Ugo Magri per ''la Stampa''
L' uomo della ruspa sta spianando i grillini perché lui è smaliziato e loro invece alle prime armi, perché la Lega in ascesa ricatta i Cinque Stelle in picchiata, perché Salvini volendo avrebbe un' alleanza di ricambio. Di motivi che spiegano questa disparità di muscoli ce ne sarebbero tanti: per esempio il Capitano, come lo esaltano i suoi, ha dietro di sé una falange macedone che gli obbedisce senza un fiato, laddove il partito dell' altro vice-premier è in piena crisi di nervi, al punto che qualcuno si spinge a temere scissioni.
Ma la vera ragione per cui Salvini in questa fase sembra Superman, al confronto con Di Maio, è che dalla sua parte sta spingendo la realtà delle cose. Sono i problemi a imporre nel governo le soluzioni, magari basate sul puro buonsenso.
E chi si schiera dalla parte della ragionevolezza finisce di solito per prevalere su quanti le remano contro. Basta guardare a quanto sta accadendo sulla Tav.
Lo spettacolo si commenta da sé. C' è un presidente del Consiglio che, in base alle proprie prerogative, cerca un punto di equilibrio tra le opposte fazioni. In assenza di un compromesso il suo governo finirebbe a gambe per aria. Perciò fonti governative fanno filtrare che, se dipendesse dal professor Conte, tornerebbe in auge la soluzione «low cost» e la Tav si farebbe, sebbene sfrondata al massimo delle spese superflue. Un' onesta via d' uscita. Questa sola indiscrezione però scatena i falchi grillini, quelli che dell' alta velocità hanno fatto un totem, il simbolo della resistenza a Salvini, l' ultima trincea contro le sue angherie, il riscatto dalle sopraffazioni leghiste.
ROBERTO FICO - GIULIA SARTI - LUIGI DI MAIO
Per cui il premier viene processato, costretto a smentire, a giustificarsi pubblicamente coi «duri e puri» del Movimento, ridotto a ostaggio. Sipario dunque sulla Tav? Non ancora. Mentre Conte sbanda, e Di Maio se ne lava le mani, dalla Francia il ministro Tria fa sapere che «ci sarà un' evoluzione positiv a perché sono i fatti» a rendere necessario il tunnel. Gli stessi fatti che costringeranno il suo collega Toninelli ad autorizzare i bandi dei cantieri per non perdere i fondi europei. E forse a prendere atto, nelle elezioni regionali in Piemonte o in un apposito referendum, che i cittadini del Nord reclamano infrastrutture, collegamenti, opere pubbliche senza i paraocchi dell' ideologia.
I grillini sono sotto schiaffo, sulla Tav e sul resto, non solo in quanto vessati da Salvini ma perché molti tra loro rifiutano di guardarsi intorno, di riconoscere che l' economia frena, le imprese sono allo stremo, le casse dello Stato sempre più vuote, la crisi finanziaria è niente affatto scongiurata. Incombe, sebbene la neghino ufficialmente, una manovra correttiva dovuta alla recessione, e un' altra lacrime e sangue per impedire gli aumenti dell' Iva. Sta rialzando la testa perfino l' inflazione. L' ultimo degli errori consisterebbe nel dare oggi l' idea di un paese bloccato, dove una parte politica si mette di traverso e condanna l' Italia alla decrescita. La vera forza di Salvini sta nel rifiuto di accettare questa logica regressiva.
E molti indizi fanno pensare che, in futuro, la asseconderà sempre meno. Il suo protagonismo, ammette chi gli sta vicino, è destinato a crescere. Non per un personale progetto egemonico sui Cinque Stelle, ma per evitare di finire a fondo insieme a loro. Il leader leghista ha capito che la sua scommessa è in bilico, si sta giocando tutto sull' economia. Se non si mette al timone, la nave gialloverde rischia di finire sugli scogli. E tutto Matteo vuol essere, tranne che un nuovo Schettino.