Ilario Lombardo per "la Stampa"
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«Se l' intera architettura della piattaforma Rousseau è stata costruita con i soldi del M5S, allora significa che, oltre agli iscritti, anche Rousseau dovrà restare al Movimento». Giuseppe Conte affila le armi che conosce meglio. Quelle del diritto e delle aule di tribunale.
Lo scontro con Davide Casaleggio sta precipitosamente scivolando verso una guerra giudiziaria totale. Chi ha parlato con l' ex premier e avvocato nelle ultime ore, lo ha trovato molto combattivo, ma anche stufo del comportamento dell' imprenditore. Conte ha provato una mediazione: il M5S avrebbe offerto una parte dei soldi che Casaleggio rivendica (450 mila euro) e lui, in cambio, avrebbe consegnato il database con gli iscritti, lasciando il M5S ad arrangiarsi con un' altra piattaforma online.
Entrambe le parti ne sarebbero uscite con una mezza vittoria e con una mezza sconfitta. Così non è avvenuto. E di fronte al muro di Casaleggio Conte ha alzato l' obiettivo. È convinto che attraverso una procedura di emergenza il M5S potrà prendersi i dati sui militanti e poi avviare una causa per sfilare dalle mani del manager la sua creatura, dimostrando che è stata creata all' ombra del Movimento e potenziata attraverso i versamenti degli oltre trecento parlamentari.
Anche dal punto di vista umano, ormai, il rapporto tra M5S e Casaleggio si è disintegrato. Basta vedere cosa è accaduto ieri. I legali e i periti informatici che si erano recati presso la sede dell' Associazione Rousseau per ricevere nomi e dati degli iscritti sono stati "rimbalzati". «Un fatto gravissimo e palesemente illegittimo», accusa il M5S in una nota.
giuseppe conte intervento su zoom assemblea m5s 7
Casaleggio, scrivono i grillini senza mai citarlo, «si assumerà tutte le responsabilità penali, civili e amministrative per il danno che sta causando al M5S». E infine: «Non comprendiamo come un compagno di viaggio con cui si è fatto un percorso insieme stia macchiando una così nobile storia con atti che la legge non ammette».
BEPPE GRILLO E GIUSEPPE #CONTE
Un commento amaro, ma addolcito rispetto a quanto diverse fonti dicono sia stato lo sfogo di tanti al vertice del M5S, a partire da Vito Crimi: «Sta macchiando la storia di suo padre».
Del Movimento plasmato da Gianroberto Casaleggio e da Beppe Grillo nel 2009 resta sempre meno. Conte lo sta traghettando altrove, cercando di dargli la solidità di un partito tradizionale, inserito tra le forze progressiste.
Casaleggio jr invece vorrebbe mantenere un diritto ereditario attraverso questo infinito contenzioso punta a conservare il software originario del Movimento, sognando la guida più squisitamente populista di Alessandro Di Battista. Senza il M5S, Casaleggio sarebbe già ai margini delle cronache politiche.
DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA
Per questo motivo non cede e spera che sia Conte, esasperato, a creare un nuovo contenitore. Nel frattempo apre alla campagna di reclutamento degli iscritti che vogliono lasciare il Movimento a favore dell' Associazione Rousseau: «Oltre mille persone - annuncia - hanno deciso di disiscriversi dal M5S e di impedire che i propri dati vengano consegnati, contro la volontà a soggetti terzi».
«Prepotenze amministrative o giuridiche - aggiunge - non sono la strada per risolvere i problemi, ma per crearli» Casaleggio intende sfruttare a proprio favore la sentenza del Tribunale di Cagliari che indica nell' avvocato Silvio Demurtas il legale rappresentante del M5s, spogliando di fatto Crimi del suo ruolo di capo politico. Un precipizio di paradossi giuridici che producono solo ulteriore confusione. Ieri è successo infatti che mentre i legali del M5S presentavano ricorso a Cagliari per ottenere il pieno riconoscimento di Crimi e la revoca del curatore, Demurtas interpretava al meglio il suo ruolo: «Ho già presentato richiesta al Tribunale che vengano consegnati a me gli elenchi degli iscritti». Se li otterrà, sarà lui l' uomo - un avvocato sardo sconosciuto ai più - l' uomo più potente del M5S. E sarà con lui che dovrà vedersela il collega Conte.
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