Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”
vladiimir putin dona un mazzo di fiori ad angela merkel
«Il 24 febbraio è stato un taglio profondo nella storia d'Europa», dice Angela Merkel nella sua prima intervista pubblica da quando ha lasciato la cancelleria. E aggiunge: «Non c'è alcuna giustificazione possibile per l'invasione russa dell'Ucraina, che è una violazione brutale del diritto internazionale e di tutte le regole della coesistenza pacifica in Europa. Se iniziamo a tornare indietro di secoli e a dire quale territorio appartiene a chi, avremo soltanto la guerra».
L'ex cancelliera tedesca si è sottoposta per un'ora e mezza alle domande di Alexander Osang, giornalista di Der Spiegel e uno dei suoi biografi, sul palcoscenico del Berliner Ensemble, il teatro di Bertolt Brecht. Merkel, che indossava il blazer pastello (ieri azzurro) e il pantalone scuro diventati il suo marchio di fabbrica, è apparsa rilassata e in buona forma dopo un periodo trascorso sul Mare del Nord.
«È una bella sensazione non essere più cancelliera. Ho più tempo per me, leggo molti libri. Anche questo periodo me lo ero immaginato diverso. Sono una persona politica e la situazione mi rende amareggiata».
La guerra in Ucraina e i suoi rapporti con Vladimir Putin hanno dominato il colloquio. «Mi sono chiesta dove abbiamo sbagliato. Quando incontrai Putin a Sochi, la volta che fece uscire il suo cane, mi disse che la fine dell'Urss per lui è stata la peggiore catastrofe del Ventesimo secolo. Io gli risposi che fu uno dei momenti più belli della mia vita perché significò la libertà. In questi anni c'è stato su questo un profondo dissenso. Non siamo riusciti a porre fine alla Guerra fredda. Non abbiamo costruito un'architettura di sicurezza che forse avrebbe potuto impedire quanto è successo».
MERKEL CON PUTIN E IL CANE DI PUTIN
Merkel è tornata a difendere la sua posizione al vertice Nato di Bucarest del 2008, quando si oppose al piano con cui George W. Bush voleva portare l'Ucraina nella Nato. «Non era l'Ucraina di oggi, era un Paese spaccato politicamente, dominato dalla corruzione, che oggi Zelensky combatte. Non era una solida democrazia.
E pensavo anche che Putin non l'avrebbe permesso, l'avrebbe preso come una dichiarazione di guerra. Ed ero convinta che avrebbe potuto fare gravi danni all'Ucraina. Pochi mesi dopo intervenne in Georgia. Non potevamo prendere un Paese nella Nato da un giorno all'altro».
L'ex cancelliera rivendica la linea dialogante con il Cremlino tenuta nei suoi anni al potere: «Non mi rimprovero di aver tentato la trattativa con Putin per evitare che la situazione in Ucraina precipitasse. È una grande tristezza non esserci riuscita».
Ma aggiunge: «Non ero equidistante tra Russia e Ucraina nei negoziati di Minsk, il mio cuore ha sempre battuto per l'Ucraina, ma dovevo tenere conto della realtà». Oggi però «l'Ucraina non può essere lasciata da sola». In questo senso, se era «giusto in passato per la Germania non consegnare armi in situazioni di guerra e che ci fosse una distribuzione dei compiti con la Francia», oggi «la situazione è cambiata».
Con Putin, l'ex cancelliera ha spiegato che il rapporto personale è cambiato nel 2014 dopo l'annessione della Crimea: «Prima era diverso, ci facevamo anche dei regali nelle visite, ma dopo fu un'altra cosa, ci fu una rottura, diventò il rapporto razionale tra persone con visioni politiche e valori opposti».
A proposito delle polemiche che hanno accompagnato il suo recente viaggio in Italia, Merkel ha detto di essersi «posta il problema se fosse appropriato fare il viaggio in Italia dopo l'inizio della guerra. E mi sono detta: fallo. Sapevo che ci sarebbe stata discussione e rabbia. Ma questo sottolinea il fatto che non sono più cancelliera e non sono vincolata dal mandato».