meme del presepe con matteo salvini giorgia meloni silvio berlusconi
1 - QUIRINALE: SLITTANO TEMPI VERTICE CENTRODESTRA
(ANSA) - Si allungano i tempi per il vertice di centrodestra sul Quirinale, secondo quanto si apprende. Alla richiesta che Matteo Salvini ha anticipato ieri agli alleati della coalizione, di vedersi la "prossima settimana", c'è stata disponibilità ma molto probabilmente il confronto slitterà a gennaio.
Per FdI, priorità va data alla manovra, ferma in commissione al Senato e che rischia di arrivare in Aula a ridosso di Natale. Poi ci sarà il voto finale alla Camera, presumibilmente tra Natale e Capodanno. Per FI, un incontro fra gli alleati è auspicabile ma sarebbe prematuro sulle elezioni del prossimo capo dello Stato. A questo punto, sembra più plausibile l'ipotesi che il vertice si farà intorno al 4 gennaio, quando sarà annunciata la data della prima convocazione del Parlamento in seduta comune.
2 - COLLE, SALVINI CHIEDE VERTICE D'URGENZA E IL METODO DRAGHI IRRITA IL PARLAMENTO
Francesco Olivo per “La Stampa”
matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 2
Non c'è più tempo da perdere: arrivare divisi nei giorni del Quirinale sarebbe un disastro. Matteo Salvini sempre più nelle vesti di federatore crede che sia urgente riunire un vertice del centrodestra: «Proporrò di vederci la prossima settimana». Nell'ultimo incontro tra i tre leader della coalizione si era detto: ce ne sarà uno a settimana.
Sono passati due mesi e nessun'altra riunione si è mai celebrata. Silvio Berlusconi, che non ama parlare per via telematica, potrebbe tornare a Roma nei prossimi giorni. Il vertice servirebbe per cercare di trovare una linea condivisa nelle prossime partite, prima tra tutte quelle del Colle.
marta cartabia giorgia meloni atreju
Come ha notato Giorgia Meloni nell'intervista pubblicata ieri da La Stampa, se sul presidente della Repubblica si cerca di marciare uniti, sul dopo si registrano tre posizioni diverse: Fratelli d'Italia vuole andare subito al voto, la Lega spinge per trattenere Mario Draghi a Palazzo Chigi, ma si è detta disponibile a entrare in un governo guidato da altri (il capogruppo Molinari ha parlato di Franco e Cartabia), mentre Forza Italia insiste per Draghi fino al 2023 escludendo altre soluzioni.
giancarlo giorgetti e matteo salvini 2
Insomma, posizioni assai distanti. C'è però un altro punto da chiarire e riguarda i temi da trattare al vertice: Salvini vorrebbe parlare di Quirinale per poi allargare il tavolo agli altri leader, mentre Forza Italia preferirebbe limitarsi a discutere delle amministrative del 2022, tenendo coperta (si fa per dire) la candidatura di Berlusconi, per non attirare i veti che già di fatto sono arrivati.
Grande attesa, e non solo nel centrodestra, c'è per la conferenza stampa di fine anno, prevista per mercoledì, nella quale Draghi potrebbe dare qualche indicazione sul suo futuro. Nel frattempo prevale il nervosismo che si sfoga spesso contro Palazzo Chigi.
LA FOTO DI GRUPPO LEGA FORZA ITALIA A CASA DI BERLUSCONI
In particolare, i capigruppo di maggioranza sono seccati per l'atteggiamento del governo sulla manovra, che non ha preso in gran considerazione gli oltre 700 emendamenti presentati dai partiti. Un comportamento che indispone in modo trasversale: «Perché dovremmo mandare al Quirinale uno che ha questa considerazione del Parlamento?», si chiede un deputato di maggioranza, interpretando un malumore diffuso.
House of Crucci - Berlusconi, Meloni, Salvini, Renzi, Mattarella
L'incertezza genera agitazione e fa sì che in Parlamento si diffondano ricostruzioni di ogni tipo: nei capannelli dei deputati si racconta, per esempio, di una certa irritazione del Colle per l'attendismo di Draghi riguardo al suo futuro e per lo scarso coordinamento tra Palazzo Chigi e Quirinale in questa fase così complicata.
mario draghi sergio mattarella
Sergio Mattarella ha fatto sapere più volte e in molte modalità di escludere un secondo mandato, ma questo non significa che qualcuno non continui ad insistere: in particolare da alcuni settori del Pd, quelli più vicini a Mattarella per provenienza politica, starebbero tornando le pressioni. Ma, l'ipotesi del bis, oltre a non entrare negli orizzonti di un presidente che ha già salutato formalmente persino il Papa, si scontrerebbe con alcuni elementi, primo fra tutti un consenso che non sarebbe unanime, visto che il centrodestra ha fatto capire di essere contrario alla rielezione.
Insomma, non ci sono le condizioni e allora resta privilegiata, pur tra mille ostacoli, l'opzione Draghi al Quirinale. Come noto, i parlamentari per un eventuale appoggio vorrebbero in cambio rassicurazioni sul futuro. E questo fa scattare una serie di ipotesi che impazzano in queste ore: una vorrebbe Giancarlo Giorgetti promosso al ministero dell'Economia, lasciato da Daniele Franco che diventerebbe premier, con la benedizione del Quirinale.
GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHI
Tra i 5 stelle però, forse con qualche malizia, si sottolinea come l'asse tra Franco e Draghi non sarebbe più così solido e a quel punto le ambizioni di Giorgetti potrebbero essere soddisfatte, come d'altronde i leghisti più fedeli a Salvini insinuano da tempo: «Vuole andare a Palazzo Chigi». Mezze verità, boatos e pettegolezzi: segno dei tempi più confusi di sempre.
MARIO DRAGHI GIANCARLO GIORGETTI sergio mattarella e mario draghi matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 7 salvini meloni berlusconi