Enrico Franceschini per La Repubblica
Michael Fallon, 65 anni, ministro della Difesa dal 2014, si è dimesso ieri sera ammettendo che in passato il suo comportamento non è stato «all' altezza degli standard appropriati ».
È la prima testa che cade nello scandalo "Alta Libidine", come si chiama la lista di 40 parlamentari conservatori coinvolti in abusi sessuali pubblicata da Guido Fawkes, il sito delle rivelazioni politiche che fa tremare il palazzo di Westminster. Anzi, di "Pestminster", com' è ribattezzato: il Parlamento delle pesti del sesso. Il peccato attribuito a Fallon? Quindici anni fa posò una mano sulle ginocchia di Julia Hartley-Brewer, la giornalista che lo stava intervistando.
Lei lo avvertì: «Se ci riprova, le tiro un pugno sul naso». E nei giorni scorsi, quando l' episodio è venuto alla luce, ha minimizzato, mettendo una foto delle ginocchia su Twitter con un commento ironico: «Le ho fatte esaminare, sono a posto». Ma l' opinione dominante è che, se il ministro della Difesa lascia l' incarico, ci saranno altre ragioni: un uomo che allunga le mani una volta può averlo fatto in altre occasioni. Un giorno fa aveva la responsabilità dell' arsenale nucleare britannico, ora si ritrova nel fango. Non a caso Theresa May si era rifiutata di difenderlo.
È improbabile che sarà l' unico a pagare: il vice-premier Damien Green è accusato di molestie nei confronti di una giovane attivista dei Tories, ci sono accuse nei confronti di altri due membri del governo e lo scandalo si allarga anche al Labour, dopo che una militante ha affermato di essere stata stuprata da un dirigente del partito e dissuasa dal denunciarlo con l' avvertimento che avrebbe compromesso la carriera. Dalla premier May al leader dell' opposizione Jeremy Corbyn al presidente del parlamento John Bercow, adesso tutti promettono "tolleranza zero".
Ma il terremoto che sconvolge i palazzi del potere è partito da una piccola fonte di informazione che, fin dal nome, si ripromette di "farli saltare in aria". Metaforicamente, s' intende.
Il sito Guido Fawkes, via di mezzo tra Dagospia e Wikileaks, è ispirato dal dissidente cattolico che il 5 novembre 1605 cercò di fare esplodere il parlamento di Westminster con dentro re Giacomo I. Il complotto venne scoperto, il cospiratore giustiziato e da allora ogni 5 novembre gli inglesi ricordano l' impresa fallita con la "Bonfire Night", la notte dei fuochi in cui accendono falò in tutto il Paese. Il novello Fawkes, fondatore del sito, si chiama Paul Staines, un irlandese che ha fatto il broker, il pierre di rave party, lo studioso della rivoluzione sandinista in Nicaragua e che è stato socialdemocratico, conservatore, anarchico, libertario. In apparenza appartiene alla galassia dell' anti-politica: «Ho scelto il nome Guido Fawkes», dice, «perché scrivo dal punto di vista dell' unico uomo entrato in Parlamento con una nobile intenzione, quella di farlo esplodere ».
Qualcuno gli attribuisce intenzioni "malevole": un complotto, come quello del suo predecessore? Staines ha aperto anche un' agenzia di consulenze politiche digitali, con cui ha dato consigli all' attuale ministro degli Esteri (e aspirante a Downing Street) Boris Johnson nella sua campagna per diventare sindaco di Londra e all' ambasciata della Russia su come usare i social media.
Una cosa è certa: ora tutti ne hanno paura, aspettando altre rivelazioni. C' è chi predice che finirà per cadere l' intero governo con Theresa May per uno scandalo di violenze sessuali cominciato a Hollywood e approdato al Tamigi. Con Kevin Spacey a fare da ponte, visto che l' attore americano ha diretto per dieci anni l' Old Vic, il più importante teatro di prosa londinese, e anche lì a quanto pare commise abusi.
Dalla Mecca del cinema alla "madre" di tutti i Parlamenti, in fondo, è sempre la stessa storia: uomini che allungano le mani sentendosi intoccabili, che si chiamino Harvey Weinstein o Michael Fallon. "Remember, remember, the 5th of November", recita il ritornello che qui tutti cantano nella notte dei fuochi. E questo 5 novembre, come avrebbe voluto il Guido Fawkes originale, a Londra i potenti non saranno per niente tranquilli.