AVVISATE LA MELONI – NEL DISCORSO DI IERI DRAGHI HA MANDATO TRE MESSAGGI MOLTO CHIARI A DONNA GIORGIA: L’ESECUTIVO CHE VERRA’ DOVRA’ RISPETTARE I VINCOLI NON SOLO ATLANTICI MA EUROPEISTI E NON AVVENTURARSI IN NEGOZIATI CON L'UE PER RIVEDERE IL PIANO DI RIPRESA. ESPRIMERE LA SPERANZA CHE IL PROSSIMO MINISTRO DELL'ECONOMIA SIA “BRAVO” COME L'ATTUALE, DANIELE FRANCO, È UN INVITO A NON CAMBIARE TRAIETTORIA DI POLITICA ECONOMICA (CAPITO MELONI?) -  E LA VISITA «DI CONGEDO» NEGLI USA FISSATA DAL 20 SETTEMBRE, A CINQUE GIORNI DALLE ELEZIONI IN ITALIA SARA’ L’OCCASIONE PER ALTRI MONITI AI PARTITI….

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MELONI DRAGHI MELONI DRAGHI

MASSIMO FRANCO per il Corriere della Sera

 

Quanto ha detto ieri Mario Draghi in conferenza stampa rappresenta una sorta di manifesto di politica estera per il governo che verrà.

 

Con paletti ferrei non solo atlantici ma europeisti; con una rivendicazione orgogliosa delle sanzioni contro la Russia per l'aggressione militare all'Ucraina; e con una sottolineatura dell'interesse nazionale italiano che sottopone all'intero sistema dei partiti: a cominciare dal centrodestra dominato dalla tentazione di assecondare i sovranismi dell'Europa orientale in conflitto con alleati storici come Germania e Francia. È stato un esercizio di ortodossia guidata dal pragmatismo; e un avvertimento a chi verrà dopo di lui a non avventurarsi in negoziati con l'Ue per rivedere il Piano di ripresa.

GIORGIA MELONI MARIO DRAGHI BY DE MARCO GIORGIA MELONI MARIO DRAGHI BY DE MARCO

 

Esprimere la speranza che il prossimo ministro dell'Economia sia «bravo» come l'attuale, Daniele Franco, è un invito a non cambiare traiettoria di politica economica. E rispondere all'ipotesi di un secondo mandato a Palazzo Chigi con un «no» asciutto, significa sgombrare il campo da qualsiasi strumentalizzazione. Ma le parole più taglienti sono state sui rapporti con la Russia.

 

E vocare i «nemici esterni e i pupazzi prezzolati» di Vladimir Putin in Italia susciterà una ricerca affannosa dei destinatari della sua battuta sprezzante. E il fatto che abbia detto esplicitamente di «non condividere» la posizione di Matteo Salvini, ostile alle sanzioni, è un indizio. Ma la platea dei bersagli del presidente del Consiglio sembra andare molto oltre il leader della Lega, anche se ha fatto il suo nome. Non a caso, ha citato «chi parla di nascosto con i russi, chi vuole togliere le sanzioni». E, con un'allusione trasparente al trasformismo del capo dei Cinque Stelle, Giuseppe Conte, ha spiegato che «nei rapporti internazionali bisogna essere trasparenti. Ci vuole coerenza, non giravolte per cui si vota l'invio delle armi e poi si dice che non si è d'accordo. Oppure ci si inorgoglisce dell'avanzata ucraina dopo che si è votato contro». Parole durissime e inaspettate, in un'occasione nella quale si riteneva di ascoltare solo notizie sulle misure contro il caro energia.

comizio di giorgia meloni dopo il voto al senato su draghi 3 comizio di giorgia meloni dopo il voto al senato su draghi 3

 

Draghi è stato inequivocabile nel confermare che non ci sono partiti italiani tra quelli indicati nel primo rapporto dell'intelligence americana come beneficiari di finanziamenti russi. In parallelo, però, ha additato le ingerenze del Cremlino. «È chiaro che negli ultimi venti anni la Russia ha effettuato una sistematica opera di corruzione in affari, stampa e politica in molti Paesi Ue e negli Usa», ha sostenuto. Il premier lo ha detto alla vigilia della visita «di congedo» negli Usa fissata dal 20 settembre, a cinque giorni dalle elezioni in Italia: il preludio di ulteriori, temuti moniti ai partiti.

 

 

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