1. MADRID, SPERIAMO CHE L'ITALIA RATIFICHI IL MES
(ANSA) - "Attendiamo da anni la ratifica da parte di tutti gli Stati membri di questa riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità, che è uno strumento importante per garantire la stabilità finanziaria dell'intera zona euro e Speriamo che una volta che abbiamo già avuto l'avallo da parte della Germania, l'Italia ratifichi questo testo e quindi potremo disporre di una rete di sicurezza più completa nell'ambito della zona euro". Lo ha detto la ministra delle Finanze spagnola Nadia Calvino arrivando all'Ecofin informale a Stoccolma.
URSULA VON DER LEYEN E GIORGIA MELONI
2. MES, OGGI ALL’EUROGRUPPO UN ALTRO ULTIMATUM MELONI RESISTE: «UNA LETTERA SCARLATTA, SI CAMBI»
Estratto dell’articolo di Gian Maria De Francesco per “il Giornale”
L’Eurogruppo che si apre oggi a Stoccolma ha un’agenda ufficiale (lo stato di attuazione delle riforme per l’Unione bancaria) e una ufficiosa (la discussione della proposta di riforma del Patto di Stabilità). Vi è anche un terzo punto all’ordine del giorno: convincere l’Italia a ratificare il Mes. Il nostro Paese è l’unico dell’Unione a non aver consentito ancora al Parlamento di esprimersi sulle modifiche al Trattato istitutivo del Fondo salva-Stati.
GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI
La Commissione ha intenzione di fare pressing sul ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Il governo Meloni è in carica da sei mesi, un tempo sufficiente a valutare il dossier, soprattutto dopo che nello scorso dicembre il Bundesverfassungsgericht tedesco ha dato il via libera al Mes. Essendosi Roma agganciata al verdetto della Corte costituzionale di Karlsrühe, non avrebbe più motivo di temporeggiare. I ddl di ratifica, proposto da Pd e Iv, sono fermi da quasi due mesi in commissione Esteri alla Camera e l’approdo in Aula non è calendarizzato.
L’argomento del contendere è molto simile a quello che prossimamente vedrà l’Italia contrapporsi a Bruxelles qualora prevalesse una lettura restrittiva del Patto di Stabilità.
Giancarlo Giorgetti con il presidente dell'eurogruppo Paschal Donohoe
Il Mes, infatti, dovrebbe diventare un «braccio» aggiuntivo del Fondo unico di risoluzione per le crisi bancarie. La questione, tuttavia, è quella delle condizionalità connesse all’attivazione delle linee di credito. Il salvataggio di un istituto di credito «di rilevanza sistemica» comporterebbe, infatti, l’attivazione di una serie di «paracadute» tra i quali anche il default selettivo dei titoli di Stato.
Lo stesso discorso vale per le linee di credito precauzionali per quei Paesi che non dovessero riuscire ad accedere al mercato dei capitali con i propri titoli di Stato. Ecco perché Palazzo Chigi ripete da mesi che occorre «aggiornare» il Mes «trasformandolo in un “veicolo” per la crescita». Anche ieri a Londra ha ribadito che «nessuno lo usa perché è una lettera scarlatta». […]
MEME SULLA BOCCIATURA DELLA RISOLUZIONE SULLO SCOSTAMENTO DI BILANCIO URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN