "bianchi istruiti" invece, secondo una ricerca di Washington Post e New York Times si sono spaccati a metà, 49% con i democratici e stessa percentuale con i repubblicani. Il gender gap resiste, Joe Biden attira più voti femminili di Hillary Clinton, 56% contro il 53%, mentre Donald Trump è in testa tra l' elettorato maschile, 49% a 48.
Altro elemento chiave è quello religioso. Pur avendo scelto un fedele del Papa come candidato, i democratici non hanno fatto breccia nell' elettorato cattolico, che per il 62% avrebbe votato repubblicano (dato delle prime ore che potrebbe risultare più basso con lo scrutinio della costa ovest). Una percentuale ancora più alta, 76%, Trump la fa registrare tra gli evangelici, da anni la comunità religiosa più vicina ai repubblicani che, come ha rivelato un' inchiesta della start up italiana Catchy, aveva vissuto con un certo malessere la gestione del conflitto razziale dell' estate scorsa da parte della Casa Bianca. Finiti i ricorsi, ci sarà tempo per l' analisi, i voti si contano, ma soprattutto si pesano.
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