Estratto dell’articolo di Fabrizio Goria per “la Stampa”
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Nel mirino. L'Italia, ancora una volta, finisce al centro delle fibrillazioni degli investitori internazionali. Il Financial Times punta il dito contro gli emendamenti contenuti nel disegno di legge Capitali, che potrebbero limitare e condizionare i consigli d'amministrazione. Un'ulteriore bocciatura che conferma le parole del ministro del Tesoro, Giancarlo Giorgetti, che ha espresso «paura» per la valutazione dei mercati finanziari. E questi, a cominciare da Citi, Morgan Stanley e Ing, vedono uno scenario dettato dall'incertezza e da una recessione che farà la sua comparsa entro la fine dell'anno.
[…] Nell'ultimo mese la stampa finanziaria internazionale ha sottolineato a più riprese che qualcosa si è rotto fra il governo e gli investitori. E ora, «con la legge di Bilancio in arrivo, potrebbe giungere lo strappo definitivo», spiega.
Opinione non dissimile da quella che è giunta, nelle ultime settimane, dalle principali banche internazionali. In una nota riservata agli investitori istituzionali, la statunitense Citi ieri ha rivisto al ribasso le stime sul Paese. Sia per l'anno in corso sia per il prossimo.
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Più 0,7% per il Pil italiano per il 2023, tre decimali in meno rispetto alle stime del Mef, e contrazione dello 0,6% per il 2024. […] C'è inoltre la grana del deficit. Sarà, salvo sorprese, peggiorato. Concordano gli analisti di Morgan Stanley, così come quelli di Goldman Sachs.
Ed è per questo, come rimarcato da Citi in un altro rapporto di ieri, che ci si chiede quale sia la ratio dietro all'emissione del Btp Valore, destinato ai risparmiatori individuali.
«Può la clientela retail continuare a supportare i Btp?», si domandano gli strategist del colosso statunitense. A ottobre la Banca centrale europea (Bce) incrementerà il ritiro della liquidità esistente e, col venir meno di questo supporto, ci sarà un marcato problema di coperture. «Il tentativo di andare sul mercato con questi tassi, vendendo debito pubblico alle famiglie, non è un bel segnale. È normale che ci sia sfiducia, che peraltro ha iniziato a manifestarsi da giugno, ma che nell'ultimo mese è accelerata», fa notare un altro banchiere […]
[…] E poi c'è la normativa sui crediti deteriorati, ultimo elemento di frizione tra mercati e Palazzo Chigi. Il provvedimento è «distorsivo del mercato dei capitali», ha messo nero su bianco in un recente report Patrizio Messina, presidente del Celf (Center of European Law and Finance) e managing partner Europe dello studio legale Orrick. Le nuove norme così come sono scritte ora rischiano di «destabilizzare il sistema di gestione di recupero dei crediti» perché incidono su «operazioni già concluse e fondate su accordi vincolanti». […]