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Paolo Gianlorenzo per “la Verità”
Contrariamente a quanto raccontato, il video che è costato ad Albino Ruberti l'incarico di capo di gabinetto del Comune di Roma, non è stato girato da un appartamento che affaccia sopra al ristorante La taverna, situato nel centro di Frosinone, ma in una strada attigua, via Cavour. E i dettagli del video consentono di identificare con una certa precisione il punto della strada in cui è stato girato.
MEME SUI MANIFESTI DEL PD E IL CASO ALBINO RUBERTI
Via Cavour è una strada in discesa, a senso unico, caratterizzata da una pavimentazione con lastre di pietra che la distingue da via Minghetti, dove si trova il ristorante e che è collegata con via Cavour da un paio di vicoletti pedonali, proprio ai lati della Taverna.
Ed è la pavimentazione che consente di collocare la parte iniziale della ripresa del video in un tratto di via Cavour, caratterizzato da uno slargo sulla destra, dove si trovano dei parcheggi a spina di pesce, gli unici della strada, ancora contrassegnati dalle strisce gialle che li destinavano alla Guardia di finanza. Ma quella finestra non è l'unica che si vede nel video.
Negli ultimi frame, infatti, la videocamera inquadra, da sopra e da vicino, all'interno di un vicolo, un lampione e una grondaia avvolta da filo spinato. L'inquadratura sembra realizzata da una finestrella al primo piano. Qui abita un sindacalista, Franco De Bellis. Gli abbiamo fatto notare i particolari che potrebbero essere stati ripresi col telefonino dal suo ballatoio, dove si trova un bagno di servizio. Lui nega e dice che potrebbe essere stata la signora che gli abita sopra.
De Bellis non è accusato di niente. Ha fatto quello che fanno tutti oggi. Riprendono risse e discussioni e mandano lo scoop fai da te a questo o quell'amico.
Il sindacalista è anche un professore di ginnastica, gioca a calcetto con i suoi coetanei e tra i suoi compagni di divertimento c'è anche Mauro Buschini, ex presidente del Consiglio regionale, costretto alle dimissioni per la Concorsopoli di Allumiere, ma anche altri politici assai noti in Ciociaria.
Fonti del Pd di Frosinone indicano De Bellis come un sostenitore della campagna elettorale di Mauro Vicano, candidato civico fuoriuscito dal Pd e sostenuto anche da Azione, il partito fondato da Carlo Calenda. Secondo quanto hanno riferito le stesse fonti alla Verità, la finestrella nel vicolo sarebbe del suo appartamento.
E proprio tra i sostenitori di Vicano avrebbe iniziato a circolare il video, girato la sera del primo giugno, dopo un evento elettorale a cui aveva partecipato anche il segretario del Pd Enrico Letta. Contattato dalla Verità De Bellis, quando gli abbiamo chiesto come mai alcune fonti lo indicassero come l'autore del video, ha capito al volo a quale filmato ci riferissimo, ma ha provato ad allontanare da sé i sospetti: «Non lo so proprio dire, anche perché mi pare che quando è successo io stavo fuori, stavo con tutti quanti fuori, non stavo nemmeno a Frosinone».
L'uomo ha negato di avere il video sul suo telefonino, ma ha ammesso di averlo visto mentre passava di mano in mano: «Io l'ho visto, sì, logico, girava, ma l'ho visto dopo, successivamente». Quando gli abbiamo chiesto se avesse davvero sostenuto Vicano, la risposta è stata evasiva: «Io non mi sono nemmeno candidato».
SARA BATTISTI , COMPAGNA DI ALBINO RUBERTI
De Bellis, che ci ha raccontato di essere stato un consigliere di circoscrizione del Pd-Ulivo, adesso è un sindacalista della Confsal, sindacato autonomo moderato. Prima di salutarci, De Bellis lancia una bomba: «Da quello che mi risulta, io non lo so perché ci sono diversi video, ci stanno pure altri che girano. Così mi hanno detto. Davanti al ristorante».
Poi ribadisce di non essere stato a Frosinone: «Che poi io il 2 giugno io stavo giù al paese con la famiglia, siamo tornati il quattro, perciò». Ma, come detto, il video risale al giorno precedente. Ma chi poteva avere interessi a far uscire quel video sui giornali?
Lo abbiamo chiesto a Vicano, compagno di calcetto di De Bellis e uno dei principali sospettati della diffusione del filmato, anche perché la sua candidatura a sindaco del Pd era stata stoppata per i suoi problemi giudiziari.
Ma lui nega: «Se avessi voluto danneggiare il Pd, quel filmato lo avrei fatto uscire durante la campagna elettorale o prima del ballottaggio tra Domenico Marzi e Riccardo Mastrangeli. La manina va cercata altrove, a Roma. Anche perché quel video lo hanno visto pure in Regione». Da quando ha iniziato a circolare il famoso video della lite tra Ruberti, Vladimiro De Angelis (assicuratore fratello del politico dem Francesco) e Adriano Lampazzi (sindaco di Giuliano di Roma) si è detto e scritto di tutto.
LA LITE DI ALBINO RUBERTI CON FRANCESCO DE ANGELIS
La Procura della Repubblica di Frosinone ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di minacce. Ma perché quel gruppo di (ex?) amici per poco non è venuto alle mani? Anche questo non è ancora stato chiarito. Proviamo a farlo noi grazie ad alcuni testimoni diretti di quanto accaduto quella sera. A Frosinone si vota. Dopo il comizio di Letta, il gruppo di amici decide di andare a cena per definire le strategie in vista delle regionali. La comitiva, a fine serata, dopo qualche bicchiere di troppo, discute animatamente per una partita, ma non di calcio, come ci hanno voluto far credere, bensì politica.
Le squadre in campo fanno capo al vicepresidente della Regione Lazio e assessore al Bilancio Daniele Leodori e all'ex presidente della Provincia di Roma Enrico Gasbarra. Ruberti, per motivi politici e anche sentimentali, vuole blindare la compagna Sara Battisti, consigliera regionale. Dall'alto, cioè da parte di Goffredo Bettini, l'ordine di scuderia è categorico: «Gasbarra deve essere il successore di Zingaretti».
La Battisti per essere riconfermata alla Pisana ha bisogno di una spalla forte. E questa viene individuata in Buschini. Il quale non gode delle simpatie di Ruberti, che nelle dimissioni dell'ex presidente del Consiglio regionale ha avuto una qualche parte. È però il figlioccio politico di De Angelis. L'obiettivo della cena è quello di trovare un modo indolore per fare pace. Mettere insieme Mauro e Sara non è difficile. Il problema è scegliere il capitano della squadra.
Da una parte Ruberti sta con Gasbarra, dall'altra De Angelis spinge per Leodori. Gli animi si scaldano quando l'ex capo di gabinetto rivendica il grande lavoro fatto al fianco di Zingaretti in Regione per riunire i vari consorzi industriali (Roma, Frosinone, Latina e Rieti) in uno unico mantenendo alla guida De Angelis. Un personaggio che con il consorzio industriale unico del Lazio che presiede gestisce i milioni del Pnnr. Volano parole grosse e la lite si sposta in strada. Sotto la finestra di De Bellis. Il resto è cronaca nota.
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