Gaia Cesare per "il Giornale"
«L'uscita dalla crisi richiederà tempo e azioni». È il ministro degli Esteri francese Jean-Yves Le Drian a rimarcare la cautela con cui la Francia si muove dopo lo strappo con gli Stati Uniti per il patto anti-Cina che ha escluso Parigi. All'indomani della telefonata distensiva Biden-Macron, ieri è stata la volta dell'incontro del rappresentante della diplomazia francese con il segretario di Stato Usa Antony Blinken, a margine dell'Assemblea generale delle Nazioni unite a New York, quando anche l'Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, ha visto Blinken.
Obiettivo: stemperare ancora la tensione tra Francia e Stati Uniti dopo l'accordo di sicurezza Aukus tra Usa, Gran Bretagna e Australia, che ha lasciato la Francia fuori dai giochi e senza più un contratto miliardario con Canberra per la fornitura di 12 sottomarini.
Blinken e Le Drian hanno sottolineato la necessità di cooperare di più nell'Indo-Pacifico dove si gioca una partita cruciale contro Pechino. La ferita tra i due alleati è ancora viva. Nonostante la chiamata riparatrice di Biden mercoledì e la conseguente decisione di Macron di far tornare a Washington l'ambasciatore francese, il clima resta teso.
Lo ha confermato ieri anche il ministro dell'Economia francese Bruno Le Maire, che in un'intervista ha sottolineato come l'Unione europea «non può più contare» sugli Stati Uniti per la propria protezione.
«Gli europei devono aprire gli occhi», dice il ministro, esortando l'Ue a costruire «la propria indipendenza strategica», perché Washington «ha una sola preoccupazione: la Cina e il contenimento della sua ascesa».
Parole che dimostrano come lo strappo sia stato profondo, nonostante la Ue si sia detta «felice di vedere sviluppi positivi» tra i due Paesi. «Sono in linea con la presidente von der Leyen sulla necessità per amici e alleati di includersi nel processo decisionale e di discutere dei problemi - ha detto il portavoce della Commissione - Gli alleati si devono parlare. Su questa base la Commissione discuterà con gli Stati membri e gli Usa delle future decisioni».
Eppure nulla è stato stabilito sul primo incontro del Consiglio Commercio e tecnologia Ue-Usa del 29 settembre a Pittsburgh. Se tra Washington e Parigi si va verso un'inevitabile ricucitura, i rapporti con l'Australia sono ai minimi termini. Il primo ministro australiano Scott Morrison ha chiesto a Macron un colloquio telefonico di chiarimento.
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Da Parigi, per ora, nessuna risposta. Una fonte dell'Eliseo ha riferito che non è stato ancora deciso nulla nemmeno sul ritorno in Australia dell'ambasciatore francese, mentre quello americano sarà a Washington la prossima settimana. Morrison ha promesso di essere «paziente»: «Comprendiamo la delusione».