1. INDAGINI SU CASA, BARCA E TELEFONO DEL POLIZIOTTO DEI MISTERI
Carlo Macrì per il ‘Corriere della Sera’
I misteri attorno alla figura di Giovanni Aiello, l'ex poliziotto della Mobile di Palermo, noto come «Faccia da mostro» continuano anche dopo la sua morte, improvvisa, forse a causa di un infarto.
Proprio per fugare ogni dubbio sul suo decesso la Procura di Catanzaro ha disposto per questa mattina l' autopsia e l' esame tossicologico sul corpo dello 007 considerato da molti pentiti un killer di Stato.
Il procuratore aggiunto di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, invece, ha disposto il sequestro preventivo della casa, della barca e del telefono cellulare di Aiello. La Procura reggina, infatti, è stata l' ultima, in ordine di tempo a interessarsi a «Faccia da mostro», nell' ambito dell' inchiesta «'Ndrangheta stragista» iscrivendo il suo nome nel registro degli indagati con l' accusa di aver indotto a mentire l' ex capitano del Noe Saverio Spadaro Tracuzzi, già condannato per i suoi rapporti con esponenti delle cosche reggine.
aiello giovanni -faccia-da-mostro
I poliziotti della squadra mobile di Catanzaro, guidata da Nino De Sanctis ieri hanno sentito come testimone la moglie di Aiello e hanno eseguito una serie di perquisizioni nella casa di Montauro, a pochi passi dal mare, dove si era stabilito Aiello, dopo il pensionamento. L' uomo dei misteri negli ultimi anni si era dedicato alla pesca e ieri si è accasciato sulla spiaggia, proprio mentre tentava di portare a riva il «Bucaniere», la sua barca.
Il 24 luglio Aiello aveva subito una perquisizione ordinata dalla Procura reggina che sta indagando sulla presunta trattativa che avrebbe unito mafia e 'ndrangheta nell' obiettivo comune di «terrorizzare» lo Stato attraverso le stragi. In passato Aiello è stato indagato anche dalle Procure di Palermo, Caltanissetta e Catania, e poi prosciolto da ogni accusa, perché alcuni pentiti lo indicavano come responsabile delle stragi che hanno causato la morte di Falcone e Borsellino.
aiello giovanni -faccia-da-mostro
Anche nell' inchiesta reggina molti pentiti hanno fatto il nome dell' ex poliziotto vicino ai Servizi (l'Aisi ha sempre negato che Aiello lavorasse per l' intelligence). Una fonte che i pm mantengono però ancora «coperta» ha parlato di un'antica amicizia tra Aiello e l' ex numero due dei Servizi Bruno Contrada, facendo riferimento a fatti specifici.
L' uomo dei misteri avrebbe agito sempre nell' ombra, sotto copertura, senza lasciare tracce. Il suo nome, spiegano i pentiti reggini Nino Lo Giudice, Consolato Villani e Giuseppe Calabrò, era sinonimo di potenza e terrore.
L'UOMO DEI MISTERI
Massimo Bordin per Il Foglio
In morte di Giovanni Ajello, detto "faccia di mostro" da pm, giornalisti e pentiti, si è scritto praticamente tutto e sostanzialmente nulla di nuovo. Non tutto esatto però. Per esempio qualche titolo di quotidiano ha continuato a definirlo "uomo dei servizi" anche se negli articoli veniva definito correttamente un pensionato della polizia di stato. Alcuni pentiti hanno assicurato la sua appartenenza ai servizi, naturalmente "deviati".
Ora che è morto nulla più ostacola la ricostruzione dei suoi trascorsi. Fu utilizzato dal Sisde? In quale periodo, eventualmente? Non siamo in Egitto, dopo tutto, e una risposta chiara non dovrebbe essere impossibile. Altrimenti non di fatti si dovrà parlare ma di suggestioni. Come suggestivo è riproporre da parte di Repubblica il riconoscimento di Giovanni Ajello da parte di Vincenzo Agostino, padre di un agente di polizia ucciso.
GIOVANNI AIELLO "FACCIA DA MOSTRO"
Agostino riconosce Ajello come il poliziotto che, qualche giorno prima dell' omicidio, era andato da lui a informarsi sui movimenti di suo figlio. Confronto drammatico e spettacolare, perché fatto nell' aula bunker di Poggioreale, di fronte a pubblico e telecamere. "E' lui! E' faccia di mostro! Lo riconosco!", grida Agostino e subito dopo ha un malore.
GIOVANNI AIELLO "FACCIA DA MOSTRO"
L' impatto è innegabilmente forte. Se però si ha la pazienza di continuare a seguire il filmato si vedrà Ajello lasciare l' aula insieme al suo avvocato. Nessuno lo ferma, nessuno lo arresta come parrebbe logico a chi non sapesse che dopo quel confronto, pur riconoscendo la buonafede di Vincenzo Agostino, i pm palermitani hanno chiesto l' archiviazione per gli indagati dell' omicidio di suo figlio.