??Winter will be cold in Ukraine #Russia responds with
— Tns Independent (@networktns1) August 26, 2024
Russian missile STORM sweeps #Ukraine. The largest attack since the start of the war, 17 cities, 79 military targets Hydroelectric station were hit. ΒLACKOUT
and everyone in shelters#kiev #kursk #kypck #????#Ουκραν?α… pic.twitter.com/sl0voqZZWp
1.L’ATTESA DI PUTIN, POI LA REAZIONE ALL'INVASIONE DI KURSK DA PARTE DI KIEV (CHE DELUDE I FALCHI): UNA «TEMPESTA DI FUOCO» SULLE INFRASTRUTTURE ENERGETICHE
Estratto dell’articolo di Fabrizio Dragosei per il “Corriere della Sera”
CITTADINI DI KIEV NELLA METROPOLITANA
Una risposta pesante, una «tempesta di fuoco» sulle infrastrutture energetiche, come si sono affrettati a commentare compiaciuti i sostenitori del pugno di ferro nel confronto con l’Ucraina e con l’Occidente che la sostiene. Ma certamente non quello che loro si aspettavano e che Putin aveva più volte promesso.
I falchi sono delusi, anche se nessuno oggi si azzarda a criticare il Capo sui canali social. Gli oltre duecento droni e missili piovuti su 15 regioni non sono certo quella conseguenza che i nemici «non hanno mai visto nella loro intera storia», e che il signore del Cremlino aveva minacciato all’inizio del conflitto.
Il fatto è che, anche dopo l’invasione ucraina, Vladimir Vladimirovich ha deciso di seguire la linea tante volte applicata in passato di fronte a grandi catastrofi e tragedie: minimizzare, convincere che si è trattato solo di un episodio minore che non intacca la strategia di fondo e che non compromette il raggiungimento degli obiettivi fissati.
[...] Putin ha dato una disposizione precisa ai militari: espellere gli ucraini penetrati in territorio russo entro il primo di ottobre. Ma in guerra i decreti lasciano spesso il tempo che trovano.
La replica a colpi di missili e droni è arrivata tre settimane dopo che le truppe regolari di Kiev avevano varcato il confine nella regione di Kursk.
Tempi di reazione lunghissimi che hanno fatto tornare in mente le ore e i giorni che seguirono all’affondamento del sommergibile nel mare di Barents nel Duemila, all’attacco terroristico al teatro Dubrovka, a quello alla scuola di Beslan: il Capo prendeva tempo.
In questo caso, assieme ai suoi consiglieri più fidati, Putin ha deciso di colpire le infrastrutture energetiche, come aveva già fatto prima del precedente inverno. È il canonico tentativo di fiaccare il morale della popolazione avversaria, cercando di costringerla al freddo nei mesi peggiori.
[...]
2.LA RABBIOSA VENDETTA DELLO ZAR NON CAMBIA LE SORTI DEL KURSK
Estratto dell'articolo di Anna Zafesova per “La Stampa”
soldati ucraini sventolano la bandiera dietro al cannone di un challenger 2 britannico
Kalibr, Kinzhal, Iskander, X-22, X-101 e X-59: per punire l'Ucraina Vladimir Putin ha fatto ricorso a tutto il suo arsenale, o quasi, missili balistici e da crociera, lanciati da bombardieri, navi e caccia, senza contare uno stormo di droni iraniani.
Uno sfoggio di arsenale, costato al contribuente russo, secondo le stime degli esperti militari occidentali almeno 1,3 miliardi di dollari, e uno sfogo di rabbia, che ha fatto ripiombare l'Ucraina nel buio dei blackout dopo le esplosioni nelle centrali elettriche.
La rappresaglia del Cremlino per lo sfondamento delle truppe di Kyiv in territorio russo era attesa, e invocata a gran voce dai politici e dai propagandisti russi, non soltanto per dare una soddisfazione all'opinione pubblica interna, ma anche per misurare l'entità, politica e militare, della reazione russa.
carro armato ucraino al confine con la russia
Il risultato non sembra però aver entusiasmato, a giudicare almeno dal prudente silenzio dei capi della comunicazione del Cremlino. E non solo perché dei 127 missili e 109 droni lanciati la maggioranza - 102 e 99 rispettivamente - sono stati abbattuti dalla contraerea ucraina. [...]
All'interno del regime putiniano, invece, questa rappresaglia non appare, paradossalmente, come un gesto di determinazione. Sono due settimane che un pezzo di territorio russo si trova sotto occupazione delle truppe ucraine, con un centinaio di cittadine e villaggi passati sotto il controllo di Kyiv, 120 mila civili sfollati e centinaia di soldati russi caduti prigionieri. [...]
GUERRA IN UCRAINA - I SOLDATI UCRAINI AVANZANO NELLA REGIONE DI KURSK
Il blitz ucraino ha stracciato tutte le "linee rosse" per il superamento delle quali il Cremlino aveva minacciato escalation senza precedenti. L'invasione da Ovest, la violazione del confine, la terra russa calpestata dal nemico sono fobie nazionali che Putin ha paranoicamente coltivato, giustificando qualunque cosa con la necessità di proteggere i suoi sudditi sul suolo patrio.
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VOLODYMYR ZELENSKY VLADIMIR PUTIN
L'assenza della escalation come ritorsione per le "linee rosse", tante volte minacciata da Mosca, allevia anche le tensioni degli occidentali, e la cancellazione dei divieti anche formali per l'uso delle armi fornite a Kyiv in territorio viene considerata da diversi commentatori russi ormai una questione di tempo. [...]
putin zelensky macron GUERRA IN UCRAINA - I SOLDATI UCRAINI AVANZANO NELLA REGIONE DI KURSK PUTIN ZELENSKY putin zelensky MEME ZELENSKY PUTIN GUERRA IN UCRAINA - I SOLDATI UCRAINI AVANZANO NELLA REGIONE DI KURSK