Paolo Manzo per “il Giornale”
alberto fernandez christina kirchner
Non è solo una guerra di foulard - da un lato le femministe con al collo quello verde, pro aborto, e dall' altro le donne con il foulard celeste, che si oppongono a fare dell' Argentina il primo Paese dell' America latina dove si potrà interrompere la gravidanza sino alla quattordicesima settimana. La vera «guerra» di queste ore si combatte in Parlamento, alla Camera di Buenos Aires, dove le dichiarazioni di voto per introdurre questa legge storica iniziano oggi e andranno avanti per almeno 34 ore di fila, ovvero sino a domani quando in Italia sarà già notte.
proteste contro legg aborto argentina
In discussione c' è infatti uno dei punti principali del programma elettorale del presidente Alberto Fernández, ovvero la prima liberalizzazione tout court dell' aborto in questa parte di mondo. Il modello è quello italiano, anche se rispetto a Roma in Argentina hanno spostato in avanti di una settimana la possibilità per le donne di abortire.
Inoltre, a meno di modifiche dell' ultima ora di cui si sta discutendo, anche le adolescenti tra i 13 e i 16 anni potranno interrompere la gravidanza senza adulti al seguito mentre è esclusa l' obiezione di coscienza nelle strutture private.
Ad approvare una legge del tutto simile ci aveva già provato uno schieramento bipartisan nel 2018, quando il presidente era Mauricio Macri, fallendo però l' obiettivo. Vedremo se Alberto sarà più fortunato, anche se è interessante la posizione della sua vice, Cristina Kirchner, molto vicina a Papa Francesco e che perciò starebbe remando contro. Secondo l' ultimo conteggio condotto dalla giornalista Carolina Ramos della rivista «Parlamentario», 123 deputati hanno già anticipato che il loro voto sarà a favore della riforma, 109 si sono detti contrari mentre 24 onorevoli hanno preferito o non rispondere o si sono detti «ancora indecisi». Saranno decisivi questi ultimi perché ci vogliono 129 voti per approvare la storica riforma.
Di certo la discussione tra i due schieramenti in cui è divisa l' Argentina da un lato chi considera l' aborto un omicidio ed i movimenti «pro vita» legati alla Chiesa, dall' altro chi è per la legalizzazione continua accesa, dentro il Parlamento ma anche fuori. Molto forte la testimonianza di Mónica, mamma dell' ex bomber del River, Fernando Cavenaghi, che ha ricordato come fosse «andata ad abortire in una clinica clandestina» quando aveva 15 anni, assieme al suo papà che ne aveva 17. Per fortuna quand' ero già distesa sul lettino qualcosa mi trattenne, mi sentii come un' assassina e fuggii anche se avevamo già pagato. È stata la decisione più giusta della mia vita e mio figlio mi ha dato solo soddisfazioni».
proteste argentina pro aborto 2020
Il tema è caldo visto che la nuova legge prevede che qualsiasi donna e per qualunque motivo possa abortire entro il terzo mese e mezzo in una struttura pubblica o in una privata convenzionata, con tutte le cure gratuite del caso. Nel continente latinoamericano, oggi solo a Cuba gli ospedali statali accolgono le donne che entro la decima settimana intendano abortire, mentre in Uruguay il limite è stato fissato a 12 settimane. Diverso il caso del Cile, dove la donna non rischia più il carcere come invece accade ancora regolarmente in molte altre nazioni dell' America latina, El Salvador, Honduras, Repubblica Dominicana e Nicaragua su tutte.
CRISTINA KIRCHNER ALBERTO FERNANDEZ
Quattro stati dove sono decine le donne - tutte povere, naturalmente, perché le ricche possono permettersi ospedali privati di lusso, anche all' estero - ancora oggi in carcere, a scontare pene sino a 20 anni di reclusione. Condanne inferiori, invece, per le donne che abortiscono in Bolivia, Ecuador e Venezuela, altri Paesi sul tema progressisti negli ultimi anni più a parole che nei fatti, almeno stando all' iconografia del femminismo italiano degli anni 70. Per la cronaca, nonostante i divieti legislativi, per l' OMS, l' America latina è il continente dove si pratica il maggior numero di aborti al mondo, 6,5 milioni l' anno, quasi tutti clandestini.
manifestazione pro aborto argentina