Estratto dell’articolo di Marco Bresolin per "La Stampa"
L'abolizione del reato d'abuso d'ufficio rappresenta un passo indietro nella lotta alla corruzione e una svolta nella direzione opposta verso la quale sta andando l'Ue. Per questo la Commissione è tornata a bacchettare il provvedimento firmato dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio.
[…] Per questo - ora che l'iter legislativo è entrato nel vivo con il via libera della commissione Giustizia del Senato - la Commissione è tornata a farsi sentire, nella speranza che il Parlamento corregga la sua rotta prima che sia troppo tardi. Un intervento destinato ad alimentare le polemiche politiche tra la maggioranza (sostenuta anche da Italia Viva) e l'opposizione (all'interno della quale, però, il Partito democratico deve fare i conti con le richieste di modifica del reato da parte degli amministratori locali).
giorgia meloni ursula von der leyen a lampedusa 3
Gli argomenti di Bruxelles sono sempre gli stessi e sostanzialmente in linea con le osservazioni che arrivano dalla sinistra, dal M5S e con la posizione ufficiale del Pd: «Le modifiche proposte - ha rimarcato il portavoce della Commissione - depenalizzerebbero importanti forme di corruzione e potrebbero incidere sull'efficacia dell'individuazione dei fatti di corruzione e sulla lotta per contrastarla».
Per questo da Palazzo Berlaymont assicurano: «Continueremo ovviamente a seguire gli sviluppi del processo legislativo». Le parole hanno subito scatenato la reazione della Lega: «Quella della Commissione è l'ennesima intromissione in vicende che riguardano solo l'Italia e gli italiani».
Il richiamo europeo, per il momento, è di natura puramente politica. Qualora l'Italia dovesse abolire il reato d'abuso d'ufficio, da un punto di vista strettamente giuridico non ci sarebbero conseguenze immediate sul piano europeo, visto che si tratta di un tema ancora di competenza nazionale. Ma le cose potrebbero presto cambiare perché l'Ue sta discutendo l'introduzione di "norme minime" per combattere alcuni crimini e l'Italia rischia di trovarsi ben presto costretta a reintrodurre il reato di abuso d'ufficio. […]
[…] Nel maggio scorso l'esecutivo guidato da Ursula von der Leyen ha messo sul tavolo una direttiva che punta ad «armonizzare le definizioni di reati perseguibili come corruzione» e che prevede di includere in questa fattispecie non soltanto la concussione, ma anche altri reati come appunto l'abuso d'ufficio, oltre che l'appropriazione indebita e il traffico di influenze.
LEGA NORDIO - MEME BY EMANUELE CARLI
In sostanza, qualora la direttiva venisse approvata, tutti i Paesi sarebbero costretti a prevedere nei rispettivi ordinamenti giuridici il reato di abuso d'ufficio, che verrebbe così riconosciuto nell'intera Ue. Bruxelles ha sondato tutti i Paesi per chiedere informazioni in merito ai rispettivi quadri normativi. Soltanto la Danimarca (che ha una serie di esenzioni per le politiche della Giustizia) e la Bulgaria non hanno risposto al questionario.
Dalla tabella riepilogativa inserita nella direttiva emerge che l'abuso d'ufficio è punito in tutti i 25 Stati membri sui 25 che hanno fornito i dati, con una durata della pena che va da un minimo di un anno a un massimo di 20. Stesso discorso per il peculato, l'appropriazione indebita e il reato di intralcio alla giustizia. Il traffico di influenze è reato in 23 Paesi su 25, mentre "l'arricchimento senza causa" soltanto in otto. L'iter di approvazione della direttiva Ue, che poi andrà recepita nell'ordinamento nazionale, non si è ancora concluso.
carlo nordio al festival taobuk di taormina
In estate il Parlamento italiano aveva adottato un parere sulla proposta avanzata dalla Commissione di Ursula von der Leyen, contestando in primo luogo la violazione del principio di sussidiarietà: la maggioranza, in sintesi, ritiene che la materia non sia di competenza europea, ma nazionale. Una mossa che non aveva spostato di una virgola la posizione della Commissione, convinta invece del contrario.
Il punto è che il governo Meloni non ha il potere di bloccare l'approvazione della direttiva, per la quale è sufficiente la maggioranza qualificata degli Stati membri (almeno 15 che rappresentino il 65% o più della popolazione). Per mettersi di traverso, l'Italia dovrebbe costruire una minoranza di blocco, ma non sarà facile. Ancor più difficile pensare di poter bocciare il provvedimento all'Europarlamento, dove basta la maggioranza semplice.
carlo nordio foto di bacco (2)