Fabio Dragoni per “la Verità”
I tavoli dove Giuseppe Conte sta giocando sono tanti. Troppi, come ben documentato da La Verità. Essendo buono a nulla ma capace di tutto, Giuseppi ha infilato il Paese in una trappola mortale da cui potremo uscire soltanto se nella trappola alla fine ci finirà Conte stesso con il crollo dell'esecutivo.
L'incrocio pericoloso in Aula infatti si intreccia con una due giorni micidiale in Europa: il 15 luglio il nostro Parlamento voterà la risoluzione in vista del Consiglio europeo del 17, mentre il 16 si tiene un cruciale consiglio della Bce con Karlsruhe sullo sfondo. Quindi, come detto, il Consiglio europeo sul Recovery fund.
CORTE COSTITUZIONALE TEDESCA MERKEL
Conte ha puntato tutte le sue fiches su un Recovery fund distrutto dal premier olandese Mark Rutte in un'intervista a Sette. Niente sussidi ma solo prestiti, già questa è solidarietà. Inoltre, nessuna fretta e nessuna crescita del bilancio dell'Ue da cui dovrebbero saltare fuori i trasferimenti a fondo (quasi) perduto.
Ovvero: se qualcuno vuole dare più soldi all'Italia tanto da trasformarla in beneficiario netto, lo si faccia a parità di risorse complessive. L'Olanda non vuole mettere un euro in più. In quel caso a rinunciare a una fetta di torta dovrebbero essere Polonia, Ungheria, Romania e tutti gli altri paesi dell'Est.
Presenti nell'Ue solo e soltanto per avere più soldi di quanto ne stanno mettendo. Ma se finisse la cuccagna lascerebbero l'Ue con smacco della Germania che a quella fetta di mercato tiene. Ed è proprio ad Angela Merkel che Giuseppi allora fa affidamento. Nel suo semestre di presidenza Ue apertasi il primo luglio, vuoi non si trovi il modo di salvare quel Giuseppi che di fronte ad una sbigottita Merkel a Davos scodinzolava dicendo «ma Angela io sono molto determinato» (ad estromettere l'allora vicepremier Matteo Salvini)? Purtroppo per Conte non sarà così.
christine lagarde jens weidmann
La Corte costituzionale tedesca di Karlsurhe ha intimato a governo e parlamento di verificare che il programma di acquisti di titoli pubblici messo in atto dalla Bce a partire dal 2015 sia caratterizzato da profili di adeguata proporzionalità. In altre parole, non è che la Bce, con la scusa di combattere l'inflazione, ha messo così tanta liquidità in giro per abbassare oltremisura gli interessi sui Btp con ciò determinando una caduta sotto lo zero dei rendimenti per i risparmiatori tedeschi?
La Bce ha fatto arrivare chili di documenti tramite la Bundesbank al Bundestag. Che subito ha preso atto della regolarità e della proporzionalità dell'operato della Banca centrale europea. Forse Giuseppi si salverà. Ma sono bastate meno di ventiquattro ore per gelare gli entusiasmi. Fra Germania e Bce un compromesso è stato raggiunto, ma sulla pelle dell'Italia come candidamente ammesso dal presidente Jens Weidmann in un retroscena pubblicato da Bloomberg.
La Bundesbank non si è opposta all'approvazione del Pepp (ovvero il programma di acquisto di titoli per 1.350 miliardi) adottato dalla Bce vista l'ampia portata della crisi. Ma un programma flessibile non può essere «senza restrizioni» e quindi bisognerà tornare presto al rispetto della cosiddetta capital key.
La Bce acquisti cioè titoli di stato in proporzione al capitale nella Bce detenuto da ciascun Paese. Basta con gli occhi di riguardo verso l'Italia, che si è vista acquistare nel trimestre marzo-maggio ben 37 miliardi di Btp contro i previsti 29. Da qui in avanti basta dare per scontato l'appoggio della Bce è l'ordine di Weidmann altrimenti la Bundesbank dovrà obbedire a Karlsruhe e smettere di acquistare titoli per conto della Bce.
In pratica basta acquistare a mani basse Btp o la Germania se ne andrà. Nel frattempo, il vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, di mestiere tutore del Commissario agli affari monetari Paolo Gentiloni Silveri da Filottrano, Cingoli Macerata e Tolentino - che sarà sì piddino ma anche italiano e quindi va badato a vista - ribadisce al Corriere che le politiche fiscali rigoriste potrebbero tornare in primavera nel 2021.
Più il tempo passa, più gli altri Paesi escono progressivamente dalla crisi e più vengono meno i motivi della sospensione del Patto di stabilità che anzi, secondo il commissario lettone, non è stato neppure sospeso. Si stanno solo temporaneamente dimenticando di applicarlo. La ricetta di Dombrovskis è semplice: esiste il Mes, prendetevelo e passa la paura. Allora a Giuseppi non rimane che sperare nel ministro dell'Economia spagnolo, Nadia Calvino.
Chissà che non riesca nel miracolo di far accettare il Mes sanitario alla Spagna, così guadagnandosi la poltrona di presidente dell'Eurogruppo. A quel punto chiedere il Mes in due non sarebbe più così disdicevole anche se di sicuro un suicidio come praticamente recitava l'agenzia di rating S&P in un report del 2011: «Visto che il Portogallo si indebiterà col Mes e questo sarà un creditore privilegiato, il rating del Portogallo viene abbassato a Bbb-». Cosa non farebbe Giuseppi per salvare la poltrona. Meraviglioso.
NADIA CALVINO 1 jens weidmann christine lagarde