tasso di disoccupazione in italia negli ultimi cinquantotto anni di alberto bagnai
Luigi Grassia per “la Stampa”
Buone notizie dal fronte macroeconomico: scende il tasso di disoccupazione, e il prodotto lordo dà segni di ripresa, anche se (per adesso) c' è da essere soddisfatti più per l' inversione di tendenza che per i risultati assoluti. Dice l'Istat che il tasso di disoccupazione ha toccato nello scorso mese di ottobre l’11,5%, che è molto alto ma è il minimo da quasi tre anni, cioè dal dicembre del 2012.
Osserva ancora l'Istat che su base annua la disoccupazione diminuisce di 1,4 punti.
Il numero dei disoccupati in Italia è appena al di sotto dei 3 milioni (precisamente 2 milioni 927 mila) con una diminuzione dello 0,5% su base mensile (-13 mila) e una, ben più marcata, del 12,3% nel confronto annuale; rispetto a ottobre del 2014 si contano 410 mila persone in cerca di lavoro in meno.
Ma quest'ultimo numero è depotenziato dal fatto che a ottobre l' Istat registra un enorme aumento degli inattivi, coloro che né lavorano né cercano un posto: rispetto a settembre salgono di 32 mila unità e su base annua di 196 mila (+1,4%).
IL PROBLEMA DEI GIOVANI
Ancora i numeri del lavoro. In ottobre si registra un nuovo calo, il secondo consecutivo, degli occupati su base mensile, con una diminuzione di 39 mila unità rispetto a settembre (-0,2%). Fenomeno preoccupante e da registrare. Però su base annua l' occupazione cresce: +75 mila persone (+0,3%).
Male il dato che riguarda i giovani. A ottobre il tasso di disoccupazione dei 15-24enni è stato del 39,8%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente.
Il premier Matteo Renzi ha commentato che «i dati sono migliori delle previsioni di inizio anno. Ora la disoccupazione è all' 11,5%, quella giovanile al 39,8%. Se uno è contento del 39,8% va ricoverato però».
L'Istituto nazionale di statistica pubblica anche i numeri del prodotto lordo. Nel terzo trimestre del 2015 il Pil è aumentato dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,8% nei confronti del terzo trimestre del 2014. L'obiettivo del governo contenuto nel Def indica una crescita annua per il 2015 pari allo 0,9%. Per cui ora l' attenzione si concentra sul quarto trimestre dell' anno, che si spera risollevi la media.
Anche su questo c' è un commento di Renzi: «L' Istat ha immaginato che il Pil nel 2015 faccia +0,9%, forse chiudiamo a +0,8%, non lo so. Il ministero dell' Economia dice +0,9%, vedremo. I dati sono ancora in movimento».
Commentando a sua volta i numeri dell' Istat sul Pil italiano, l' amministratore delegato di Fca, Sergio Marchionne, ha detto che «non bisogna credere che un dato trimestrale vada a cambiare la traiettoria dello sviluppo economico. La direzione è quella giusta. Il sistema industriale italiano sta tirando a 100 all'ora».
Il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan commenta così l' andamento della crescita degli ultimi mesi: «Sono venuti meno alcuni motori dei paesi emergenti, il Brasile, la Russia, e un po' la Cina. Le economie che avevano continuato a crescere anche dopo il 2010 e ci stavano tirando su, ora hanno smesso di crescere. È positivo che in Italia la domanda interna stia crescendo relativamente bene, e questo è segno della fiducia». Padoan ha aggiunto: «Stiamo valutando risorse aggiuntive per il Mezzogiorno e credo che questo debba fare piacere non solo alle imprese del Mezzogiorno ma in generale a tutti, perché se il Mezzogiorno funziona meglio è un beneficio per tutti».
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