Matteo Pucciarelli per “la Repubblica” - estratti
La prima vera uscita pubblica da eurodeputata di Ilaria Salis a Milano, allo spazio Fabbrica del vapore, è molto politica e poco partitica. Con lei c’è Michele Rech, cioè Zerocalcare, titolo dell’evento: “Questa notte non sarà breve. L’antifascismo è una responsabilità collettiva”, citazione del fumetto dell’artista romano che ha raccontato la prigionia di Salis in Ungheria.
A vedere la platea, il modello funziona: spazio riempito, almeno 1.500 persone, gente in piedi appoggiata alle ringhiere o seduta per terra e soprattutto un’età media decisamente bassa, specie se raffrontata ai classici eventi della sinistra istituzionale.
Roba da far venire i brividi alla destra e ai media fiancheggiatori che in questi mesi hanno individuato in Salis una specie di bersaglio pubblico. «Non avendo argomenti per parlare dei reali problemi sociali né soluzioni da dare preferiscono personalizzare. Invece di dedicare fondi pubblici per il diritto all’abitare o indagare sugli enti pubblici che gestiscono l’edilizia popolare cercano il nemico per mascherare il problema », risponde lei, eletta con Alleanza verdi sinistra e che oggi a Bruxelles siede sui banchi di The Left assieme al sindaco di Riace, Mimmo Lucano.
La giornata milanese — replica il 21 settembre a Roma — è contrassegnata dalla radicalità. La coppia Salis- Zerocalcare infatti parla di «superamento del sistema carcerario» e «dei confini» in nome dell’internazionalismo, un «antifascismo vivo e liberato dall’ipocrisia» di chi per anni ha rimosso l’esistenza di frange estreme e violente neofasciste e neonaziste, la costruzione di un’idea di società diversa contro una sinistra debole che si è limitata «all’amministrazione della disperazione presente», la chiama Rech.
Salis ricorda la sua esperienza traumatica nelle galere di Budapest, racconta delle sue visite nei penitenziari di Milano e Alessandria nelle vesti di eletta, e in coerenza col proprio ideale libertario su Matteo Salvini e il caso Open Arms spiega che «non mi interessa se andrà in carcere in meno, penso solo ai 30 mila morti nel mar Mediterraneo negli ultimi dieci anni». L’ultimo capitolo del dialogo è dedicato alla solidarietà.
La liberazione di Salis è infatti scaturita grazie al fattore militante (compreso il fumetto di Zerocalcare), abbinato al lavoro della stampa democratica, culminato con le quasi 180mila preferenze e l’elezione.
«Non potrò mai ringraziarvi abbastanza — chiosa Salis — La solidarietà non è solo un posizionamento etico, può cambiare la società. Spero che insieme faremo altri passi, a fianco delle lotte sociali». Dal palco prendono la parola poi due avvocati (Eugenio Losco e Mauro Straini) che illustrano la natura repressiva delle ultime norme del governo contro chi manifesta o fa occupazioni a scopo abitativo. Saluti finali con l’applauso per gli operai della Gkn, il collettivo in lotta per difendere la propria dignità professionale e l’autodeterminazione.