(ANSA) - PECHINO, 09 SET - L'ex ministro Esteri cinese Qin Gang, scomparso all'improvviso nell'estate del 2023 e rimosso dalla carica dopo pochi mesi, è stato declassato a un incarico editoriale di basso livello presso la World Affairs Press, una casa editrice di proprietà statale affiliata al ministero degli Esteri. Lo ha riferito domenica il Washington Post, in base alle indicazioni avute da due ex funzionari Usa.
Qin, 58 anni, antesignano dell'aggressiva diplomazia del 'wolf warrior', aveva avuto un'ascesa fulminea e una caduta rovinosa, oggetto di varie speculazioni tra carcere e suicidio. Un tempo molto vicino al presidente Xi Jinping, di cui scrisse i discorsi pubblici nei primi anni di mandato, Qin "sembra essere fuori dai guai", ha scritto il Wp: "non andrà in prigione, ma la sua carriera è finita".
A 56 anni, l'ex diplomatico fu scelto non solo come ministro degli Esteri, ma anche elevato a consigliere di Stato, una posizione di alto livello che Wang Yi, il predecessore di Qin, centrò solo a 65 anni, dopo cinque anni a capo del dicastero. Fu promosso a vice ministro nel 2018 e poi ambasciatore negli Usa nel 2021, una posizione ricoperta per 18 mesi prima di tornare a Pechino per diventare il più giovane ministro degli Esteri cinese dagli anni '50. Un'impennata della carriera che aveva creato parecchi malumori tra i diplomatici più esperti.
A seguito del licenziamento a luglio 2023 dopo 207 giorni di carica, il ministero fu riaffidato a Wang, 70 anni. Non è chiaro cosa abbia causato la cacciata di Qin. Una delle principali teorie è che abbia avuto una relazione extraconiugale con una nota giornalista televisiva cinese, Fu Xiaotian, e che la coppia abbia avuto un figlio nato negli Usa: una relazione, data la visibilità, valutata come vulnerabilità alla sicurezza della Cina. Fu, come Qin, è assente dalla vita pubblica da oltre un anno.
A luglio, il Partito comunista cinese (Pcc) ha licenziato dal Comitato centrale di 205 membri diversi funzionari, tra cui l'ex ministro della Difesa indagato per corruzione. Qin, invece, si è semplicemente "dimesso", secondo i media statali, facendo intendere che era rimasto un "compagno" oggetto di una punizione più mite. Per altro verso, fu il primo segno che Qin era effettivamente vivo.