Estratto dell'articolo di Paolo Baroni per la Stampa
Per Matteo Salvini il nuovo Codice degli appalti, approvato ieri sera invia definitiva dal Consiglio dei ministri, «è una rivoluzione positiva. Snellisce, semplifica, accelera» i cantieri. In pratica, ha spiegato il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, «offrirà a imprenditori e sindaci uno strumento rivoluzionario» garantendo «più cantieri, più lavoro e più sicurezza in tutta Italia».
Oltre ad assicurare appalti più rapidi, con un risparmio di tempo (solo per gli affidamenti senza gara, secondo stime del Mit, si risparmiamo da sei mesi a un anno), il nuovo codice assicura più autonomia agli enti locali, in particolare ai piccoli comuni, una corsia preferenziale (con un meccanismo di premialità all'insegna del «Prima l'Italia!») per le forniture italiane ed europee, pagamenti più rapidi alle imprese (che potranno fatturare già al momento dell'adozione dello stato di avanzamento dei lavori) e grazie alla digitalizzazione consentirà di risparmiare carta e incombenze burocratiche. Oltre a questo viene «piegato il partito dei No – spiega una nota della Lega –. È infatti previsto il dissenso qualificato, principio per cui le amministrazioni pubbliche avranno una cornice più limitata in caso di contrarietà a un'opera».
Mentre la Lega celebra il «codice-Salvini», i sindacati degli edili confermano lo sciopero generale del primo aprile contestando la liberalizzazione degli appalti a cascata. Si lamentano gli artigiani e dubbi esprime anche il presidente dell'Anticorruzione, Giuseppe Busia che apprezza «l'impulso alla digitalizzazione»; però, avverte, «attenzione a spostare l'attenzione solo sul "fare in fretta", che non può mai perdere di vista il "fare bene". Semplificazione e rapidità sono valori importanti - aggiunge - ma non possono andare a discapito di principi altrettanto importanti come trasparenza, controllabilità e libera concorrenza, che nel nuovo Codice non hanno trovato tutta l'attenzione necessaria, specie in una fase del Paese in cui stanno affluendo ingenti risorse europee».
(…)