AVVISO AI NAVIGATI: IL RAPPORTO TRA GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI NON E' SOLO CORDIALE, E' PURE COSTRUTTIVO - IL LORO ENNESIMO INCONTRO E' DURATO UN'ORA E MEZZA - LA "DUCETTA" HA CHIESTO DI DESTINARE TUTTI GLI 8 MILIARDI DESTINATI AL FISCO ALLA RIDUZIONE DEL CUNEO FISCALE PER I LAVORATORI, E HA PROPOSTO MODIFICHE IN SENSO REDISTRIBUTIVO SULLE PENSIONI MANTENENDO IL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ PER LE "PENSIONI D'ORO"

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P.D.C. per il "Corriere della Sera"

giorgia meloni dopo l'incontro con draghi 2 giorgia meloni dopo l'incontro con draghi 2

 

Un incontro, come nell'aprile scorso, durato molto più del previsto: allora fu Renzi a dover fare anticamera nell'attesa che finisse, stavolta Mario Draghi ha fatto slittare la cabina di regia di mezz' ora per ascoltare quello che aveva da dirgli Giorgia Meloni, con la quale tiene colloqui regolari. Un'ora e mezza è durato infatti il faccia a faccia ieri pomeriggio, a testimoniare come i rapporti tra capo del governo e presidente di FdI siano molto cordiali, anche se le posizioni restano ben distanti.

 

giorgia meloni mario draghi giorgia meloni mario draghi

Meloni infatti si è presentata a Palazzo Chigi per illustrare le sue proposte in vista della manovra e in attesa che il centrodestra prenda «un'iniziativa comune» come lei stessa ha annunciato e come era stato deciso nell'ultimo vertice di centrodestra. Ieri si è sentita con Berlusconi e Salvini per organizzare un nuovo summit per la prossima settimana.

 

A Draghi ha chiesto di destinare tutti gli 8 miliardi destinati al fisco alla riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori, e ha proposto modifiche in senso redistributivo sulle pensioni, intanto mantenendo il contributo di solidarietà per le «pensioni d'oro». Preoccupazione c'è sulla riforma del catasto e sul reddito di cittadinanza: «Almeno si mettano alti paletti».

 

MELONI DRAGHI MELONI DRAGHI

Al centro del colloquio anche l'ipotesi che venga prorogato lo stato d'emergenza: «Draghi non ha ancora deciso, non si può prorogare se non ammettendo che il green pass non funziona e che va perlomeno rivisto» dice la Meloni, che ha anche chiesto di non comprimere la libertà di manifestare il dissenso: «Il daspo a Puzzer, gli idranti contro i cittadini in piazza... Ma non siamo in Cina». All'uscita, Meloni ha commentato la proposta di Giorgetti: «Siamo per una riforma presidenziale costituzionale, l'idea di un presidenzialismo de facto imposto dall'alto a me non convince, indipendentemente dall'autorevolezza indiscussa del presidente Draghi».

 

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