Paolo Valentino per il “Corriere della Sera”
Germania nella tempesta. Una settimana dopo il disastro elettorale alle europee, Andrea Nahles annuncia le dimissioni da presidente della Spd e da capogruppo al Bundestag. La sua uscita di scena apre una fase drammatica per i socialdemocratici tedeschi, a corto di idee e di leader con cui affrontare una crisi che minaccia la loro stessa esistenza. Ma è l' intero sistema politico berlinese, in questa prima domenica di giugno, a registrare un movimento tellurico che potrebbe cambiarne per sempre il profilo e le dinamiche.
Mentre il salto nel buio della Spd rischia di precipitare la crisi della Grosse Koalition e la fine anticipata del lungo regno di Angela Merkel, un sondaggio Forsa dà per la prima volta nella storia della Repubblica Federale i verdi primo partito con il 27% delle intenzioni di voto, davanti alla Cdu-Csu.
Nahles, 48 anni, formalizzerà oggi l' addio alla guida della Spd, di cui è stata presidente per soli 13 mesi, e domani quello da capo dei deputati del partito. Di più, la leader socialdemocratica è decisa a rimettere anche il mandato parlamentare, dicendo addio alla politica attiva dopo 30 anni, durante i quali è stata anche presidente dei giovani socialdemocratici, segretario generale della Spd e ministro del Lavoro: «Il dibattito interno ha mostrato che non ho più l' appoggio necessario all' esercizio dei miei incarichi», ha scritto in un' email a tutti i tesserati.
SVEN GIEGOLD E SKA KELLER DEL PARTITO VERDE TEDESCO
L' annuncio di Nahles era nell' aria dopo l' ondata di critiche interne che l' ha investita all' indomani del voto del 26 maggio, dove la Spd è crollata al 15,8%, il suo peggior risultato di sempre (e per il sondaggio Forsa di sabato, nelle intenzioni di voto sarebbe scesa addirittura al 12%). Ma ha colto di sorpresa il partito e l' intera classe politica, dopo che appena due giorni prima Nahles aveva chiesto di anticipare a mercoledì il rinnovo della carica di capogruppo, previsto per dicembre.
ANGELA MERKEL GIOCA CON PHON E PALLINA
«In tal modo voglio aprire la possibilità di un' ordinata successione in ambedue le funzioni», ha scritto Nahles nella mail. In realtà quella che si apre nella Spd è una fase di confusione e totale incertezza. Nessuno dei nomi che vengono evocati offre garanzie e suscita consensi unanimi. La ministra-presidente del Palatinato, Malu Dreyer, molto amata dalla base, viene indicata come soluzione provvisoria per la guida del partito. Ma soffre di sclerosi multipla e anche per questo si è finora tenuta fuori da incarichi nazionali. Fra i papabili alla presidenza ci sono anche la premier del Meclenburgo-Pomerania, Manuela Schwesig e quello della Bassa Sassonia, Stephan Weil. Poche chance vengono date al vice cancelliere e ministro delle Finanze, Olaf Scholz, troppo identificato con la Nahles e con la Grosse Koalition.
Andrea Nahles, leader del gruppo parlamentare della SPD con Olaf Scholz
Sull' alleanza di governo cala l' ombra dell' instabilità. La gravità della situazione è riassunta nella fretta con cui sia la cancelliera Merkel, sia la presidente della Cdu, Annegret-Kramp Karrenbauer, si sono precipitate a ribadire la volontà di proseguire la collaborazione con la Spd. Merkel ha lodato Nahles come «partner affidabile e leale» e ha detto di «rispettare» le sue decisioni, così come quelle che ha ora di fronte la Spd. Ma ha aggiunto: «Noi proseguiremo con serietà e con grande senso di responsabilità il lavoro del governo». A nome della Cdu, AKK le ha fatto eco: «Continueremo a sostenere la Grosse Koalition».
Il problema è che con Andrea Nahles esce di scena il vero pilastro del sostegno della Spd all' alleanza. Eletta poco più di un anno fa con la doppia promessa di «imporre una politica socialdemocratica» e contemporaneamente «rinnovare il partito» per riconquistare il consenso perduto, Nahles ha fallito su tutti i fronti, fra scarsi risultati da una Grande Coalizione di fatto paralizzata e inarrestabile declino elettorale. Senza di lei, la pressione per chiudere la collaborazione con Merkel crescerà.
Ma sulle sorti del governo pesano anche le grosse difficoltà della Cdu, uscita con forti perdite dalla tornata elettorale e sempre più rosa dal dubbio che sia proprio AKK la scelta giusta per la successione ad Angela Merkel. Sullo sfondo, si precisa e trova ora riscontro anche nell' opinione pubblica l' ambizione dei verdi a guidare il Paese. Sulla Germania soffia un nuovo Zeitgeist, lo spirito del tempo.
Andrea Nahles con Schulz1 andrea nahles 7 Andrea Nahles angela merkel iphone andrea nahles 6 andrea nahles 5 angela merkel iphone Andrea Nahles andrea nahles 4 Andrea Nahles andrea nahles 3